La curva invertita dei rendimenti delle obbligazioni Usa e quella a V disegnata dai mercati negli ultimi sei mesi. Per Aberdeen Standard Investments è il momento di stare contrarian e diversificati poiché il sostegno delle banche centrali “è un film già visto” e non durerà per sempre
Le ultime settimane di marzo hanno visto i riflettori del mercato dirigersi verso il settore obbligazionario, un atteggiamento che ha schiacciato la parte breve della curva dei rendimenti un po’ in tutto il globo ma non ha appannato la brillante performance dell’equity.
Il mercato azionario infatti è uscito vincitore dal quadro macro che si è andato via via delineando nel corpo del primo trimestre. I dati economici poco incoraggianti sulla crescita globale hanno indotto le banche centrali a limare se non virare del tutti gli atteggiamenti di politica monetaria interrompendo il percorso verso la normalizzazione cominciato l’anno scorso.
Trimestre da incorniciare per i mercati
L’avvio di anno dei mercati è stato sensazionale: era dal 1998 che l’indice S&P 500 non apriva così bene nel periodo gennaio-marzo (clicca qui per la statistica dell’Ufficio studi Money.it).
«Fatte poche eccezioni (la Turchia indubbiamente tra queste) gli investitori hanno continuato a comprare ammaliati dalla retorica delle banche centrali (in primis della Fed) e impavidi dei molteplici warnings micro e macro che pure non sono mancati», hanno commentato gli strategist di Aberdeen Standard Investments in una nota.
Il boost delle banche centrali. Negli Stati Uniti il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato al mondo che ci sarà una pausa nel ciclo di rialzi della banca centrale americana che nel 2019 non dovrebbe più toccare i tassi e soprattutto e di essere pronto ad un’inversione di tendenza sulla riduzione del suo bilancio.
Per Aberdeen Standard Investments questo cambio di atteggiamento è piaciuto al mercato: «Agli occhi degli investitori l’arrivo di nuova ed ingente liquidità sul più grande mercato azionario del mondo e la prospettiva di un’ulteriore discesa dei rendimenti a livelli poco interessanti nello spazio obbligazionario ha riproposto scene già viste nel recente passato, sebbene per il momento non con la stessa messa a fuoco».
Rendimenti performanti non solo per l’equity a stelle e strisce
L’Msci World ha salutato il trimestre con un rialzo dell’1,35% portando l’attivo da inizio anno al 12%. Aberdeen fa notare che a livello di comparti a fare bene nel primo trimestre non c’è solo l’azionario targato Usa ma anche Europa ed emergenti (performance rispettivamente dell’1,7%, 1,5% e 1,2% nel mese e 13,3%, 10,7% e 9,5% da inizio anno, quindi nel trimestre). Il Giappone è sceso di 0,9% nel mese ma da inizio anno registra una performance di 6,6 punti percentuali.
Le ‘curve pericolose’ che non piacciono ai mercati
Sul set obbligazionario i rendimenti hanno visto proseguire la loro discesa con il Treasury a 10 anni improvvisamente sceso a 2,4 sotto il rendimento delle scadenze più brevi, mentre il Bund è tornato in territorio negativo chiudendo il mese a -0,06%.
«Un film quello girato dagli investitori a marzo che intitolerei senza ombra di dubbio ‘Curve pericolose’ – spiega Aberdeen -: quella invertita dei rendimenti americana e quella a V dell’andamento dei mercati negli ultimi sei mesi. Pericolose appunto per i motivi che conosciamo (più o meno imminente recessione, valutazioni elevate etc) e di cui dobbiamo tener certamente conto nelle settimane a venire». La ricetta suggerita da Aberdeen? «Contrarian e diversificati, per ora. Aspettando il finale del film».
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