Gli Stati Uniti indagano sulla vera origine del coronavirus a Wuhan, dove già due anni prima i funzionari avevano rilevato gravi problemi di sicurezza nel biolaboratorio che studiava i coronavirus nei pipistrelli.
Non ci sono novità in merito alle indagini degli Stati Uniti sulla vera origine del coronavirus in Cina, eppure il segretario di Stato Mike Pompeo ha detto che ci sono “enormi prove che il virus provenga dal laboratorio di Wuhan”, anche se non sembra sia stato creato dall’uomo o geneticamente modificato.
Pompeo ha ripetutamente accusato il Partito Comunista Cinese, guidato dal Presidente Xi Jinping, di aver insabbiato le prove e di aver negato agli esperti americani l’accesso al laboratorio di ricerca, l’Istituto di Virologia di Wuhan. Tuttavia il segretario di Stato non ha fornito alcuna prova a sostegno della sua affermazione.
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Washington ha confermato la volontà di far luce su questa vicenda dopo che Fox News ha pubblicato un report in cui si afferma che il virus è nato in laboratorio non come arma biologica, ma come parte degli sforzi della Cina per competere con gli USA e dimostrare la sua superiorità sul piano della ricerca sui virus.
Secondo le fonti di Fox News, si tratterebbe della “copertura del governo più costosa di tutti i tempi”. Le fonti ritengono che la trasmissione iniziale del virus fosse da pipistrello a uomo e che il paziente zero lavorasse in laboratorio per poi entrare nella popolazione di Wuhan attraverso il mercato.
A spingere le indagini sulla vera origine del coronavirus sono stati anche dei documenti riservati, ottenuti dal Washington Post, in cui si riporta che tra fine 2017 e inizio 2018, quindi due anni prima dello scoppio dell’attuale pandemia, i funzionari dell’ambasciata USA in Cina avevano avvertito dei gravi problemi di sicurezza nel laboratorio di Wuhan che studiava i coronavirus sui pipistrelli, chiedendo di intervenire.
USA indagano su origine del coronavirus in laboratorio
Gli Stati Uniti non credono alla teoria secondo cui il coronavirus sia stato creato per ricerche su armi biologiche, quindi, ma che la sua diffusione sia il frutto di un incidente in un laboratorio cinese.
Il capo capo dello stato maggiore congiunto Mark Milley ha confermato che i servizi segreti statunitensi stanno esaminando attentamente la questione. “Non sappiano se il coronavirus sia nato in laboratorio, finora il peso delle prove sembra indicare un’origine naturale, ma non lo sappiamo per certo”, ha detto alla stampa martedì.
Alla domanda dei giornalisti sulla vicenda, anche il presidente Donald Trump ha risposto che “gli Stati Uniti stanno indagando a fondo su questa orribile situazione accaduta”, ma si è rifiutato di dire di più.
Gli avversari di Trump sostengono che la Casa Bianca stia cercando di spostare l’attenzione dopo la pioggia di critiche al presidente sulla gestione della pandemia e dopo il boom di contagi e decessi negli USA.
In ogni caso gli Stati Uniti hanno intensificato la pressione sulla Cina per chiarire colpe e responsabilità di Pechino sulla pandemia di coronavirus. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha anche invitato Xi Jinping a essere trasparente e a “ripulirsi” da tutto ciò che sa.
Laboratorio Wuhan: segnalati problemi di sicurezza già due anni fa
In un articolo pubblicato il 14 aprile il Washington Post ha riportato alcuni dispacci del Dipartimento di Stato del 2018 in cui emergevano preoccupazioni sulla sicurezza e la gestione del biolaboratorio dell’Istituto di virologia di Wuhan.
Due anni prima dello scoppio della pandemia che ha sconvolto il mondo, i funzionari dell’ambasciata americana hanno visitato diverse volte la struttura di ricerca cinese e hanno inviato a Washington due avvertimenti ufficiali sulla sicurezza precaria del laboratorio che stava conducendo studi rischiosi sui coronavirus nei pipistrelli. Questi cables hanno alimentato le discussioni sulla probabilità che il coronavirus sia nato in laboratorio, anche se non sono emerse prove definitive.
I documenti ottenuti hanno messo in guardia sui punti deboli presso il laboratorio invitando a porre maggiore attenzione. In uno di questi si avverte che il lavoro degli scienziati sul coronavirus dai pipistrelli e la loro trasmissione all’uomo rappresenta il rischio di una nuova pandemia simile alla SARS.
Non ci sono prove che il nuovo coronavirus della COVID-19 sia stato creato artificialmente: gli scienziati concordano ampiamente sulla provenienza da animali. Ma, come afferma Xiao Qiang, ricercatore della School of Information dell’Università della California a Berkeley, “ciò non equivale a dire che non proviene da un laboratorio dove per anni sono stati testati i coronavirus di pipistrello su altre specie”.
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