Uno sguardo sui diritti civili in Italia in vista delle elezioni del 25 settembre e del prossimo esecutivo.
In questa intervista abbiamo discusso con Simone Alliva, giornalista professionista che scrive di cronaca politica e diritti civili, del prossimo esecutivo e dei diritti civili. Autore per L’Espresso di diverse inchieste tra le quali «L’Italia è omofoba», vincitrice del Diversity Media Awards 2020.
Nel 2017, per HuffPost Italia ha raccontato per primo in Italia gli orrori della persecuzione degli omosessuali in Cecenia. Nel 2020 ha pubblicato per Fandango Libri «Caccia All’Omo». Viaggio nel paese dell’omofobia. Oggi collabora con L’Espresso, Esquire Italia, La Stampa. Per il suo “Fuori i nomi! Intervista con la storia Lgbt” vince la quarta edizione del Premio Fuori!, il premio presieduto da Angelo Pezzana e intitolato al primo movimento Lgbt di Italia. Nel 2022 vince i Diversity Media Awards nella categoria miglior articolo stampa periodici con l’inchiesta: “Abilismo. Il nome dell’odio”.
Partiamo con una domanda all’apparenza semplice, come mai Giorgia Meloni è così popolare?
Giorgia Meloni raccoglie i frutti di un tempo lunghissimo all’opposizione, prima ha dato l’impressione di aver affrontato la crisi pandemica in modo autorevole e con il tempo si è presa la leadership del centrodestra. Lei parla a una parte di elettorato deluso. Questa è solo una parte però, lei è molto popolare nella sua metà campo, ma il partito più popolare è quello dell’astensione.
La presidente di Fdi (Meloni) nel 2019 al congresso delle famiglie si esprimeva in questi termini: “Dio, patria e famiglia”, di fatto proponendo di applicare il modello Orbán anche in Italia, non lontano da ciò che il suo alleato Salvini sta proponendo in questi giorni, cosa vorrebbe dire avere un modello come quello nel nostro Paese?
Per capire il modello basta vedere dove già amministra Fratelli D’Italia, come le Marche, diritti all’aborto negati e discriminazioni alla comunità lgbtq+. Bisogna voltarsi indietro e guardare le impronte, come sulla neve, il modello è già stato scritto. È il modello Meloni, non il modello Orban. Modello che di qui a breve diventerà il modello nazionale.
Giorgia Meloni si è più volte espressa contro il matrimonio egualitario e contro la stepchild adoption (fecero anche scalpore alcune sue uscite in questo senso nel 2015) temi che queste sue posizioni possano in qualche modo far regredire il Paese?
Dal punto di vista legislativo il Paese rimarrà immobile al 2016, loro (Fdi) avevano anche proposto un referendum per abolire le unioni civili, chiaramente infattibile. A me preoccupa di più lo spauracchio continuo sul discorso del gender, questa è una guerra aperta alla comunità lgbtq+. Tutta questa propaganda, porta a un aumento delle violenze nei confronti della comunità.
Ci spieghi che cos’è un matrimonio egualitario? Alcuni diranno che “bastano le unioni civili”?
Sono due istituti diversi. Non si chiamano unioni civili ma si parla di formazione sociale specifica, nella quale non è previsto l’obbligo di fedeltà. La stepchild adoption è un altro tema… non si può adottare. I figli di una coppia omogenitoriale ad esempio, non sono fratelli, l’unione civile non lo prevede.
Qualcuno potrebbe dire che “le priorità sono altre” parlando di diritti
Si dice sempre così, in realtà i diritti non tolgono nulla ai doveri o ad altre questioni. Quello che ci dimentichiamo sempre è che la persona lgbtq+ è un lavoratore, disoccupato e così via dicendo. I diritti si danno alle classi svantaggiate perché gli altri i diritti se li comprano. Essere lgbtq+ nella società italiana è sempre stato un privilegio, chi vuole figli o sposarsi, paga e va all’estero. Quelli meno abbienti non possono. La sinistra si può occupare della crisi sociale così come dei diritti, chi vede nei diritti individuali un’opposizione alla giustizia sociale, ha solo dei pregiudizi. Si devono tenere assieme tutte e due le cose. I Paesi più avanzati sono quelli che hanno più diritti.
Il centrodestra è anche contrario al ddl Zan, non è favorevole all’aborto ed è contro la legalizzazione della cannabis e non ha mai detto nulla in merito all’eutanasia, dall’altra metà campo secondo te stanno difendendo bene questi temi? Il centrosinistra come sta giocando la partita?
Nel centrosinistra è successo di tutto, a un certo punto il Pd era di Renzi e si sono allontanati dal loro elettorato, soprattutto i giovani. C’è una generazione che ha delle istanze di sinistra che non vengono neanche prese in considerazione. Partite Iva, precari, i diritti civili. Tutti temi che non vengono trattati e così facendo hanno lasciato il campo scoperto, per un breve periodo questo campo è stato coperto dal M5S, ma oggi non ne parla più nessuno. Questo porta la gente a non votare.
Nel prossimo futuro che scenario politico vedi di fronte a noi?
Questa è una campagna fatta di slogan. Chiunque arriverà al governo in autunno dovrà annunciare il taglio al carburante per la crisi del gas. Il consenso si deteriorerà presto. Entra nello spirito del nostro tempo. I leader di questo tempo durano solo un giro di giostra. Poi bisogna stare attenti alle guerre interne, nel ’94 Bossi ha fatto cadere Berlusconi, adesso c’è una guerra silenziosa tra Meloni e Salvini.
La domanda è: quanto questo governo avvicinerà il Paese alla Polonia e l’Ungheria? Quanto saremo capaci di fare resistenza? Di fare opposizione nel Paese? Ci sarà una guerra culturale. Una guerra a bassa intensità culturale su alcuni valori e visioni. Purtroppo a sinistra c’è stato un immobilismo totale. Hanno lasciato i diritti ai margini e qualcuno ha cavalcato questi temi, portandoci a una guerra tra questi due mondi. Le nuove generazioni sono avanti anni luce, ma nessuno si è messo all’ascolto di questa generazione, dovremo vedere come quest’ultima deciderà di contrapporsi a questo mondo. Spero che riesca a farlo in maniera intelligente e concreta.
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