Al Senato il ddl Zan finisce su un binario morto: è passata la “tagliola” con 154 sì, a pesare è stato il voto segreto ammesso dalla Presidente Elisabetta Casellati. La legge ora torna in Commissione.
Il ddl Zan difficilmente vedrà la luce. Al Senato con 154 voti favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti è passata la tanto temuta “tagliola” che blocca l’esame degli articoli e degli emendamenti.
Il testo così torna torna in Commissione ma non prima di sei mesi grazie anche al voto segreto, richiesto da Lega e Fratelli d’Italia e concesso dalla Presidente del Senato Elisabetta Casellati. Una decisione questa che ha scatenato le proteste di PD e M5S.
Nelle giornata di ieri era stata respinta dalla capigruppo l’ultima richiesta da parte di Lega e Fratelli d’Italia di un rinvio di una settimana del voto sul ddl Zan: nonostante una ventilata disponibilità iniziale da parte di Enrico Letta, venuta meno la certezza del ritiro della cosiddetta “tagliola” (voto segreto sul rinvio del testo in Commissione) i dem spalleggiati da 5 Stelle e LeU hanno fatto naufragare il tavolo.
Il disegno di legge contro l’omotransfobia, ovvero le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e la disabilità, che prende il nome dal suo relatore il deputato del PD Alessandro Zan, è stato già approvato in prima battuta alla Camera nell’aprile 2020.
Un anno e mezzo dopo complice anche il cambio di Governo, ecco che la legge a lungo tenuta in naftalina a Palazzo Madama è arrivata in Aula: complice il voto segreto, in Senato però è arrivato uno stop che di fatto rischia di affossare il ddl Zan.
Ddl Zan: il voto finale al Senato
Difficilmente un disegno di legge ultimamente ha fatto così tanto discutere come quello che porta il nome del deputato Alessandro Zan. Nei mesi scorsi si è scomodato anche il Vaticano con una lettera, poi resa nota, indirizzata al Governo dove si chiedeva la revisione di alcuni passaggi.
Le posizioni al Senato sono ben note. Favorevoli al ddl Zan sono PD, Movimento 5 Stelle e LeU, mentre contro ci sono Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia anche se alcuni senatori azzurri hanno annunciato il proprio voto a favore.
In mezzo al guado c’è Italia Viva e il corposo Gruppo Misto: i renziani sono favorevoli alla legge, ma hanno chiesto di trattare con il centrodestra per non affossare il testo nella convinzione della presenza di franchi tiratori in caso di voto segreto.
In teoria un voto compatto della ex maggioranza giallorossa avrebbe garantito l’approvazione del ddl Zan, ma alla fine è arrivato lo stop. Assente in Aula Matteo Renzi a causa di un impegno in Arabia Saudita.
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