Il vaccino contro il coronavirus è, al momento, l’unica arma a disposizione per contenere la diffusione del contagio. Quanti morti si potrebbero evitare grazie alla somministrazione del vaccino?
Sono iniziate domenica 27 dicembre le prime vaccinazioni contro il Covid-19: la prima italiana a ricevere il vaccino è stata un’infermiera di 29 anni, simbolo della rinascita del Paese dopo la pandemia. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi proseguiranno le somministrazioni dapprima al personale sanitario e in seguito anche agli anziani delle Rsa. Si prevede di arrivare a somministrare il vaccino alla maggior parte della popolazione.
Nel caso in cui si dovesse raggiungere l’80% della popolazione italiana vaccinata, il numero delle vittime per Covid-19 potrebbe drasticamente ridursi e ciò permetterebbe di gestire meglio l’emergenza anche a livello ospedaliero.
A togliere i dubbi sul vaccino e sulla sua potenziale efficacia è stata l’Università di Roma Tor Vergata, con uno studio a cura di Francesco Saverio Mennini, docente di Economia sanitaria e direttore del distaccamento di Economic evaluation and health technology assessment del Centre for economic and international studies.
Quanti morti potremmo evitare grazie alla vaccinazione di massa? Quali sarebbero i benefici del vaccino sugli ospedali e sull’economia italiana? Ecco la previsione.
Vaccino anti-Covid: quante vite si possono salvare?
Se il Piano Vaccini descritto dal Ministro della Salute Roberto Speranza non dovesse accumulare ritardi, in Italia si potrebbe arrivare a vaccinare fino all’80% della popolazione più a rischio (come gli anziani o gli immunodepressi). In questo caso, quindi, si riuscirebbero a evitare oltre 30 mila decessi.
Se, invece, «non si riuscisse a coprire un target adeguato entro il secondo trimestre del prossimo anno», scrive l’esperto Francesco Saverio Mennini, «rischieremmo di avere oltre 8 mila decessi in più». Nel caso assurdo, infine, in cui nessuno in Italia volesse sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid-19, i morti che rischieremmo di avere sarebbero almeno 62 mila.
"Il modello è stato sviluppato replicando le curve del 2020 con l’occupazione dei posti letto negli ospedali simile nel corso del prossimo anno”, ha spiegato il ricercatore Andrea Marcellusi del Eehta del Ceis.
Quando raggiungeremo l’immunità di gregge?
Lo studio dell’Università di Roma Tor Vergata cerca di ipotizzare anche il lasso di tempo necessario per raggiungere l’immunità di gregge.
Tenendo conto dei 300 ospedali attivi nella prima fase di somministrazione dei vaccini, e dei 1.500 punti indicati dal Governo per le vaccinazioni, si prevede di raggiungere l’immunità di gregge quasi entro la fine dell’anno.
Con questi ritmi, infatti, nei primi tre mesi del 2021 si riusciranno a vaccinare circa 51 mila persone al giorno, mentre negli ultimi mesi si salirà a circa 270 mila al giorno. Entro la fine dell’anno dovrebbe risultare vaccinato il 90% degli italiani considerati più a rischio.
Massimo Andreoni, direttore del Dipartimento di Medicina dei sistemi di Tor Vergata e coordinatore di un centro vaccinale del Lazio ha spiegato che il policlinico universitario romano «si sta adoperando per partire da subito con oltre 300 dosi di vaccini somministrati ogni giorno nei locali dell’ospedale. In poco meno di una settimana tutti i sanitari saranno vaccinati e si potrà partire con la vaccinazione della popolazione a rischio, Rsa e over 80».
Se anche tutti gli altri centri rispetteranno il piano vaccini e il ritmo di somministrazione, «nel primo trimestre (del 2021 ndr.) oltre l’80% degli over 80 sarà coperto dal vaccino, e nei successivi tre mesi ulteriori 9 milioni di italiani tra i 60 e i 79 anni potrebbero essere coperti dalle due dosi vaccinali previste».
Vaccino anti Covid: l’impatto sugli ospedali e sull’economia
Se il sistema italiano riuscirà a tenere il ritmo di vaccinazione previsto dal Piano Vaccini e se gli italiani risponderanno al richiamo, il numero delle terapie intensive occupate non dovrebbe raggiungere la soglia critica dei mille posti letto. Inoltre, a partire da gennaio 2021, il numero di ricoveri in altri reparti dovrebbe restare entro le 10 mila unità.
Gli ospedali torneranno alla normalità e i medici potranno dedicarsi anche alla cura delle altre patologie. A beneficiare dell’arrivo del vaccino, infine, sarà anche l’economia italiana: nel 2020 si stimano perdite fino a 60 miliardi di euro.
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