Impennata di positivi, mentre il redde rationem dell’indice tech pare non più occultabile. A partire da Ark, in allarme rosso. E come il killer, si alza la musica per nascondere le urla della vittima
Dal primo, singolo caso di variante Omicron in California all’allarme generale, il passo è stato chiaramente breve. Nell’ultima settimana negli Stati Uniti si sarebbero registrati una media di oltre 100.000 nuovi contagi e 1.000 morti al giorno. A diffondere il dato il Washington Post, a detta del quale l’incremento sarebbe del 52,4% per quanto riguarda i positivi e del 42% per i decessi. Insomma, nuova ondata.
Apparentemente, senza un preavviso. Ma perfettamente in scia con l’Europa, quasi a ricalare il copione delle tre crisi precedenti. Dunque, prepariamoci al prepotente ritorno del driver virologico in Borsa, sui rendimenti obbligazionari e, soprattutto, nel dibattito attorno alle mosse della Federal Reserve. Ma questa volta, a detta di alcuni veterani del mercato, ci sarebbe qualcosa di più. Di diverso e di maggiormente stringente nell’incredibile coincidenza temporale che vede nuovamente protagonista il Covid.
Lo mostrano in principio questi due grafici,
dai quali desumiamo due realtà inconfutabili. Primo, i nuovi minimi a 52 settimane del Nasdaq stanno salendo e oggi il 71% del 19% di aumento da inizio anno dell’indice tech statunitense è garantito unicamente da 5 titoli: Microsoft, Google, Apple, Nvidia e Tesla. Il secondo grafico mostra come i titoli del comparto con status unprofitable, ovvero azioni il cui valore è da mettere in relazione unicamente al trend di euforia generale attorno al settore, abbiano appena festeggiato il raggiungimento del minimo da inizio anno. Insomma si comincia a percepire un po’ di tensione.
Finora, sottotraccia. Finora, però. Perché questi altri due grafici
paiono mettere decisamente in allarme: la prima immagine mostra il -41% raggiunto intraday venerdì scorso dal titolo di Docusign, mentre il secondo amplia il quadro. Quell’azione in modalità Enron è infatti fra le più detenute da Ark Innovation, l’ETF di Cathie Wood che finora ha operato da catalizzatore di interesse e speculazione pura sull’indice tecnologico Usa. Bene, non solo quel fondo è strapieno delle unprofitable tech stocks in caduta libera, non solo vede soltanto 2 titoli in detenzione (Tesla e Trimble) non in bear market conclamato (ovvero, sotto del 20% dai massimi) ma comunque in rosso di oltre il 10% sulla media a 52 settimane, non solo nell’ultima settimana ha perso il 12,6% ma soprattutto potrebbe essere il catalizzatore del ritorno in campo della Fed.
Insomma, il detonatore del grande reverse. Il grafico relativo ad Ark a cura di Bloomberg nasce dal lavoro di analisi di Julian Bridgen, co-fondatore dell’agenzia di business intelligence Macro Intelligence 2 Partners e si basa su due assunti. Primo, serve un -20% sull’azionario per garantire a Jerome Powell un alibi sufficientemente forte da spodestare l’inflazione dal trono dei rischi macro e rimettere in moto la stamperia. Secondo, a garantirlo potrebbe essere la dinamo innescata dalle criticità di massa di Ark Innovation all’interno del Nasdaq, visto che a detta dell’analista il fondo di Cathie Wood potrebbe potenzialmente crollare in area 40 dollari per azione dagli attuali 92, seguendo quasi pedissequamente il pattern di esplosione della prima bolla tech del 1999-2000.
Il timing? In tempo reale. Perché ognuno di quei titoli in profondo rosso che giacciono nel portfolio di Ark Innovation possono operare come un apparentemente innocuo e minuscolo mozzicone di sigaretta. Capace però di incendiare una foresta enorme. Da subito, stante il trend del Nasdaq in generale che fino ad oggi ha corretto da massimi stratosferici in maniera discreta e silenziosa ma potrebbe cominciare a urlare da un momento all’altro. Soprattutto con 1,5 trilioni di dollari di liquidità ormai strutturalmente intrappolati per 24 ore alla Fed di New York nel reverse repo: come dire, se parte una margin call, più di qualcuno rischia di restarci sotto. E altro che Archegos.
Ed ecco che allora questo grafico
sembra suggerire una silente strategia in atto: con la variante Omicron che ha beneficiato nei primi tre giorni di vita pubblica di qualcosa come 36.000 articoli basati sul nulla, stante la mancanza di evidenze scientifiche certe, qualche analista di lungo corso scomoda una metafora cinematografica. Cosa fa infatti l’assassino per coprire le urla della vittima e non allertare il vicinato, appena intrufolatosi in casa? Alza il volume di tv o stereo. Detto fatto, le grida manzoniane del rinnovato allarme Covid - con numeri decisamente impressionanti, non fosse altro per la rapidità del loro raggiungimento - potrebbero riuscire a coprire quelle del Nasdaq, in caso qualcosa andasse storto dalle parti di Ark Innovation.
E se qualche decina di migliaia di Mr. Smith dovessero perdere tutto, magari overnight. Mai come in questo caso, a dettare legge sarà il detto pensa alla salute. Poteva andarti peggio, potevi restare vittima della variante Omicron e andare al camposanto. Invece che della bolla del secolo. E finire solo sotto un ponte.
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