Crisi politica in Brasile: riassumiamo in 5 punti gli ultimi eventi che hanno acceso la crisi politica ed istituzionale attualmente in corso nel Brasile.
Cosa sta succedendo in Brasile? Quando è grave la crisi del Paese? Ecco cosa sta succedendo in Brasile, dall’incertezza politica alla corruzione, in 5 punti.
Lo scandalo corruzione della Petrobras e le investigazioni sull’operazione “Car Wash” stanno facendo vacillare il Brasile, già in enormi difficoltà economiche.
Dopo gli ultimi sviluppi, i media e gli analisti gridano ad un imminente “crollo del governo” e ad una “crisi costituzionale”.
Da tempo le strade sono affollate da protestanti che chiedono le dimissioni della presidente Dilma Rousseff, mentre in 20 stati federali centinaia di migliaia di dimostranti hanno manifestato contro il colpo di stato e l’incriminazione del loro presidente.
Numerosi anche gli scontri tra gli anti-governo e i sostenitori della presidente, in una nazione che vive una situazione di polarizzazione estrema.
Evidenziamo gli ultimi eventi che stanno caratterizzando l’attuale situazione del Brasile.
Crisi politica e istituzionale in Brasile in 5 punti
1. Il ritorno dell’ex presidente Lula
L’attuale presidente Dilma Rousseff ha eletto il suo predecessore, Luiz Inacio Lula da Silva, come il suo nuovo capo dello staff, in uno speciale ruolo di ministro. Questo gesto, secondo alcuni, è visto come un tentativo dell’attuale presidente di proteggere Lula dalle investigazioni sulla corruzione che imperversano in Brasile.
I ministri di governo brasiliani, infatti, possono essere solo processati dalla Corte Suprema e non possono essere arrestati senza il permesso della stessa. Le accuse verso Lula riguarderebbero l’affare corruzione della Petrobras, società petrolifera brasiliana, nei confronti della quale l’ex presidente ha sempre negato un suo coinvolgimento.
2. I protestanti scendono in strada
Le notizie sull’ex presidente Lula hanno portato all’irruzione nelle strade di un grande numero di protestanti, che hanno inneggiato contro il governo della presidente Rousseff, con l’intervento delle forze armate atte a disperdere la protesta.
3. Inizia la battaglia legale
Poco dopo il giuramento di Lula, un giudice federale ha ordinato la sospensione della sua nomina. L’effetto scaturito da questo intervento non è stato chiaro. Il governo ha affermato di voler fare ricorso. La Corte Suprema del Brasile ha risposto che presto avrebbe analizzato il caso.
4. Rilasciate le intercettazioni
In marzo, il giudice federale che sovrintende le indagini sulla corruzione della Petrobras ha rilasciato dozzine di intercettazioni telefoniche tra figure di rilievo della scena politica, inclusa una registrazione di una chiamata tra la presidente Rousseff e l’ex presidente Lula.
Questa intercettazione, in particolare, ha acceso il partito anti-governo dando sostegno all’ipotesi che la rielezione di Lula fosse solo un modo per proteggerlo da queste accuse. La presidente Rousseff ha avanzato proteste sulla legalità del rilascio delle intercettazioni.
5. Creata una commissione speciale d’accusa
Gli sforzi sostenuti nell’incriminazione dell’attuale presidente del Brasile sono stati investiti di nuovo vigore quando i membri del Congresso hanno approvato la creazione di una commissione speciale che ascolti le richieste di incriminazione.
Dilma Rousseff è accusata per aver truccato i conti di stato, al fine di nascondere un deficit in aumento, accusa che è stata da lei negata. Il suo recente coinvolgimento anche con l’affare Petrobras ha inoltre portato un senatore brasiliano, implicato anche lui nello scandalo di corruzione, a dichiarare che la presidente era a conoscenza dei fatti ed è responsabile di reato. La Rousseff ha negato.
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