I cittadini greci e quelli spagnoli stanno ritirando i soldi dai loro conti, il Bank Run, uno dei fenomeni più distruttivi per un’economia di mercato, è arrivato in Europa: in Grecia, da lunedì scorso fino a ieri sono stati prelevati ben 1,2 miliardi di euro, mentre in Spagna, dopo la nazionalizzazione di Bankia, i suoi clienti hanno ritirato più di 1 miliardo di euro.
La corsa agli sportelli: le Cause
Nel Paese iberico pesa l’imminente riforma bancaria, dai costi piuttosto incerti, mentre in Grecia i continui fallimentari tentativi di formare un esecutivo seguiti poi dall’inevitabile annuncio di nuove elezioni il prossimo 17 giugno, dalle voci sempre più pressanti dall’uscita del Paese dall’euro e dal termine dei prestiti e dei rifinanziamenti da parte della Bce ad alcune tra le più importanti banche greche (attualmente, secondo diverse fonti, sarebbero almeno 4 le banche a non avere più un proprio capitale), decisione questa causata dal rinvio della ricapitalizzazione delle banche nonostante i 25 miliardi di euro ricevuti a questo scopo dall’Unione europea e dal Fondo Monetario Internazionale.
E così i cittadini greci hanno preferito ritirare i propri soldi dai conti e scegliere altre vie preferenziali di deposito, come gli istituti esteri, la vicina Cipro o il materasso.
Un processo questo cominciato all’inizio del 2009, e che in 3 anni ha portato a ridurre i depositi del totale delle banche di 70 miliardi di euro, attestandosi complessivamente a 170 miliardi di euro.
Processo che poi si è accelerato negli ultimi giorni a seguito della situazione caotica in cui è riverso il Paese ellenico.
Tuttavia, la domanda che circola insistentemente in questi giorni è la seguente: ritirare i risparmi dal sistema bancario è conveniente o no?.
Tale questione si ripete ormai dall’inizio della crisi finanziaria, quando però gli italiani erano rassicurati dalle notizie sulla solidità delle nostre banche, le uniche assieme a quelle canadesi a risentire poco della crisi.
Ritirare i soldi, dunque, conviene o no? Può convenire al singolo se riesce a riavere i suoi soldi (ovvero se preleva per primo) ma è distruttivo per la comunità dato che gli effetti diventano poi universali nel sistema economico, colpendo quindi anche chi era riuscito a ritirare.
Perché conviene
Prelevare i propri risparmi conviene al singolo per il semplice fatto che se gli altri depositanti prelevassero prima di lui la banca potrebbe fallire con la conseguenza di mandare in fumo tutti i risparmi.
Se è vero che tutti i depositi sono garantiti da un apposito fondo fino a 100.000€, c’è anche da dire che il fondo non ha certamente le risorse per sopperire ad un fallimento in massa di un sistema bancario nazionale.
Data questa natura del Bank Run siamo evidentemente di fronte al classico fenomeno che si autoalimenta: nessuno ha interesse a causare una corsa agli sportelli ma ognuno ha interesse a prelevare i propri soldi prima che lo facciano gli altri. In pratica è la classica questione di fiducia, il vero motore intangibile di ogni sistema economico.
Perché non conviene
Come già accennato in una corsa agli sportelli gli svantaggi superano ampiamente i vantaggi. La questione centrale è che i vantaggi sono individuali e gli svantaggi collettivi.
Nessuna banca ha in cassa tutti i soldi che i cittadini hanno depositato: gran parte di questi soldi sono impegnati in prestiti verso aziende ed altri soggetti.
Nel momento in cui molti risparmiatori decidono di ritirare i loro soldi (ne hanno tutto il diritto) la banca di riflesso è costretta a chiedere ai suoi debitori di rientrare. Purtroppo proprio in questo periodo di crisi è molto difficile per le aziende e le famiglie estinguere i loro debiti, ecco quindi che le banche rischiano fortemente l’insolvenza poichè non possono recuperare i loro crediti allo stesso ritmo con cui i risparmiatori richiedono i loro soldi durante un bank run.
Il fallimento di una piccola banca è un evento sopportabile per l’economia e come abbiamo visto ci sono fondi appositi per garantire i risparmiatori in questi casi. Ma se a fallire sono molte banche, e magari anche grandi, il problema è nazionale e lo stato è costretto ad intervenire.
Per intervenire lo stato ha bisogno di indebitarsi per dare credito alle banche, purtroppo in Europa la recente introduzione del fiscal compact (l’Italia lo ha già inserito nella sua costituzione) impedisce ai governi di raccogliere denaro alla velocità e nelle quantità che servirebbero in caso di bank run. Insomma: si stanno creando tutte le premesse per un suicidio finanziario promuovendo austerità mentre la fiducia che i mercati richiedono può venire solo da una crescita economica che va stimolata dagli stati con nuovo debito pubblico.
Conclusioni
Quel che è certo è che sia i greci sia gli spagnoli, dunque, stanno correndo in banca per evitare ciò che successe in Argentina e in Bulgaria dove, dopo che fu dichiarato il default, le banche chiusero e i conti correnti vennero bloccati.
Greci e Spagnoli, in breve, vorrebbero evitare un remake. Forse proprio per questo lo subiranno.
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