Sebbene Chernobyl non sia più una centrale elettrica attiva, le sostanze contenute al suo interno sono molto delicate e pericolose. Ecco perché i materiali rubati dall’esercito russo costituiscono un problema.
Poco è importato ai russi che le sostanze custodite a Chernobyl fossero radioattive e potenzialmente letali. L’esercito russo che ha occupato la centrale nucleare di Chernobyl ha comunque deciso di trafugare il materiale radioattivo.
L’allarme che arriva dall’Agenzia statale ucraina per la gestione della zona di esclusione, citata dalla Bbc, mette in guardia. L’Agenzia riferisce, infatti, che le truppe russe entrate nell’area di stoccaggio della base di ricerca Ecocentre, non solo hanno rubato sostanze altamente radioattive allontanandole da una zona sicura, ma il luogo in cui queste sono state portate rimane sconosciuto. “Anche una piccola parte di queste sostanze è mortale se gestita in modo non professionale”, denuncia l’Agenzia.
Sebbene Chernobyl non sia una centrale elettrica attiva, la protezione sopra il reattore esploso quasi 36 anni fa deve essere mantenuta sotto controllo per evitare ulteriori perdite di radiazioni. Tutto ciò che Chernobyl contiene, quindi, è di estrema delicatezza e se l’esercito russo decide di saccheggiare un luogo tanto fragile, l’apprensione degli esperti - e non solo - aumenta.
Cosa hanno rubato i russi da Chernobyl?
Come già sappiamo, la centrale nucleare di Chernobyl è stata occupata per settimane dai russi durante i combattimenti della guerra in Ucraina. L’Agenzia statale ucraina per la gestione della zona di esclusione riferisce che le truppe russe hanno rubato 133 sostanze altamente radioattive dai laboratori di ricerca: sono sostanze che potrebbero uccidere non solo i soldati russi che le hanno maneggiate durante il furto, ma quante più persone dovessero venire in contatto con esse.
Come abbiamo accennato poco fa, anche la più piccola parte di materiale radioattivo può essere mortale se gestita con poca cura, e se il luogo in cui tali elementi sono stati depositati non è congeniale alla loro conservazione potrebbe comportare un pericolo non indifferente anche per il territorio e l’ambiente circostante.
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Nella Foresta rossa, cioè nella zona di esclusione della centrale nucleare ucraina, dove i militari russi hanno scavato trincee e cercato di costruire fortificazioni, sono stati registrati livelli molto elevati di radiazioni. Petro Kotin, capo della società statale ucraina per l’energia nucleare Energoatom, insieme agli specialisti della Compagnia, ha visitato una delle aree della foresta.
Egli riferisce che l’indice di radiazione esterna è 10-15 volte superiore al normale e che uno degli indicatori che forma la radiazione interna ricevuta dagli occupanti dalla superficie del suolo risulta 160 volte superiore alla norma.
“Tutti i soldati russi che sono stati nella Foresta Rossa e hanno scavato per quasi 30 giorni, dovranno affrontare malattie da radiazioni di varia gravità", ammette il ministro dell’Energia ucraino, German Galushchenko.
Riportiamo questi dati per dimostrare la gravità e la pericolosità delle sostanze in questione e per far capire, quindi, che trattare certi materiali non può che costituire un pericolo.
A preoccupare non è soltanto la possibilità che il materiale sottratto possa essere utilizzato per fabbricare una bomba sporca, cioè un’arma in grado di spargere materiale radioattivo, ma anche la possibilità che le forze russe non garantiscano la giusta prudenza nei confronti di materiali tanto sensibili. Sembra che alcuni soldati di Mosca abbiano addirittura maneggiato a mani nude il materiale radioattivo in questione. Se fosse vero, tale atteggiamento è allarmante ed è ciò che denunciano le istituzioni e le autorità.
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