Italia Viva ha presentato delle modifiche al ddl Zan ritenute però inaccettabili da PD e M5S: senza i voti di Renzi, al Senato però non ci sono i numeri per approvare la legge.
Il destino del ddl Zan è nelle mani di Matteo Renzi. Come ai tempi del secondo governo Conte, al Senato è Italia Viva a essere determinante per l’approvazione della legge che vuole tutelare gay, transessuali, donne e portatori di handicap con la creazione di nuove fattispecie di reato contro discriminazioni e aggressioni.
Il testo è già stato approvato alla Camera, anche con i voti dei renziani, ma da mesi è impantanato in commissione Giustizia a causa dell’ostruzionismo del centrodestra. Salvo sorprese, il prossimo 13 luglio il ddl Zan dovrebbe comunque approdare a Palazzo Madama per il voto finale.
La spaccatura in Parlamento appare evidente: PD, Movimento 5 Stelle e la sinistra chiedono che la legge venga approvata così com’è, mentre il centrodestra compatto chiede modifiche alla luce anche della lettera recapitata dal Vaticano al Governo.
Matteo Renzi è così di nuovo l’ago della bilancia al Senato, visto che numericamente i 17 senatori di Italia Viva sono decisivi per l’approvazione, o l’affossamento, del ddl Zan che sarà votato a scrutinio segreto, una prassi quando si tratta di temi etici o sociali.
Ddl Zan: tutto nelle mani di Renzi?
Nelle ultime ore Italia Viva ha presentato una serie di emendamenti, il più discusso è quello che toglierebbe il riferimento all’identità di genere, che in qualche modo vanno incontro alle richieste fatte dal centrodestra.
Un modo questo secondo Matteo Renzi per salvare il ddl Zan, visto che “se andiamo sotto su un emendamento a scrutinio segreto, questa legge è morta e ne riparliamo tra anni”.
Renzi comunque a La Repubblica ha ribadito che, se dovesse saltare questa sorta di mediazione, i suoi senatori “senza dubbio” voteranno in Aula il testo. Il voto segreto però rende l’esito più che incerto.
Il blocco giallorosso che sostiene in toto il ddl Zan può contare a Palazzo Madama su 141 senatori, ma si parla di alcuni esponenti del PD che potrebbero votare contro. Il centrodestra invece si ferma a 135, ma anche qui alcuni forzisti sarebbero disposti a esprimersi per il sì.
A prescindere visti i 17 senatori renziani, se Italia Viva come già fatto alla Camera dovesse votare compatta a favore, il testo potrebbe passare anche nel caso di qualche franco tiratore tra i dem.
In questo scenario, Mario Draghi non è ancora intervenuto per questa disputa che sta spaccando la sua maggioranza: uno spostamento di Italia Viva a destra, potrebbe però cambiare quella che sarà l’azione futura del Governo, soprattutto in considerazione del caos che regna nel Movimento 5 Stelle.
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