Coronavirus, spunta nuovo effetto indesiderato: la carne sa di petrolio

Fiammetta Rubini

31 Agosto 2020 - 16:40

Cos’è la parosmia, l’effetto collaterale del coronavirus che intrappola i pazienti in un mondo di odori distorti.

Coronavirus, spunta nuovo effetto indesiderato: la carne sa di petrolio

La carne sa di petrolio, il prosecco di mele marce, il caffè odora di bruciato. Ciò che prima era buono adesso ha un odore diverso, sgradevole. Si chiama parosmia (dal greco parà e osmḗ, “odore”, ovvero distorsione dell’olfatto), ed è uno degli effetti collaterali più bizzarri segnalati dalle persone affette da Covid-19.

Gli studi hanno scoperto che la perdita dell’olfatto come sintomo del Covid-19 colpisce dal 50 all’80% delle persone che contraggono il virus. Ma se l’anosmia è una condizione insolita e fastidiosa, la parosmia lo è ancora di più. Questo perché la distorsione degli odori si verifica con odori familiari. I profumi piacevoli vengono sostituiti da odori sgradevoli, come verdure marce o fumo di sigaretta. La parosmia rende il cibo immangiabile e complica gesti semplici e quotidiani, come lavare i piatti o lavarsi i denti.

Sintomi coronavirus: cos’è la parosmia

Chi ha contratto l’infezione può non sentire gli odori perché il virus danneggia i neuroni olfattivi. Il recupero dell’olfatto, che nei pazienti Covid-19 può avvenire in 1-2 settimane o più, è molto lento poiché i neuroni olfattivi hanno bisogno di tempo per rigenerarsi.

La maggior parte dei casi di parosmia si manifesta proprio nella fase di recupero da un’infezione, e la gravità dei sintomi varia da caso a caso.

La condizione si manifesta in genere con la percezione di un cattivo odore persistente, specialmente davanti ai cibi (ma non solo). Ad esempio per molti parosmici l’odore di caffè è descritto come bruciato, chimico e ricorda i liquami.

Durata dei sintomi e cura

Alcuni esperti dicono che la parosmia, che è sintomo di recupero degli odori, è passeggera, ma in alcune persone può durare anche anni.

La dottoressa Claire Hopkins, presidente della British Rhinological Society, ha detto che è sbagliato pensare che la “perdita o l’alterazione degli odori causa coronavirus sia di breve durata. C’è una buona possibilità di recupero, ma ci sono tantissime persone che perderanno l’olfatto per un lungo periodo di tempo, con serie ripercussioni sulla loro vita”. L’olfatto infatti gioca un ruolo importante nella memoria, nell’umore e nell’emotività, e chi soffre di disfunzioni descrive la sensazione di isolamento e frustrazione.

I tempi di recupero variano a seconda delle cause della parosmia e del trattamento. In genere se è causata da un’infezione batterica o virale (e non, per esempio, da condizioni neurologiche o da un tumore), il senso dell’olfatto può tornare alla normalità senza trattamento specifico. In media ci possono volere anche 2-3 anni.

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