Raggiunto l’accordo tra Russia e Ucraina per permettere ai civili di lasciare il terreno di scontro. Vengono così aperti i corridoi umanitari. Cosa sono e a cosa servono?
Cosa sono i corridoi umanitari di cui si parla dall’inizio dell’operazione di invasione in Ucraina? La guerra in Ucraina miete vittime e, soprattutto, rifugiati. Nelle ultime ore, dopo il trovato accorda tra la delegazione russa e quella ucraina, sarà garantito un cessate il fuoco momentaneo per permettere la fuga dei civili. I Paesi europei, soprattutto quelli di confine, hanno già reso possibile l’apertura di corridoi umanitari, cioè dei veri e propri viaggi della speranza.
Su una popolazione di 44 milioni, in otto giorni sono stati confermati oltre un milione di civili in fuga, per la precisione 1.038.583 persone hanno lasciato i confini Ucraini. Molti altri però sono ancora in attesa e aspettano di mettersi al sicuro al freddo lungo i confini. La promessa della politica tutta, dall’Italia all’Europa, è un’apertura completa ai rifugiati. C’è chi ha fatto un distinguo, parlando di rifugiati di seria A e rifugiati di serie B, cioè chi scappa da una vera guerra e chi no.
I corridoi umanitari non fanno però distinzioni politiche o etniche (o non dovrebbero), al contrario di quanto sta accadendo ai confini polacchi con rifugiati africani e neri. I corridoi umanitari permettono l’accoglienza di chi arriva dalle zone di guerra e non solo, dall’Afghanistan, dalla Pakistan, dalla Tunisia, dalla Libia e altri.
Cosa sono i corridoi umanitari e perché esistono
I corridoi umanitari sono nati dalla necessità di garantire sicurezza alle persone fragili, in fuga dal loro Paese di provenienza per diversi motivi. Possono essere diversi i motivi che spingono le persone a fuggire, quali disastri naturali, carestie o, come nel caso più recente in Ucraina, una guerra.
Ma cosa sono i corridoi umanitari? Con corridoi umanitari si intende un programma di accoglienza creato per garantire l’accesso in un Paese sicuro a chi non è più al sicuro. I primi a ricevere soccorso sono quasi sempre donne e bambini.
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Quali sono i “viaggi della speranza”?
I corridoi umanitari, anche definiti “viaggi della speranza”, sono stati realizzati a partire dal 2015 attraverso protocolli d’intesa sottoscritti da comunità e associazioni. Le rotte della “speranza” sono diverse, le prime sono quelle dal Libano, per poi allargarsi ad altre situazioni di emergenza.
I corridoi in Europa sono principalmente due:
- la rotta balcanica: chi arriva dall’Afghanistan e dal Pakistan attraverso la Serbia; dalla Siria per la Grecia, la Bosnia etc;
- il Mediterraneo: dalla Tunisia, dalla Libia, Egitto e Turchia e non solo.
La crisi umanitaria della guerra in Ucraina: sì a corridoi umanitari
In giornata si sono tenuti i colloqui tra la delegazione russa e quella ucraina. L’unico accordo emerso è stato quello relativo a un cessate il fuoco momentaneo per permettere alla popolazione ucraina e ai civili di ogni etnia (si spera) di raggiungere un Paese sicuro.
I numeri dei profughi sono destinati a crescere. Secondo i dati di UNHCR the UN refugee agency hanno già attraversato i confini internazionali 1.038.583 persone. La stima però è difficile da fare, proprio perché sono in molti a non poter lasciare il Paese, dagli uomini (18-60 anni) a chi non ha la pelle bianca, che viene lasciato indietro da giorni.
“In appena sette giorni abbiamo assistito all’esodo di un milione di profughi dall’Ucraina verso i paesi vicini, ha scritto su Twitter Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Secondo le prime stime il numero può salire in poche settimane a 4 milioni di rifugiati in totale. Al momento i Paesi che più accolto rifugiati ucraini sono stati quelli di confine: Polonia (547mila profughi), Ungheria (133mila), Moldavia (97mila), Romania (51mila) e Slovacchia 79mila).
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