Affondare il DDL Zan per eleggere un Presidente della Repubblica con Salvini e garantire un futuro politico a Italia Viva nel centrodestra: è questo il piano di Renzi?
L’attenzione ora è tutta sul DDL Zan, ma lo scontro in atto sulla legge che sta spaccando la maggioranza di governo, ha come sfondo le manovre già in atto in vista dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica che ci sarà a febbraio 2022.
Sulla legge Zan ci sono due schieramenti ben delineati: da una parte il blocco giallorosso (PD-M5S-sinistra), mentre dall’altro c’è tutto il centrodestra. In mezzo ci sono i 17 senatori renziani, che saranno determinanti quando il prossimo 13 luglio ci sarà il voto finale in Senato.
Se Italia Viva dovesse votare compatta a favore, come già fatto alla Camera, allora il DDL Zan avrebbe i numeri per passare. I renziani però hanno presentato alcuni emendamenti per cercare un accordo con il centrodestra, in quanto altrimenti la legge verrebbe affossata visto che il voto segreto potrebbe fare emergere gli immancabili franchi tiratori.
Il Partito Democratico, che ha annunciato che non richiederà il voto segreto, invece è convinto che se il centrosinistra sarà compatto, allora la legge potrà essere approvata senza modifiche che potrebbero annacquare la sua efficacia.
In molti però vedono in questa mossa di Matteo Renzi un tentativo di fare gioco di squadra con Matteo Salvini: l’obiettivo non sarebbe tanto far finire su un binario morto il DDL Zan, ma iniziare a tessere la trama di un possibile patto con il centrodestra.
Italia Viva: sacrificare il DDL Zan per un futuro nel centrodestra?
L’ultimo sondaggio politico di Swg parla chiaro: Italia Viva nonostante un recente miglioramento, sarebbe ancora inchiodata al 2,5% e di conseguenza sotto la soglia di sbarramento del 3%.
Con le porte del Partito Democratico che resteranno sbarrate fino a che ci sarà Enrico Letta al Nazareno, Matteo Renzi per cercare di garantire un futuro politico ai suoi deve cercare alleanze in altri lidi.
C’è così l’ipotesi di un polo moderato insieme ad Azione e +Europa, ma senza una lista unica il problema della soglia di sbarramento resterebbe sempre attuale. Un trasloco nel centrodestra invece potrebbe garantire diversi seggi ai renziani.
Da quando è nato il governo Draghi, Italia Viva è stata spesso più vicina alle posizioni di Lega e Forza Italia che a quelle dei giallorossi. Lo scalpo del DDL Zan potrebbe così essere il dono che Renzi può portare a Salvini per dimostrare la sua affidabilità.
Il voto sul DDL Zan diventerebbe di conseguenza una sorta di prova generale per l’appuntamento segnato con il circoletto rosso dai partiti: l’elezione del Presidente della Repubblica in programma a inizio 2022.
Elezione Presidente della Repubblica: i numeri
In una recente intervista a La Repubblica, Matteo Renzi ha dichiarato che il centrodestra, avendo dalla sua il 45% dei votanti, sarà inevitabilmente un interlocutore quando ci sarà da eleggere il prossimo Presidente della Repubblica.
Quando a febbraio il Parlamento in seduta congiunta, alla presenza anche dei delegati regionali, dovrà decidere chi sarà il prossimo inquilino del Quirinale, nei primi tre scrutini servirà una maggioranza dei due terzi per la fumata bianca.
Dal quarto scrutinio in poi, basterà invece soltanto la maggioranza assoluta: 505 voti su un totale di 1008 se saranno presenti tutti gli aventi diritto. Sarà questo il momento in cui si decideranno le sorti per il Colle.
Stando a un calcolo di YouTrend, il centrodestra in totale avrebbe dalla sua 441 voti, mentre la triade PD-M5S-LeU si fermerebbe a 467. Italia Viva con i suoi possibili 45 voti sarà così determinante.
In teoria i giallorossi insieme ai renziani se compatti avrebbero la forza per eleggere un proprio Presidente della Repubblica, ma se Italia Viva dovesse volgere il suo sguardo verso il centrodestra i numeri ci potrebbero essere pescando i pochi voti mancanti nell’agevole calderone del Gruppo Misto.
Matteo Renzi così diventerebbe determinante per eleggere un Presidente della Repubblica gradito al centrodestra, Silvio Berlusconi a riguardo ci spera sempre, con il voto sul DDL Zan che potrebbe essere una sorta di prova generale di questo nuovo patto.
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