Altroconsumo descrive l’incremento dei prezzi negli ultimi 20 anni. La mappatura dei valori che hanno condizionato le tasche degli italiani.
Altroconsumo ha recentemente reso noti i risultati di una dettagliata analisi sulla natura del potere d’acquisto degli italiani in questi vent’anni trascorsi dall’introduzione dell’euro.
In questo arco temporale che giunge fino ai nostri giorni l’euro e il suo andamento hanno infatti ridefinito le abitudini di consumo di tutti i cittadini e, operando dei confronti sistematici con i costi di varie tipologie di beni registrati negli anni passati, è possibile ricostruire un report dettagliato dell’evoluzione del fenomeno in queste due decadi. Nonostante infatti la moneta, come valuta virtuale, esordì addirittura il 1° gennaio del ’99, a livello di circolazione monetaria, la data di avvio è stata fissata al 1º gennaio 2002.
In questi ultimi 20 anni quindi possiamo dire che i prezzi siano cresciuti complessivamente del 33,4%. Il tutto, secondo Altroconsumo e stando agli ultimi dati ISTAT “a fronte di un tasso di inflazione annuo che si attesta al 3,8%”.
Ovviamente la crescita non è stata omogenea e anzi, il report parla di un incremento decisamente meno marcato negli ultimi anni se si considera che tra il 2019 e il 2020 l’Italia ha assistito ad una contrazione dei prezzi dello 0,1% con un tasso di crescita del 0,27%.
Per contestualizzare questi dati possiamo dire che attraverso questo studio sono stati attenzionate le seguenti categorie merceologiche:
- Beni durevoli: elettrodomestici e hi-tech
- Trasporti: carburanti e mezzi pubblici
- Fare la spesa: i beni alimentari
- Servizi: conti correnti ed energia
- Tempo libero: cinema, bar e pizzerie
Mantenendo così un approccio e un punto di vista globale rispetto ai settori in cui spendiamo il nostro denaro, passiamo alla ricostruzione nel dettaglio di alcuni di questi parametri, dati alla mano.
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I beni alimentari salgono
Per trarre delle conclusioni sulle variazioni dei prezzi di tutti i prodotti che hanno a che fare direttamente o indirettamente con i cibi sulla nostra tavola, sono stati presi a campione dei casi studio specifici.
Per dare la misura della variazione dei costi vi diciamo infatti che il pane è aumentato dell’82% in vent’anni (in media da 2 a quasi 4 euro al chilo) mentre il caffè al bar del 124% (da 46 centesimi a oltre un euro).
Mangiando fuori casa invece per la classica pizza con bibita si spende il 76% in più che nel 2001 (9,7 euro contro 5,5). Anche gli elettrodomestici collegati a questo settore hanno subito un rincaro: i frigoriferi hanno registrato un +67%.
Anna Vizzari, economista di Altroconsumo e parte del team di indagine, ha commentando questa sezione in particolare sottolineando come «siamo abituati a una situazione di calma su questo tipo di prezzi» e, di conseguenza, ogni minimo aumento ci coglie inevitabilmente di sorpresa.
Trasporti e tempo libero in aumento nel 2022
Grande crescita è stata registrata anche nel settore trasporti con un +126% in media fra i prezzi dei biglietti dei mezzi locali, della benzina e del gasolio.
Questa scalata però potrebbe non assestarsi visto che gli esperti parlano dei trasporti, come anche del tempo libero, come i due settori in cui nel 2022 dovrebbero continuare ad aumentare i prezzi.
Il commento a margine inquadra meglio la situazione ma senza offrire particolari rassicurazioni:
«I prezzi di hotel e ristoranti sono già saliti ma la tendenza a recuperare margini dopo la frenata della pandemia si farà sentire ancora».
Questi due parametri ad ogni modo, pur essendo solo una parte dello spettro, contestualizzano lo scenario nella sua evoluzione passata e, in parte, ci riportano anche un possibile sviluppo futuro.
Volendo però tirare le somme potremmo dire che il quadro resta in progressiva definizione e, continuando a portare avanti studi di questo genere, l’intera società potrà continuare a beneficiare di un alto tasso di informazione e consapevolezza su quel che riguarda il benessere e il tenore di vita della popolazione.
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