Cosa ha detto l’AIFA sulla terza dose di vaccino

Chiara Esposito

09/09/2021

L’AIFA rende nota la sua posizione in merito alla terza dose di vaccino anti-Covid. L’analisi degli esperti guarda ai tempi e ai destinatari.

Cosa ha detto l’AIFA sulla terza dose di vaccino

Fumata bianca da parte dell’AIFA: la terza dose del vaccino contro il Covid si farà anche in Italia.

Il verdetto della commissione tecnico-scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco non sorprende ma certifica la possibilità di mobilitarsi per l’inizio di una nuova fase della campagna vaccinale già a partire da settembre.

Le tempistiche per questo via libera saranno stabilite dal governo in accordo con le indicazioni del Cts che, ancor prima dell’approvazione dell’AIFA, si era spinto a comunicare all’esecutivo il suo benestare.

La motivazione è semplice: ripetere l’iniezione garantisce un prolungamento dei benefici del farmaco stesso rinforzando gli anticorpi del paziente.

Come ormai ben noto, infatti, anche i vaccinati possono infettarsi poiché la copertura da contagio non è totale né pensata per tutte le possibili varianti del virus. I nuovi dati però mostrano una maggiore incidenza di casi tra chi ha ricevuto per primo la somministrazione.

I destinatari della terza dose sono infatti le stesse categorie che avevano fatto da apripista ai tempi della commercializzazione dei primi vaccini.

Dichiarazioni in merito, modalità di somministrazione e ulteriori dettagli sul caso qui di seguito.

Il sì dell’AIFA per la terza dose di vaccino: una decisione che non sorprende

Sebbene la discussione sul tema abbia avuto inizio martedì 1° settembre, ci sono voluti alcuni giorni per ufficializzare la decisione.

La conclusione a cui si è giunti, però, era data per scontata da molti cittadini. A far presagire questa apertura alla terza dose erano state le recenti dichiarazioni di Roberto Speranza, ministro alla Salute, intervenuto alla conclusione del G20 di Roma, e di Francesco Figliuolo, il commissario per l’emergenza sanitaria.

Entrambi avevano infatti espresso la propria volontà di collaborare attivamente alla realizzazione della nuova fase del progetto nazionale. I dettagli sui destinatari e i tempi dei vaccini in arrivo, insomma, erano già stati indicati. La valutazione scientifica riveste un ruolo di conferma ulteriore, una certificazione da parte degli esperti.

In merito alla responsabilità di questa autorizzazione si era espressa anche la stessa Ema, l’autorità europea per i medicinali. Tramite le parole del responsabile della strategia vaccini dell’ente, Marco Cavaleri, l’agenzia aveva chiarito che sul punto vige la totale autonomia e autorità dei singoli Stati. La mossa italiana, quindi, anticipa i tempi dell’UE ma resta pur sempre entro la legittimità di queste prese di posizione.

Il motivo del ritardo dell’Ema sarebbe dovuto a una sperimentazione in corso con un team 300 persone sui tempi esatti della terza inoculazione. Da ciò che per ora si sa, tuttavia, anche l’ente propende per i sei mesi di decorso fra seconda e terza dose.

Terza dose: quando e per chi?

I beneficiari di questo ulteriore servizio sanitario sono i cosiddetti fragili; colori quali sono ascrivibili alla categoria degli Over 80, così come gli ospiti delle Rsa. La dose di «booster» per loro arriverà quindi ad almeno sei mesi dall’ultima ricevuta.

La dose addizionale arriverà però anche per immunodepressi e pazienti che si sono recentemente sottoposti a trapianti e cure contro il cancro, poiché tali condizioni o terapie incidono notevolmente su sistema immunitario indebolendo.

Il timing per la terza dose coincide quindi con la fine del mese di settembre per molti cittadini mentre, tra gennaio e febbraio, potrebbe toccare agli operatori sanitari più a rischio. Su questo però deciderà il Governo, ancora niente di ufficiale.

Terza dose: una tattica già popolare all’estero

La tattica della terza dose non è un’innovazione italiana poiché il nostro paese non è il primo ad aprire la strada a questa possibilità. In questi mesi o in questi ultimi giorni siamo stati preceduti da vari paesi UE, anche loro attivatisi prima dell’Ema, e da paesi extra-europei come il Regno Unito, il Cile e il Brasile.

I nostri vicini di casa più propensi sono Francia, Danimarca e Germania che procederanno con le inoculazioni sempre a partire dalla fine di settembre.

Dagli Stati Uniti arrivano invece notizie differenti con Biden e Anthony Fauci che stanno discutendo la possibilità di attivare la terza dose dopo solo 5 mesi dalla seconda, un mese di anticipo rispetto a noi.

Sappiamo che in tutti questi casi - e anche nel nostro Paese - saranno utilizzati solo vaccini a mRna, ossia Pfizer e Moderna, poiché gli studi condotti finora evidenziano un aumento più consistente dell’efficacia proprio in riferimento a questi farmaci. Le percentuali riportate in uno studio israeliano si attestano attorno all’86% negli over 60.

Con questo alto tasso di adesioni e valori tanto incoraggianti nulla sembra destare sospetti o ragionevoli preoccupazioni.

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