È dalla Germania che il coronavirus si è diffuso, fino ad arrivare in Italia. Lo rivela uno studio, i tedeschi avevano tenuto tutto nascosto.
Il coronavirus, apparentemente, dilaga in Italia più che in ogni altro Paese europeo. Abbiamo fatto più test e controlli, è vero, ma non è dall’Italia che l’epidemia di coronavirus ha avuto inizio in Europa. Il paziente zero si trova in Germania.
Dopo gli oltre 80.000 casi di influenza - o presunta tale - riscontrati tra la cittadinanza tedesca questo inverno - un picco di fatto inverosimile - arriva la notizia secondo cui sarebbero stati i tedeschi a portare il coronavirus in Italia.
A rivelarlo sono alcuni medici tedeschi tramite una lettera apparsa sulla rivista specialistica “New England Journal of Medicine”.
Coronavirus: è tedesco il paziente zero
Lo studio individua il paziente zero europeo in un tedesco, età 33 anni, residente a Monaco.
È entrato in contatto con una donna cinese per questioni di lavoro tra i 20 e il 21 gennaio; la stessa, asintomatica, è rimasta in Germania dal 19 al 22 dello stesso mese. Il 24 gennaio il paziente zero ha avuto febbre alta e difficoltà respiratorie; una volta guarito è tornato al lavoro il 27. Da lì, molti suoi colleghi sono risultati positivi.
È questa la ricostruzione dei fatti che si legge sul New England Journal of Medicine.
La collega cinese ha iniziato a manifestare dei sintomi sul volo di ritorno verso la Cina; effettuato il test, è risultata positiva alla COVID-19 il 26 gennaio. Il giorno successivo, avvisati i colleghi tedeschi con cui era stata in contatto, sono iniziati i controlli: risultato positivo il paziente zero, i giorni successivi sono stati trovati positivi anche altri tre impiegati della stessa azienda. Questi avevano avuto rapporti con il 33enne quando egli risultava ancora essere asintomatico.
Dalla Germania il coronavirus è arrivato in Italia
E da lì il coronavirus avrebbe iniziato il suo viaggio attraverso i confini europei fino ad arrivare rapidamente in Italia.
La mappa realizzata da Netxstrain, citata nello studio, mostra come il caso tedesco abbia innescato il contagio fino ad essere causa primaria di molti casi di coronavirus riscontrati in Europa e sul suolo italiano. Lo stesso studio spiega poi che il virus è arrivato in Europa a più riprese poiché sono state riscontrate diverse mutazioni genetiche all’interno del virus stesso.
L’azienda del paziente zero tedesco ha chiuso immediatamente, ma ciò non significa che da lì possa essere nato tutto il dilagare del coronavirus in Italia e nel resto d’Europa.
Lo studio di Trevor Bedfor, biologo computazionale - la cui analisi originale è disponibile qui - rivela:
“Il messaggio importante è che il fatto che un focolaio sia stato identificato e contenuto non significa che questo caso non abbia continuato ad alimentare una catena di trasmissione che non è stata rilevata finché non è cresciuta al punto da avere dimensioni consistenti".
Contagio da coronavirus anche una volta guariti
«È da notare che l’infezione sembra essere stata trasmessa durante il periodo di incubazione, quando i sintomi erano lievi e non specifici. In questo contesto il fatto che il virus sia stato trovato in quantità rilevanti nell’espettorato dell’uomo anche nel suo periodo di convalescenza pone il problema della trasmissibilità del virus anche dopo il termine dei sintomi, sebbene tale carica virale rilevata con il test sia ancora da confermare attraverso una coltura del virus»,
aggiunge lo stesso gruppo di studiosi tedeschi.
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