Corteo dei sindacati a Roma: “Basta mance, contratto subito”

Gaja Gabriele

29/11/2015

Manifestano i sindacati da stamattina a Roma contro il “contentino” stanziato dal governo per il rinnovo del contratto.

Corteo dei sindacati a Roma: “Basta mance, contratto subito”

I sindacati in piazza stamattina 28 novembre a Roma protestano per il mancato rinnovo del contratto pubblico, sono almeno 25 le sigle sindacali presenti in rappresentanza di scuola, sanità, servizio pubblico locale, sicurezza, università, ricerca e privato sociale. In testa alla manifestazione, partita da Piazza della Repubblica, i leader di Cgil, Cisl e Uil: Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.

Bloccato da sei anni il rinnovo del contrattoI dipendenti dello stato attendono da sei anni il rinnovo del contratto, congelato dal 2010 per ragioni straordinarie di crisi economica e non più toccato, manovra che solo dopo diversi ricorsi alla Corte Costituzionale è stata riconosciuta come illegittima per la sua durata eccessiva. La legge di stabilità 2016 approvata dal senato il 20 novembre ha svilito il ruolo dei dipendenti pubblici che nonostante tutto continuano a svolgere il proprio lavoro, non solo non è stato riconosciuto nessun recupero per gli anni passati ma il problema è stato minimizzato. Lo stanziamento previsto è di 300 milioni, una mancia di circa 4 euro al mese, ben pochi rispetto ai 150 chiesti.

La risposta al ministro PolettiA rincarare le opposizioni dei sindacati sono anche le recenti affermazioni del ministro Poletti durante un convegno sul Jobs act alla Luiss: “E’ giunta l’ora di immaginare contratti di lavoro che non abbiano come unico riferimento il rapporto ora/lavoro ma misurare l’apporto all’opera” - “La misurazione ora/lavoro e’ un attrezzo vecchio che frena rispetto a elementi di innovazione”.Affermazioni che renderebbero praticamente nullo il servizio dei sindacati, come infatti risponde il segretario confederale della Cisl Gigi Petteni: “Il ministro lasci lavorare i contrattualisti del sindacato e le altre parti sociali sulla riforma dei contratti e sulle forme di partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa. Ciascuno faccia il proprio mestiere". Anche Susanna Camusso, leader Cgil risponde al ministro: “L’idea che emerge è quella di un ministro che non conosce com’è fatto il lavoro, vuole apparire come Ufo robot, per risolvere tutti i problemi. Ma le condizioni non vanno che peggiorando».

Quella di oggi non è l’ultima ed estrema mossa, se la manifestazione non convincerà il governo a riconsiderare le cifre si potrebbe anche ricorrere allo sciopero generale, come afferma il leader della Uil Carmelo Barbagallo: “Non ci costringano a fermare il Paese per dire poi che siamo degli irresponsabili”.

Si attende la risposta di Renzi, se lo stato continuerà a mettere in secondo piano i servizi pubblici confidando nella presenza di quelli privati la manifestazione di oggi rischia di essere solo la punta di un iceberg.

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