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Una decisione sbagliata può far perdere il capitale messo da parte per la pensione

Redazione

11/01/2022

Accumulare risparmi nel corso della vita non è così facile, ma con una buona organizzazione finanziaria è sicuramente possibile. Ecco gli errori da non commettere per evitare di perderli.

Una decisione sbagliata può far perdere il capitale messo da parte per la pensione

Quando si è prossimi alla pensione e si è riusciti ad accumulare un patrimonio netto pari o superiore a 350.000 euro netti investibili, si può pensare di avere il futuro in mano e di non doversi più preoccupare. In realtà, l’aver preso buone decisioni finanziarie nel corso della propria vita non esclude la possibilità di commettere errori in futuro. È importante non intaccare il patrimonio affinché possa aiutare a raggiungere i propri obiettivi.

Chiunque può commettere errori: a prescindere da quanti risparmi si è riusciti ad accumulare, perderne una parte sarà sempre un’esperienza dolorosa. Inoltre, dopo una vita di risparmi e investimenti, potrebbe mancare il tempo di rimediare ad alcuni di questi errori d’investimento. Il primo passo per evitare gli errori è sapere come identificarli: grazie alla guida pubblicata da Fisher Investments sarà possibile riconoscerli.

Un errore molto comune è quello di non diversificare il portafoglio e di investire gran parte dei risparmi per la pensione in un’unica società. È molto comune, per esempio, investire una parte significativa dei fondi su una “scommessa rischiosa”, sulla base di una dritta convincente o di un’offerta pubblica iniziale che si pensa stia per “decollare”.

Da una parte, è altamente probabile che le stesse informazioni siano conosciute anche da altri e che, di conseguenza, il mercato azionario abbia già scontato tali informazioni nel prezzo dell’azione. Dall’altra parte, quando si dà per certo che un investimento genererà un rendimento elevatissimo, potrebbe trattarsi semplicemente di una truffa. Non è consigliabile mescolare le emozioni e le decisioni di investimento, perché si potrebbe finire per fare i conti con il dolore e il rimpianto.

Si potrebbe rifuggire al richiamo dei rendimenti astronomici per sposare, viceversa, una cautela estrema che porta a voler investire esclusivamente in attivi a bassa volatilità. È vero che un buon portafoglio diversificato dovrebbe includere alcuni investimenti stabili e a basso rendimento, ma se si ambisce a una crescita di lungo periodo del portafoglio e si investe solo in questo tipo di attivi - o addirittura non si investe affatto - il rischio di rimanere senza denaro al momento della pensione potrebbe aumentare.

Se si desidera ottenere rendimenti più elevati a lungo termine, si potrebbero dover accettare maggiori rischi. Guardando ai periodi mobili di 30 anni, va evidenziato che le azioni hanno mantenuto rendimenti medi più elevati, ma con una volatilità inferiore rispetto agli investimenti a tasso fisso.

Questo punto è strettamente correlato all’inflazione, che può influenzare sensibilmente il potere d’acquisto nel corso del tempo. Per esempio, considerando un periodo di soli 10 anni con un tasso di inflazione del 3%, quello che prima costava 50.000 euro arriverà a costare più di 67.000 euro. Si tratta di un incremento di oltre il 34% solo per mantenere inalterato il potere d’acquisto. La scoperta di molti investitori che si accorgono, una volta in pensione, di spendere più di quanto non facessero prima, potrebbe peggiorare la situazione.

Tra i possibili errori commessi dagli investitori in pensione ci sono il pagamento di commissioni eccessive o il tentativo di anticipare il mercato. Poter contare su una valida consulenza ad un costo equo aiuterà a risolvere questi problemi.

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