Mentre anche negli Stati Uniti il presidente Donald Trump ha deciso di adottare misure restitrittive per fronteggiare il coronavirus, l’ex deputato Ron Paul parla del virus come un film già visto con il Patriot Act.
Se in Italia è senza dubbio Vittorio Sgarbi a essere il più scettico riguardo l’emergenza coronavirus, negli Stati Uniti la voce più importante fuori dal coro è quella di Ron Paul, ex deputato Repubblicano ma da sempre indicato come una sorta di battitore libero all’interno del partito.
Mentre anche Oltreoceano il coronavirus sta iniziando a far paura, tanto che Donald Trump dopo aver inizialmente snobbato la pandemia ha ordinato delle misure restrittive, ecco che Ron Paul con un post sul sito della sua Fondazione parla di una sorta di “inganno”.
“I governanti amano le crisi - ha esordito l’ex deputato nel suo articolo - perché quando la gente è spaventata sono più disposti ad abbandonare le libertà con la promessa da parte dei governi di prendersi cura di loro”.
L’esempio di questo sarebbe quanto è accaduto negli Usa dopo il 9/11, quando proprio dai Repubblicani venne emanato il famoso Patriot Act che limitò di molto le libertà personali degli americani.
Secondo Paul è ironico vedere i Democratici, che fino a poco tempo fa accusavano Trump di impeachment per abuso di potere, esigere adesso maggiori poteri per “combattere un virus che ha ucciso meno di 100 americani”.
Il politico americano ha quindi fatto il paragone con la tubercolosi, che nel 2017 avrebbe ucciso 1,6 milioni di persone ma senza creare il panico che adesso si starebbe verificando con il coronavirus.
“Senza dubbio le persone moriranno per il coronavirus - ha concluso Ron Paul - le persone più vulnerabili dovrebbero prendere delle precauzione per limitare la loro esposizione, ma noi abbiamo già visto questo film con il governo che prenderà la cosa come una scusa per toglierci delle libertà e, quando questo sarà finito, non ce le ridaranno indietro”.
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