Credito d’imposta per investimenti al Sud: come fare domanda

Giulia Adonopoulos

29/03/2016

Investimenti al Sud, ecco il modello approvato dall’Agenzia delle Entrate con cui fare domanda per il credito d’imposta. Info utili su requisiti e modalità d’iscrizione.

Credito d’imposta per investimenti al Sud: come fare domanda

Il modello con cui le imprese che fanno investimenti al Sud Italia possono fare domanda per il credito d’imposta previsto dalla Legge di Stabilità 2016 è stato approvato dall’Agenzia delle Entrate.

In questo articolo trovate tutte le informazioni utili su come richiedere l’agevolazione fiscale e sui requisiti necessari per ottenere il bonus, oltre che il modello e le istruzioni per la compilazione della domanda.

La Legge di Stabilità 2016 ha introdotto alcune misure di agevolazione fiscale per il rilancio economico del Sud, tra cui un bonus investimenti sotto forma di credito d’imposta. L’ultima manovra ha stanziato 617 milioni di euro l’anno rivolti agli imprenditori che intendono investire nel Mezzogiorno nel quadriennio che va dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2019.

Con un provvedimento approvato nei giorni scorsi l’Agenzia delle Entrate ha dato il via libera al modello con cui gli imprenditori possono fare domanda per il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi e utili al core business dell’azienda.

Ricordiamo che gli investimenti devono essere destinati a strutture produttive situate nelle cosiddette aree svantaggiate, ossia Basilicata, Calabria, Molise, Abruzzo, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Credito d’imposta per il Sud: chi può usufruirne

Il credito d’imposta ha carattere automatico e spetta ai titolari di reddito d’impresa, a prescindere dalla forma giuridica utilizzata.

I beneficiari del bonus sono tenuti a dimostrare gli investimenti legati all’acquisto, anche tramite contratti di locazione finanziaria, di macchinari, impianti, tecnologie e attrezzature destinati ad aziende già esistenti o che vengono impiantate nel territorio.

Le agevolazioni sono previste sugli investimenti che:

  • non superano l’importo di 1,5 milioni, con riferimento alle imprese di piccole dimensioni;
  • di importo pari a 5 milioni per quanto riguarda le imprese medio-grandi;
  • non superano i 15 milioni per le imprese più grandi.

Non possono usufruire del credito d’imposta le imprese in difficoltà o quelle che operano nei seguenti settori:

  • industria siderurgica
  • industria carbonifera
  • fibre sintetiche
  • costruzione navale
  • trasporti e relative infrastrutture
  • produzione e distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche
  • settore creditizio, finanziario e assicurativo.

Credito d’imposta per il Sud: come fare domanda

Gli imprenditori interessati a richiedere il credito d’imposta possono presentare domanda a partire dal 30 giugno 2016, esclusivamente per via telematica, attraverso i servizi Fisconline ed Entratel. Potranno farlo direttamente o tramite intermediari incaricati, associazioni di categoria, Caf o altri soggetti.

Qui di seguito potete trovare il modello in formato PDF da scaricare e stampare in modo da richiedere correttamente il credito d’imposta:

Qui, invece, trovate il documento con le relative istruzioni per la compilazione del modulo:

L’invio della domanda telematica avviene utilizzando il software “Creditoinvestimentisud”, che si potrà trovare sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.

Super ammortamento e credito d’imposta per le imprese del Sud

La Legge di Stabilità ha previsto, per le imprese meridionali, anche un super ammortamento, che è del tutto compatibile con il credito d’imposta.

Il super ammortamento consente la deduzione di una quota di ammortamento maggiorata del 40% e vale per gli acquisti effettuati nel periodo compreso tra il 15 ottobre 2015 ed il 31 dicembre 2016, fatta eccezione per i beni soggetti a coefficiente di ammortamento inferiore al 6,5%.

Gli imprenditori che intendono investire al Sud potranno, quindi, usufruire contemporaneamente di entrambi i bonus fiscali per il medesimo investimento.
Non sono invece cumulabili gli aiuti “de minimis” o altri aiuti di Stato.

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