Andrea Crisanti continua a scagliarsi contro le riaperture decise da Mario Draghi: “Non si vaccina con elevati livelli di trasmissione perchè si selezionano le varianti resistenti al vaccino, l’Italia soffre di un analfabetismo scientifico”.
l’Italia viste le anticipazioni del prossimo decreto si appresta a riaprire dal 26 aprile, ma questa svolta del Governo annunciata in conferenza stampa da Mario Draghi non sembrerebbe essere piaciuta affatto ad Andrea Crisanti.
Il popolare microbiologo e accademico, diventato una sorta di star da quando è scoppiata la pandemia, non ha usato mezze parole per bocciare le imminenti riaperture annunciate dal Governo.
“L’Inghilterra dal lunedì passato si trova in una situazione simile a quella in cui si troverà l’Italia da lunedì prossimo - ha spiegato Crisanti ospite di Zapping su Radio1 - solo che loro hanno il 70% della popolazione vaccinata e 20 morti al giorno, noi apriamo in una condizione nettamente diversa”.
Durissima è la conclusione “l’Inghilterra ha preferito salvaguardare la salute delle persone, l’Italia evidentemente no”, quanto a Draghi il microbiologo ha voluto sottolineare che “il rischio ragionato non esiste, ci faccia capire quanti morti siamo disposti a sopportare per riaprire”.
Il rischio sarebbe quello di fare come il Cile dove, con una protezione del 40% della popolazione, hanno riaperto gradualmente e “nel giro di due mesi si sono ritrovati devastati da una ondata piena anche di varianti resistenti ai vaccini, e noi in Italia stiamo per riaprire con il 15% della protezione media della popolazione”.
“Non si vaccina con elevati livelli di trasmissione perchè si selezionano le varianti resistenti al vaccino - ha continuato Crisanti - siamo all’abc della genetica, io penso che l’Italia soffra di un analfabetismo scientifico”.
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