Coronavirus e recessione: il nuovo allarme lanciato dall’Unione europea ha parlato chiaro
Coronavirus e recessione: il nuovo allarme dell’UE non ha lasciato spazio a dubbi di sorta.
A lanciarlo stavolta Thierry Breton, commissario europeo all’industria che ha stimato l’impatto della pandemia sul PIL del Vecchio Continente.
Il suo non è stato certamente l’unico alert lanciato nei confronti dell’emergenza. Nelle ultime settimane numerosi analisti e osservatori hanno iniziato a tagliare le proprie stime e a peggiorare i propri outlook nel momento in cui il coronavirus ha valicato i confini cinesi per espandersi nel resto del globo. La recessione dell’UE e del mondo intero è tornata a far fermare.
Coronavirus e recessione: quanto crollerà il PIL dell’UE
Secondo le previsioni del commissario, l’impatto economico del coronavirus non sarà limitato soltanto ai primi due trimestri dell’anno. Nell’intero 2020 l’epidemia, ormai pandemia, costerà al PIL dell’Unione europea tra i 2 e i 2,5 punti percentuali.
La crescita, dunque, sarà negativa di oltre l’1% visto che, a un progressivo indebolimento dell’attività si sono affiancati i ripetuti crolli dei mercati finanziari, che hanno bruciato miliardi su miliardi. Per dirla in altre parole il Vecchio Continente chiuderà l’anno in recessione da coronavirus.
Secondo Breton la pandemia permetterà all’UE di riprendersi soltanto il prossimo anno. Qualsiasi sarà il tasso di crescita del PIL nel 2021, però, esso non sarà comunque in grado di compensare le perdite del 2020.
Vale la pena di ricordare che, prima dell’esplosione del caos, le attese per l’anno corrente avevano parlato di un Prodotto Interno Lordo in aumento dell’1,4%. Se le nuove previsioni (-2% o anche -2,5%) si concretizzeranno, allora il coronavirus sarà la causa della nuova recessione dell’UE.
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