È stato approvato il decreto di legge Salvamare che permette ai pescatori di diventare spazzini del mare e di pulire mentre svolgono il proprio lavoro.
Il ddl Salvamare è stato approvato e ora i pescatori potranno portare a terra i rifiuti incastrati nelle reti, senza la paura di essere accusati di traffico di rifiuti. La nuova legge ha infatti come obiettivo quello di permettere la pulizia dei mari, dando la possibilità a chi lavora a stretto contatto con le acque di operare liberamente. I rifiuti che verranno recuperati saranno recuperati mediante proposte di economia circolare, che daranno una nuova vita alla plastica.
Il ddl ha avuto il consenso unanime dal Consiglio e dovrebbe giungere alla Camera a giugno.
Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente, ha spiegato come sia iniziata la guerra alla plastica e come questo decreto di legge sia solo un primo passo per riuscire a dire addio alla plastica. La plastica in mare è una vera e propria emergenza, dal momento che i dati parlano di 8 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono in mare inquinando mari e oceani.
In Italia il problema potrebbe essere più grave che per le altre nazioni, dal momento che viviamo su una penisola bagnato dal mare per 2/3 della sua superficie.
Con il ddl Salvamare si inizia a cambiare il modo di operare: i pescatori in questo modo potranno portare a terra i rifiuti che rimangono impigliati nelle loro reti, che verranno equiparati ai rifiuti prodotti dalle navi. Saranno per questo allestite delle aree ecologiche per lo smistamento dei rifiuti nei porti e ai pescatori verrà rilasciato una particolare certificazione ambientale.
Il Ministro ha infatti proposto di lavorare, insieme al Ministro delle Politiche economiche, in modo da creare una filiera ittica green cercando di portare benefici ai pescatori.
L’obiettivo è di attuare un risanamento delle acque marine, dal momento che in Italia finiscono in mare 90 tonnellate di plastica al giorno ed è il terzo paese nel Mediterraneo a disperdere più plastica nei mari.
Greenpace ha criticato però la proposta di legge, mettendo in chiaro come non sia possibile affidarsi esclusivamente ai pescatori per pulire le acque dei nostri mari, ma che sei dovrebbero attuare delle opere di pulizia più mirate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA