Misure più restrittive contro il coronavirus nel nuovo decreto firmato da Conte. Chiusi negozi, bar, ristoranti e ogni attività che non offra servizi necessari. Supermercati e farmacie restano aperti, come banche e assicurazioni. Qui testo del decreto e novità.
Dopo l’estensione della zona rossa a tutto il territorio nazionale, adesso il Governo ha imposto nuove misure ancor più restrittive delle precedenti: chiusura totale di ogni attività commerciale che non offra servizi necessari, quindi negozi di abbigliamento, bar, pub, ristoranti e centri estetici. Lo scopo è ridurre al massimo gli spostamenti dei cittadini e di invitare tutti a stare a casa.
Resteranno aperti regolarmente supermercati, farmacie e parafarmacie, ma si si ricorda che è sempre necessario fare la fila rispettando le distanza di sicurezza di almeno un metro. Lo stop non riguarda le merci, quindi i negozi di alimentari saranno regolarmente approvvigionati.
Autobus, metropolitane, treni, aerei e tram continueranno a funzionare per permettere di andare al lavoro a chi non può usufruire dello smart working. L’invito però è quello di utilizzare i mezzi pubblici solo se strettamente necessario e di aver cura di stare a debita distanza dagli altri e lavarsi le mani adeguatamente. Le misure del nuovo decreto saranno in vigore fino al 25 marzo, salvo proroghe o diverse disposizioni.
Decreto 11 marzo 2020, chiusura totale contro il coronavirus: testo pdf e cosa prevede
Come chiedevano da giorni molti Governatori regionali, in primis Fontana della Regione Lombardia, per frenare l’emergenza coronavirus serve il pugno di ferro: chiusura totale delle attività tranne quelle strettamente necessarie. Soluzione che mette a dura prova l’economia italiana ma che pare essere l’unica in grado di arrestare il numero dei contagi.
Il nuovo decreto 11 marzo 2020 prevede le misure seguenti:
- chiusura delle attività commerciali al dettaglio, sia di piccola che di grande produzione, ad eccezione di supermercati e farmacie. Chiusi anche i mercati rionali, tranne per la vendita dei generi alimentari.
- chiuse le attività di ristorazione, quindi pub, bar, ristoranti e gelaterie, che possono sfruttare la consegna a domicilio. Le mense aziendali possono restare aperte, ma solo se consentono il rispetto delle distanze di sicurezza;
- chiuse le attività per la cura e il benessere personale come parrucchieri, barbieri e centri estetici.
Qui il testo in pdf del DPCM 11 marzo 2020
Nuovo decreto coronavirus: cosa resta aperto?
La stretta del Governo non riguarda supermercati, che resteranno sempre aperti ed è garantito l’approvvigionamento continuo e regolare (quindi non serve svuotare gli scaffali e fare grandi scorte alimentari), farmacie e parafarmacie, edicole, tabaccai. Restano aperte banche, uffici postali, i servizi assicurativi e tutti gli esercizi del settore agroalimentare e zootecnico.
Dalle dichiarazione di Angelo Borrelli, Capo della Protezione civile, sembra che i cittadini, in caso di controllo da parte delle Autorità di vigilanza, debbano compilare e firmare l’autocertificazione in cui dichiarano i motivi dello spostamento, anche per fare la spesa. Prima, invece, questa era necessaria solo per spostamenti “rilevanti” che implicano grandi distanze e l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblico o automobile. Restano consentiti gli spostamenti all’interno del Comune o sul territorio di un’altra Regione per ragioni di lavoro, salute e necessità.
Emergenza coronavirus: incentivate ferie e smart working
Per quanto riguarda le attività produttive, professionali e il lavoro dipendente, il nuovo decreto ministeriale ordina queste misure:
- favorire il più possibile il lavoro da casa;
- incentivare ferie e congedi retribuiti;
- sospensione dei rami aziendali non indispensabili;
- ove non è possibile lo smart working, provvedere a particolari protocolli igienico-sanitari, sanificazione degli ambienti e rispetto delle distanze di sicurezza tra i dipendenti;
- limitare al massimo gli spostamenti, fuori e dentro il comparto aziendale.
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