Quali sono i fattori che spiegano i recenti tumulti sul mercato obbligazionario? L’analisi di Deutsche Asset Management mette in luce la crescita delle previsioni sull’inflazione, anche se lenta.
Costa sta succedendo sul mercato obbligazionario, recentemente colpito da tumulti inaspettati?
Con l’arrivo del 2018 alcuni analisti iniziano a prevedere l’avvento della fine della fase rialzista per il mercato dei titoli di Stato, che nel caso dei Bund tedeschi e dei Treasury statunitensi dura da oltre 35 anni.
Per anni i rendimenti sono stati eccezionali, per poi scendere di pari passo al calo dei tassi di interesse. E più scendono i rendimenti, più salgono i prezzi delle obbligazioni, una dinamica che si fa sentire maggiormente sui bond con scadenze a più lungo termine.
Da dieci anni gli analisti e gli investitori tra i più pessimisti ritengono che i bei tempi sull’obbligazionario non possano durare, con un conseguente ritorno di un aumento dei rendimento sui titoli.
E, ad oggi, sono in campo alcuni fattori che ci indicano come potremmo essere ormai prossimi ad un punto di svolta.
I fattori rialzisti sull’obbligazionario
Grazie al taglio delle tasse apportato dalla riforma fiscale di Trump negli Stati Uniti il mercato è tornato a concentrarsi sull’aumento delle emissioni di obbligazioni e sul calo dell’interesse da parte degli istituzionali cinesi.
A ciò si aggiunge il timore alimentato dalla prossima fine delle politiche monetarie di sostegno al mercato delle obbligazioni.
Tuttavia, esiste anche un terzo fattore, meno evidenziato nelle analisi di mercato.
Come riporta Deutsche Asset Management:
“Per quasi due anni, i tassi di inflazione di pareggio derivanti da titoli indicizzati all’inflazione sono aumentati sia in Germania che negli Stati Uniti. Gli aumenti sono stati moderati, ma abbastanza costanti, come mostra il nostro grafico della settimana qui di seguito allegato.”
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