Cosa succede veramente il 4 maggio 2020?

Antonio Cosenza

19/04/2020

Giuseppe Conte annuncia novità per il 4 maggio 2020: ma cosa succederà realmente? Non ci sono solo buone notizie, ecco perché.

Cosa succede veramente il 4 maggio 2020?

Giuseppe Conte lo ha annunciato al termine di una lunga giornata di incontri: il 4 maggio 2020 è il giorno della ripartenza. Ma attenzione: ciò significa che ci sarà la ripresa di diverse attività produttive ma non sarà il ritorno alla normalità che tutti noi aspettiamo, né tantomeno è scontato ci possa essere la riapertura delle attività commerciali.

Nel dettaglio, in un post pubblicato nella serata di ieri, il premier ha annunciato che da parte dei rappresentanti dei Governi locali è arrivata l’adesione al disegno dell’Esecutivo di adottare un piano nazionale (e quindi non regionale, come si credeva inizialmente) che possa permettere una parziale ripartenza in data 4 maggio 2020.

Un post che rappresenta una buona notizia perché ci dà almeno la certezza che il lockdown sta per finire. Ma allo stesso tempo dobbiamo essere consapevoli che sarà solamente un graduale ritorno alla normalità, visto che non tutte le attività riprenderanno regolarmente e chi aprirà dovrà garantire il rispetto delle norme introdotte appositamente per la fase due.

Cosa succede veramente il 4 maggio 2020?

Il 4 maggio verrà autorizzata - parola di Giuseppe Conte - la ripresa “delle attività produttive attualmente sospese”, secondo un programma ben articolato che terrà conto della tutela della salute nonché delle esigenze della produzione.

Parole che in parte ci danno una speranza, ma si tratterà di una ripresa graduale.

Ripresa che il Governo contava di iniziare con una settimana di anticipo, ovvero da lunedì 27 aprile, ma gli ultimi dati sui contagi obbligano alla massima prudenza visto che nella giornata di ieri ci sono stati ancora 482 decessi di pazienti con COVID-19.

Ecco perché non è detto che il 4 maggio 2020 tutti potranno tornare alla vita prima della diffusione del coronavirus; molte attività resteranno chiuse e verranno introdotte norme tali da limitare gli spostamenti.

Perché anche sui mezzi di trasporto bisognerà mantenere le distanze e ciò significa che il numero di persone a bordo si ridurrà notevolmente.

Considerando le scene a cui eravamo soliti assistere prima della pandemia, ovvero mezzi di trasporto stracolmi specialmente durante le ore di punta, è ovvio che qualcosa dovrà cambiare. Ma nel suo post Giuseppe Conte lo conferma: bisognerà potenziare lo smart working.

Ciò significa che per molti non ci sarà il tanto atteso ritorno in ufficio: quando e dove possibile lo smart working diventerà obbligatorio, in quanto anche lo spostamento di persone per motivi di lavoro dovrà essere il più contenuto possibile, così da non creare caos nelle città.

E non è da escludere, sempre restando sul fronte mezzi pubblici, che il loro utilizzo sia permesso solo a coloro che dimostrino di avere necessità lavorative.

Torniamo quindi alla nostra domanda di apertura, provando a dare una risposta chiara a chi ci legge: cosa succederà davvero il 4 maggio 2020?

Secondo quanto indicato dalla task force guidata da Vittorio Colao sarà l’inizio di una ripartenza molto graduale e per step. Sarà quindi solo il primo passo: non immaginiamoci scene in cui dall’oggi al domani tutti potranno riprendere con la propria attività lavorativa.

Nelle intenzioni del Governo c’è l’intenzione di dare la massima priorità alle aziende manifatturiere, nonché al settore edile e delle costruzioni. Per il commercio, ma anche per i servizi per la cura delle persone (parrucchieri, barbieri ed estetisti) invece, potrebbe anche esserci una settimana di attesa, con la ripresa solo per l’11 maggio (o anche più tardi).

Tenendo conto della classificazione delle attività più a rischio, solo in ultima istanza verrà data l’autorizzazione a bar e ristoranti. Per il turismo se ne riparlerà almeno agli inizi di giugno, mentre per per la scuola e le attività ricreative, sportive e dello spettacolo si rischia di riprendere solamente a settembre.

Cosa succederà prima del 4 maggio 2020?

C’è chi spera che già dalla prossima settimana possa esserci una ripresa delle prime attività produttive, in modo da anticipare l’inizio della fase due.

Nella giornata di ieri si è discusso di questa possibilità, ma per adesso la fumata è grigia e se ne riparlerà solamente nel Consiglio dei Ministri di domani.

Questo perché i dati sul contagio da COVID-19 sono ancora troppo alti e l’andamento della curva epidemica non lascia spazio a fretta e ottimismo. Gli esperti chiedono che il lockdown come da programma duri almeno fino al 3 maggio: il Governo, nonostante le pressioni dei Governatori regionali e delle associazioni d’impresa, sembra essere disposto ad accontentarli.

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