Decreto Scuola e rientro in classe a settembre: intervista a Vittoria Casa (M5S)

Antonio Cosenza

6 Giugno 2020 - 11:43

Il Decreto Scuola è legge: Money.it ne ha discusso con la relatrice alla Camera dei Deputati, l’onorevole Vittoria Casa.

Decreto Scuola e rientro in classe a settembre: intervista a Vittoria Casa (M5S)

Il Decreto Scuola è legge: ufficiali novità come le modifiche al concorso straordinario o anche la riapertura delle Graduatorie d’Istituto che nel frattempo diventano provinciali. Novità importanti per il mondo della scuola che nel frattempo si appresta a programmare il ritorno in classe a settembre 2020.

A tal proposito, per fare il punto della situazione e fare chiarezza su alcuni degli aspetti del testo di conversione in legge del Decreto Scuola, Money.it ha intervistato la relatrice del provvedimento alla Camera, la deputata del Movimento 5 Stelle Vittoria Casa.

In quanto ex Dirigente Scolastico, inoltre, con Vittoria Casa ci siamo anche confrontati riguardo al rientro in presenza in classe, un obiettivo che tutta la maggioranza pare intenzionata a perseguire.

Buongiorno Onorevole Casa, la ringraziamo per il tempo che ha scelto di dedicarci. Torniamo per un attimo al 6 aprile 2020, quando in conferenza stampa il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha presentato il testo del Decreto Scuola approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Due mesi dopo il decreto diventa legge e non mancano le modifiche, come ad esempio quelle al concorso straordinario o anche per le graduatorie provinciali. Personalmente si ritiene soddisfatta per come il Parlamento è intervenuto nel modificare il provvedimento?

Buongiorno a voi. Voglio innanzitutto sottolineare un importante aspetto che accomuna sia le procedure per il concorso straordinario che l’istituzione delle graduatorie provinciali.

Entrambi i provvedimenti erano stati discussi, condivisi e votati da tutte le forze politiche di maggioranza. Soltanto l’imprevedibile e terribile emergenza sanitaria ha comportato alcuni cambiamenti.

Lo scorso 6 Aprile la Ministra Azzolina aveva ritenuto che l’aggiornamento delle graduatorie, con il sistema d’iscrizione finora vigente, avrebbe comportato il sovraffolamento delle segreterie scolastiche con i correlati rischi per la salute di tanti cittadini.

Ma aveva anche affermato fin da subito il Parlamento sarebbe potuto intervenire con opportune soluzioni legislative per garantire l’apertura delle graduatorie per il prossimo anno scolastico. Del resto, la funzione legislativa spetta proprio alla Camere e l’accordo trovato permetterà non soltanto di aggiornare le graduatorie ma di rendere più semplice il meccanismo per i nuovi inserimenti, l’attribuzione dei punteggi.

Inoltre gli insegnanti potranno essere convocati su tutta la provincia di pertinenza, non soltanto in 20 scuole. Questo ridurrà notevolmente il ricorso alle MAD. Quanto al concorso, credo che, dopo i dibattiti delle scorse settimane, si sia giunti a modifiche opportune e condivise.

Impossibile non parlare del concorso scuola straordinario e dello strappo che per qualche ora si è venuto a creare all’interno della maggioranza. Una situazione che ha richiesto l’intervento del Presidente del Consiglio e che ha portato alla modifica della prova scritta che da test a crocette si trasforma in una serie di domande a risposta aperta. Secondo lei questa era la miglior soluzione possibile per stabilizzare i precari della scuola? Sempre i precari lamentano la sparizione improvvisa dell’emendamento che avrebbe riconosciuto loro un bonus di 300 euro da utilizzare esclusivamente per le spese per la formazione e l’aggiornamento. Può darci una spiegazione del perché questo emendamento alla fine non è entrato a far parte del Decreto Scuola?

Partiamo dal dato più importante. Grazie al concorso straordinario potranno essere immessi in ruolo 32.000 nuovi docenti, ai quali si sommeranno i 32.000 che verranno selezionati con la procedura ordinaria.

La prova con quesiti a risposta aperta probabilmente concede un’immagine più fedele delle competenze, delle metodologie e delle conoscenze dei candidati di quanto non potesse fare il test a risposta multipla.

Per il futuro ritengo, però, che vadano individuati dei percorsi più specifici e maggiormente legati alla formazione universitaria. In questa direzione vanno i tavoli periodici presieduti dal Ministro, previsti proprio in questo Decreto, che hanno l’obiettivo di concordare percorsi abilitanti per i docenti. Riguardo al Bonus docenti di 300 euro si è trattato, purtroppo, della mancata copertura finanziaria dell’intervento ma speriamo di poter inserire la misura in successivi provvedimenti.

