Secondo una previsione basata sulla matematica, la professoressa Zoe M. McLaren sostiene che non manchi molto alla fine della pandemia. Ecco cosa aspettarsi
Quando finirà la pandemia? Nel corso dell’ultimo periodo si sono rincorse previsioni e ipotesi sulla presunta data di ritorno alla normalità. A queste, adesso se ne aggiunge un’altra basata sulla matematica.
La stima è stata svolta da Zoe M. McLaren, professoressa associata ed economista sanitaria presso l’Università del Maryland nella contea di Baltimora, che in editoriale pubblicato sul New York Times, ha previsto che ormai non manca molto alla fine dell’incubo che stiamo vivendo da più di un anno.
Quando finirà la pandemia? La previsione matematica
Secondo l’esperta, “la comprensione delle dinamiche esponenziali rende più facile sapere cosa aspettarsi nella prossima fase della pandemia”, proprio in virtù di questo è facile ipotizzare che la situazione migliori molto in fretta “con l’aumento dei tassi di vaccinazione”. Negli Stati Uniti, secondo i Centers for Disease Control and Prevention, al momento sono state somministrate più di 234.000.000 dosi, e questo per McLaren porterà i numeri a precipitare, precisando che “ogni caso di Covid-19 a cui viene impedito interrompe le catene di trasmissione, impedisce molti altri casi in futuro”.
In ogni caso, sottolinea l’esperta, un allentamento prematuro delle misure di prevenzione porterebbe la curva dei contagi ad aumentare di nuovo, riportando un esempio: “Ridurre 1.000 casi della metà ogni giorno significherebbe una riduzione di 500 casi il giorno 1 e 125 casi il giorno 3, ma solo di 31 casi il giorno 5”. Negli Stati Uniti, continua ancora McLaren, il decadimento esponenziale è già avvenuto, dal momento che in soli 22 giorni si è assistito ad un calo dei casi giornalieri di 100.000 persone, passando dai 250.000 contagi dell’8 gennaio, ai 150.000 del 31. Per far si che i casi diminuissero di altre 100.000 unità al giorno tuttavia ci è voluto più di tre volte dello stesso tempo.
La crescita del virus
L’esperta ha aggiunto che “nessun virus può crescere per sempre a un ritmo esponenziale. La crescita dei virus è limitata dalle risorse disponibili, come ospiti non infetti, mezzo di trasmissione, sostanze nutritive, acqua, ecc. Tuttavia, la crescita esponenziale iniziale dei virus aumenta a una velocità allarmante. Fortunatamente, questo tipo di tasso di crescita infettiva non continua all’infinito”.
Infatti nel momento in cui il tasso di crescita raggiunge il suo apice inizia a diminuire e “la curva cambia da esponenziale a distribuzione normale o curva a campana quando il modello di crescita inizia a diminuire”. L’obiettivo adesso è il raggiungimento dell’immunità di gregge conclude l’esperta, tuttavia una volta raggiunto questo traguardo non si bisogna pensare che non nasceranno più dei nuovi focolai, ma si potranno fronteggiare facilmente “mentre si verificano fino a quando gli stessi focolai diventano sempre meno comuni”.
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