Quanti casi di coronavirus ci sono davvero in Italia? Tra accuse, calcoli sballati e disinformazione, il numero di infetti potrebbe essere ben diverso da quel che ci hanno raccontato.
Il vero numero dei casi di coronavirus in Italia? Non è dato sapere.
L’informazione frammentaria, con la velocità delle notizie sul web e la lentezza delle comunicazioni ufficiali da parte delle istituzioni stanno rendendo impossibile capire quante persone, in Italia, siano state infettate da COVID-19.
Nel computo di casi di coronavirus in Italia c’è chi calcola chi è stato infettato e poi guarito e chi non lo fa, chi tiene conto del numero dei decessi e chi lo esclude, chi pensa che i tamponi dei test per il coronavirus siano stati usati in maniera sbagliata e che i dati siano gonfiati.
Dov’è la verità? Come si spiega che in Italia ci siano così tanti casi rispetto al resto d’Europa?
Il mistero sul vero numero dei casi di coronavirus in Italia
Tante le domande che ad oggi non trovano risposta sulla metodologia di calcolo dei contagi da coronavirus.
Oltre alla confusione direttamente proveniente dalla fonte delle informazioni - spesso Protezione Civile e Regioni sono in disaccordo sul numero effettivo di tamponi risultati positivi al test del coronavirus - è difficile comprendere i criteri per cui si stabilisce che una persona sia davvero affetta da COVID-19.
A vigilare e confermare il numero dei contagi di coronovirus in Italia è l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), come confermato dal ministro della Salute Roberto Speranza, che ha dichiarato:
“L’ufficialità passa attraverso la certificazione dell’ISS”.
La situazione ora si fa molto più intrigata.
Una fonte anonima interna all’ISS, in contatto con la redazione de Le Iene, ha rivelato che i casi positivi al coronavirus al 25 febbraio - confermati dall’Istituto - erano “ poco più di 80 ”, contro le informazioni veicolate dai media, secondo cui i test positivi erano oltre 250.
Come si spiega una tale disparità di numeri?
Come funziona il calcolo del numero di casi di coronavirus
Per andare a fondo sulla questione occorre comprendere le fonti dei dati che leggiamo ormai da giorni sui giornali, che la stessa Money.it riporta in tempo reale sulla sua mappa dei contagi di coronavirus in Italia.
La Protezione Civile, due volte al giorno, dirama un bollettino quotidiano contenente l’aggiornamento sui numeri dei contagi, dei decessi e dei casi guariti. Questi dati gli arrivano dalle stesse Regioni, ovvero dagli uffici delle varie Asl e dai vari ospedali che hanno in cura i casi.
Il flusso comunicativo è diretto: le Regioni riportano i dati e la Protezione Civile li pubblica. Non vi sarebbe alcun controllo, alcun processo di verifica e conferma. Fatto il test in loco, il tampone risulta positivo, e si finisce nel numero dei casi contagiati.
Infatti, l’Istituto Superiore di Sanità, con sede a Roma, svolge la sua attività di verifica solo dopo la comunicazione della Protezione Civile poiché è costretto ad aspettare che i tamponi dei test arrivino dai luoghi in cui sono stati effettuati.
Oltre ai suddetti tempi di attesa, secondo la fonte sopracitata l’ISS non avrebbe a disposizione né “l’esperienza e i macchinari più adatti” per svolgere il compito assegnatogli. Fatto sta che parte dei campioni dei test per il coronavirus che arrivano all’Istituto hanno dato risultato negativo a Roma, lasciando spazio al pensiero che i casi di coronavirus effettivi siano molto meno degli attuali 528.
“Il presidente (Brusaferro, ndr) ci ha detto che due terzi dei tamponi supposti positivi sono risultati da noi negativi”, ha dichiarato la fonte anonima.
Al momento nessuna dichiarazione dall’ISS.
In Italia il numero dei casi di coronavirus è gonfiato?
A confermare il sospetto che i contagi di coronavirus in Italia siano molto meno di quanto riferito da Regioni e Protezione Civile, e quindi da tutti i siti di informazione, è arrivato questa mattina Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza sull’emergenza legata al virus.
«I casi verificati sono circa 190, confermati dall’Istituto superiore di sanità che ha il compito di validare l’eventuale positività dei test condotti nei laboratori locali. Quindi meno dei 424 casi dichiarati che invece includono quelli in attesa di conferma».
Subito dopo la pubblicazione dell’intervista di Ricciardi al Corriere della Sera è arrivata la smentita del capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, secondo cui l’’Istituto superiore di sanità dà la conferma dei contagiati: sono 282 casi su 282 campioni analizzati".
Al che Ricciardi ha risposto specificando che «i test strumentali fatti nei laboratori regionali hanno ancora margini di incertezza, ci possono essere falsi positivi e falsi negativi, per questo bisogna attenersi ai risultati dell’ISS».
Pesano anche i troppi test effettuati
Secondo Ricciardi, “chi ha dato l’indicazione di fare i tamponi anche alle persone senza sintomi, gli asintomatici, ha sbagliato. La strategia del Veneto non è stata corretta perché ha derogato all’evidenza scientifica. Le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, riprese dall’ordinanza del ministro della Salute del 21 febbraio, non sono state applicate. Prevedevano che fossero fatti i test solo su soggetti sintomatici in presenza di due caratteristiche: il contatto con malati di Covid-19 accertati e la provenienza da zone di focolai”.
Il risultato è stato invece “generare confusione e allarme sociale. Oggi in tutto il mondo abbiamo test non perfetti dal punto di vista della sensibilità perché messi a punto in poco tempo e devono essere perfezionati. Quindi c’è un’ampia possibilità di sovrastimare le positività. Bisogna utilizzarli in modo appropriato”.
In Italia quasi il 2.000% in più di casi di coronavirus che in Germania
Impossibile, infine, non notare la differenza tra il numero dei contagi di coronavirus in Italia e nel resto d’Europa.
Secondo i dati raccolti dalla John Hopkins University, in Italia sono stati confermati 528 casi di coronavirus: di questi, ad oggi 14 sono stati i decessi e 40 i guariti, portando il numero reale dei contagi in corso a 528 (dati aggiornati il 27/02/2020 alle ore 16:15.
In Germania, invece, i casi confermati sono 26, di cui 15 giù guariti, per un totale di contagiati da coronavirus attuali di 11.
Situazione simile in Francia: 18 casi scoperti e confermati, di cui 2 decessi e 11 - 5, dunque, i casi attuali.
La spiegazione è alquanto semplice: nessun Paese d’Europa ha effettuato tanti tamponi quanti noi italiani e siamo pronti a scommettere di essere gli unici a computare nel calcolo dei casi riscontrati anche quelli la cui positività è ancora tutta da confermare.
Eppure, una maggiore cura nella gestione e nella comunicazione di questi numeri avrebbe di certo evitato la diffusione dell’isteria collettiva e del panico tra tutti gli italiani, noi giornalisti compresi - ça va sans dire.
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