Qualche settimana fa il deputato Rossano Sasso, come lei membro della Commissione Cultura della Camera, ha dichiarato che “la maggioranza è stata compatta nell’affossare gli insegnanti precari”, in quanto è stato bocciato il piano straordinario di assunzione del personale precario della Scuola voluto dalla Lega. Cosa si sente di rispondere a riguardo?

La Lega ha gestito il Ministero dell’Istruzione per oltre un anno senza giungere ad alcuna soluzione per il mondo della scuola, accatastando promesse su promesse prive di riscontri. Senza dimenticare che i problemi che stiamo cercando di affrontare oggi affondano le loro radici nelle varie riforme operate dal centro-destra, con continui tagli agli organici degli insegnanti e del personale scolastico. In Commissione e in Parlamento sono sempre disposta ad accettare il confronto con le opposizioni ma, quando queste si riducono a semplici slogan propagandistici, risulta difficile imbastire un dialogo costruttivo. La situazione sociale ed economica richiederebbe un forte senso di responsabilità da parte di tutti, comprendendo che gettare benzina sul fuoco non serve a nulla.

Parliamo della ripartenza. Lei in quanto ex Dirigente Scolastico capirà le preoccupazioni di tanti suoi colleghi riguardo alle difficoltà di garantire il rispetto delle linee guida indicate dal comitato tecnico scientifico per ridurre al minimo il rischio contagio. Molte scuole sono impreparate, anche strutturalmente, a garantire norme come il distanziamento sociale e per eventuali interventi di edilizia straordinaria sembra che l’Italia sia ancora in ritardo (specialmente guardando agli altri Paesi). Secondo lei, cosa potrà e dovrà fare il Governo per colmare questo gap e dare ai Dirigenti Scolastici la possibilità di programmare la ripresa della didattica in presenza nella massima sicurezza?

Comprendo perfettamente la premura dei Dirigenti Scolastici. Dobbiamo considerare che ci troviamo in una condizione straordinaria a cui, pian piano, dovremo abituarci.

Alcune criticità sarebbero state risolte se la nostra proposta di legge come M5S sulla riduzione del numero di alunni per classe, depositata nel Luglio 2018, fosse stata subito approvata. Su questa battaglia siamo stati spesso lasciati soli mentre l’emergenza, purtroppo, ha dimostrato che è indispensabile avere classi meno affollate.

Per programmare il prossimo anno scolastico bisogna lavorare alacremente, facendo in modo che durante l’estate gli edifici scolastici possano essere adeguati alle nuove disposizioni. A tale scopo in Senato con un emendamento sono state introdotte misure per dare maggiori poteri ai Sindaci e ai Presidenti delle Città in materia di edilizia scolastica e facilitare gli interventi di manutenzione. E’ chiaro, poi, servono adeguate risorse finanziarie. Per questa ragione, nel Decreto Rilancio sono stati previsti ulteriori 331 milioni per il 2020 al fine di provvedere alle azioni per garantire la messa in sicurezza delle scuole.

A settembre gli studenti devono tornare regolarmente in classe, su questo non c’è dubbio. Mi aspetto, inoltre, che l’istruzione possa ampiamente beneficiare dei fondi che giungeranno dall’Unione Europea. Ogni euro investito nella scuola è un euro investito nel futuro del Paese.

Per concludere: cosa si sente di dire a quegli insegnanti, ATA e Dirigenti Scolastici preoccupati da quello che succederà dal 1° settembre? Ci sono nuovi compiti come l’elaborazione del PIA e del PAI, ma anche la responsabilità di garantire il rispetto delle norme previste per il contenimento dei contagi. Non c’è il rischio di oberare il personale della scuola con ulteriori compiti e responsabilità?

In primo luogo voglio ringraziare gli insegnanti, i Dirigenti Scolastici, il personale ATA, ma anche gli studenti e le famiglie per il grande spirito di sacrificio e di iniziativa che hanno dimostrato in questi mesi durissimi.

Il PAI e il PIA si riveleranno degli importantissimi strumenti per il recupero e l’integrazione degli apprendimenti. La Didattica a Distanza è stata fondamentale per consentire lo svolgimento delle attività ma l’apprendimento in presenza e all’interno del gruppo-classe consente lo sviluppo di competenze e abilità insostituibili.

Ovviamente dobbiamo supportare l’azione di tutto il personale scolastico. Soltanto una precisa e corretta distribuzione dei compiti e delle responsabilità può garantire un ottimale funzionamento della scuola. Soprattutto non dovranno mai mancare la collaborazione tra le istituzioni e il supporto dello Stato. La ripartenza dipende molto dai nostri atteggiamenti e dalla maturità che sapremo dimostrare.

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