Ci sarà un nuovo picco di contagi in estate. Ne è sicuro Walter Ricciardi, che mette in guarda il governo Draghi sulla decisione di eliminare le mascherine al chiuso troppo presto.
Il Covid torna a farsi sentire. Lo abbiamo ignorato per alcune settimane, complici le notizie sulla guerra in Ucraina, ma nel frattempo la pandemia ha fatto il suo corso. La minor attenzione prestata alle restrizioni e la diffusione della sottovariante Omicron 2 (BA.2) hanno fatto rialzare i contagi.
C’è il rischio di un nuovo picco di contagi, soprattutto in assenza di mascherine al chiuso. A dirlo è Walter Ricciardi, che guarda con preoccupazione alla liberalizzazione dei comportamenti e all’avanzata della variante Omicron 2. Anche se in Italia abbiamo atteso più di altri Paesi per eliminare alcune restrizioni, il piano di prudenza del Governo Draghi si scontra in questi giorni con la comparsa sul territorio di una variante più contagiosa.
Le dinamiche della pandemia sono simili un po’ ovunque, a partire dal Regno Unito - tra i primi Paesi a rimuovere le restrizioni già a fine febbraio - fino ai vicini austriaci, che dalla prossima settimana reintrodurranno le mascherine Ffp2 al chiuso. Per questo secondo l’igienista Ricciardi si sarebbe dovuto mantenere l’obbligo di mascherine al chiuso almeno fino a giugno, al contrario di quanto deciso, cioè fino al 30 aprile.
Covid: ci sarà un nuovo picco di contagi secondo Ricciardi
Il Governo sembra davvero sicuro della strada intrapresa con la graduale eliminazione delle restrizioni, ma non tutti sono d’accordo, in particolare sull’eliminazione delle mascherine al chiuso. Secondo l’igienista Walter Ricciardi saremo costretti a fare un passo indietro già a metà maggio, quando i contagi e le ospedalizzazioni torneranno a salire.
La curva epidemiologica segna una risalita piuttosto evidente e con l’eliminazione delle restrizioni questa non potrà che continuare a salire. È questa la previsione di Ricciardi. A maggio sarà “un momento delicato - spiega il professore - ci sarà una notevole risalita dei contagi” e, di conseguenza, di ospedalizzazioni.
La previsione di Ricciardi negli esempi di Regno Unito e Austria
La previsione di Ricciardi è funesta, ma non può essere ignorata. Soprattutto perché in questi giorni sono emersi due modelli di Paesi che hanno tolto le restrizioni “troppo presto” e che ora ne stanno subendo le conseguenze. Si tratta di Regno Unito e Austria. Nel Regno Unito i contagi sono tornati a salire da fine febbraio, da quando sono state eliminate le restrizioni, mentre in Austria a partire dalla prossima settimana, dopo aver cancellato l’obbligo di mascherine, si tornerà a frequentare i luoghi al chiuso solo con l’Ffp2.
“Le dinamiche sono chiaramente simili”, ha detto Walter Ricciardi sul Messaggero. Minori restrizioni vuol dire risalita di contagi e ospedalizzazioni. Se non maggio - quando non saranno più necessarie le mascherine al chiuso -, saranno i mesi successivi a rappresentare il “nuovo picco” e cioè quando la variante Omicron 2, grazie alla maggior contagiosità, avrà soppiantato la variante originale.
Il pericolo maggiore della riapertura senza mascherine, cioè di una maggiore libertà nei comportamenti, è che questa variante riesca a raggiungere molte persone, anche i fragili e i non vaccinati. Sappiamo infatti che al momento Omicron 2 e Omicron non si differenziano molto, né nella sintomatologia, né nella risposta ai vaccini. Eppure appare scontato che se dovessero aumentare i contagi, aumenteranno anche le ospedalizzazioni e i decessi per i soggetti a rischio.
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