Si rischiano dei nuovi lockdown in Europa. La curva dei contagi cresce, specie per alcuni Paesi: soprattutto l’Est Europa è in crisi.
Il Covid continua a far parlare di sé. Alla vigilia dell’autunno, i contagi sembrano risalire in alcune parti d’Europa. Nello specifico è l’Est Europa che rischia dei nuovi lockdown: la causa sarebbe la campagna di vaccinazione che non ha raggiunto le percentuali di sicurezza.
Tutti i Paesi dell’Europa orientale hanno registrato un aumento preoccupante dei contagi: Ucraina, Romania, Polonia, Bulgaria, Bielorussia, Repubblica Ceca e Slovacchia sono le nazioni che rischiano di più. Anche la Lettonia e il Regno Unito stanno avendo dei problemi per quanto riguarda l’aumento dei contagi, anche se il Premier inglese Boris Johnson ha dichiarato che c’era da aspettarselo viste le riaperture generalizzate del 19 luglio.
Per quanto riguarda i Paesi extra-comunitari è la Russia a preoccupare più di tutti: si contano circa 1.000 decessi al giorno per via del Covid-19.
Regno Unito
I contagi registrati nelle ultime 24 ore segnano un nuovo record da metà luglio: 49.156 contagi su circa un milione di test.
Stabile invece la situazione ricoveri, fermi a 7.000 unità. Anche sul fronte dei morti la situazione sembra non destare preoccupazione: i decessi di oggi sono 45 contro i 57 di ieri. Il Premier ha anche annunciato che potrà esserci un inverno impegnativo; il governo auspica comunque di non dover ricorrere a nessun lockdown generalizzato.
Lettonia
La Lettonia è il Paese che rischia di più. Il governo sta programmando un nuovo lockdown per fronteggiare l’aumento dei casi. L’annuncio è venuto dal premier Krisjanis Karins che al termine di un incontro con il comitato di crisi sul Covid ha deciso di procedere con le chiusure.
Le restrizioni - che dovranno passare al vaglio di una riunione governativa per poi passare in Parlamento - potrebbero entrare in vigore da giovedì 21 ottobre. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di un coprifuoco tra le 20 e le 5 del mattino, con aggiunta chiusura di attività non essenziali come bar, cinema, teatri e ristoranti.
Polonia
In Polonia i contagi hanno visto un aumento dell’85% nell’ultima settimana. Comunque, i casi rimangono sotto la soglia dei 5.000 contagi al giorno.
L’annuncio è arrivato dal viceministro della Sanità, Waldemar Kraska, che ha rilasciato un’intervista all’emittente radiofonica Polskie Radio.
Romania
Le cose non vanno bene in Romania: ieri sono stati registrati 18.863 nuovi casi e 561 morti, con incidenza di 14.000 casi ogni 100.000 abitanti.
La causa potrebbe essere la scarsa vaccinazione della popolazione rumena: i vaccinati con entrambe le dosi sono appena il 30% della popolazione, le città più grandi sono le zone più colpite.
Russia
In Russia si è registrato il record dei decessi da inizio pandemia. I morti delle ultime 24 ore sono 1.019, da quanto riporta la Tass, agenzia di stampa russa fondata dall’Unione Sovietica.
Secondo i dati ufficiali, nel corso dell’ultima giornata sono stati accertati 33.740 nuovi casi di contagio da Covid-19, mentre dall’inizio dell’epidemia 8.060.752. Il governo russo ha introdotto l’obbligo di esibire il green pass per partecipare a grandi eventi, al chiuso o all’aperto, dal primo novembre.
La misura interesserà gli spazi con una capacità di oltre 40 persone. La causa sarebbe la bassa efficacia del vaccino russo Sputnik.
Ucraina
Anche l’Ucraina ha registrato molti decessi nelle ultime 24 ore: sono 538 i morti, il massimo dall’inizio dell’epidemia.
A riportare la notizia è Rbk, testata online ucraina, che ha citato i dati pubblicati questa mattina dal governo di Kiev.
La paura di una nuova crisi
Insomma, la pandemia sembra di nuovo preoccupare le classi dirigenti dell’Est Europa e di alcuni Paesi extra-comunitari. Il rischio potrebbe essere un nuovo aumento di casi negli Stati limitrofi o che hanno scambi commerciali e culturali con questi; per non parlare della proliferazione di nuove varianti.
Inoltre, un altro lockdown significherebbe nuovi esborsi di denaro pubblico per tutte quelle attività che rischierebbero di chiudere: una crisi economica che potrebbe ripercuotersi su tutta l’area europea.
© RIPRODUZIONE RISERVATA