Criptovalute, il bilancio di metà anno: ecco le peggiori 3

Pierandrea Ferrari

30 Giugno 2021 - 11:50

Tempo di bilanci per le criptovalute. Ecco quali sono state, nel primo semestre del 2021, le peggiori 3 per rendimento.

Criptovalute, il bilancio di metà anno: ecco le peggiori 3

Il primo semestre del 2021 volge al termine, e se in un precedente articolo abbiamo esaminato le criptovalute che hanno realizzato i maggiori guadagni da gennaio a giugno, proviamo ora invece a scandagliare il fondo, in cerca dei crypto-asset che sono arrivati col fiatone sul traguardo.

Diciamolo subito: nessuna delle criptovalute prese in considerazione, e cioè il Bitcoin e le prime 10 Altcoin per capitalizzazione di mercato, si è mossa in territorio negativo, complice anche il boom di inizio anno che ha permesso di attutire in parte l’effetto dei pullback di maggio-giugno.

1. Litecoin, +11%

Maglia nera Litecoin, criptovaluta peer-to-peer creata nel 2011, e considerata agli esordi come una potenziale alternativa al Bitcoin. Ad inizio anno Litecoin scambiava a 126 dollari, per poi fare un balzello dell’11% fino alla quotazione attuale di 140 dollari.

Così come le altre criptovalute, anche Litecoin ha pagato lo scotto della stretta regolatoria cinese, e cioè del giro di vite delle authority di Pechino sul mining e sui servizi in criptovaluta. A maggio, infatti, Litecoin era arrivata a scambiare ad un massimo di 386 dollari, per poi perdere nelle settimane a seguire il 64%.

2. Bitcoin Cash, +48%

Subito dietro Litecoin troviamo Bitcoin Cash. Si tratta di un fork del Bitcoin, ovvero di una divisa nata dai dissidi interni tra minatori, sviluppatori e investitori sui protocolli del BTC, e che il sito di riferimento definisce come “denaro elettronico peer-to-peer per internet”.

Bitcoin Cash ha al momento della scrittura una quotazione di 507 dollari, che certifica un rialzo su base year-to-date del 48%. Ma la crypto è anche tra quelle che hanno prestato di più il fianco agli scossoni di maggio: dopo aver toccato un massimo di 1.550 dollari, infatti, Bitcoin Cash ha perso il 67%.

3. Chainlink, +54%

Chiude Chainlink, criptovaluta gestita dall’omonimo network decentralizzato che funge da ponte tra gli smart contract e i dati esterni. Sviluppata dai programmatori Sergey Nazarov e Steve Ellis, Chainlink ha una quotazione di 18,8 dollari, che vale un +54% dai livelli di inizio anno, 12,2 dollari.

Anche Chainlink, nella prima metà di maggio, aveva cavalcato l’onda spingendosi fino a quota 52,2 dollari, ma i venti di guerra d’Oriente hanno poi innescato un pullback del 64%, pari alla perdita maturata da Litecoin.

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