Come si denuncia un caso di malasanità? Per farlo occorre rispettare modi e tempi stabiliti per legge ed allegare le prove che dimostrino l’errore medico-diagnostico. Ecco come procedere.
Cosa fare se si ritiene di essere vittima di un episodio di malasanità?
In questi casi, chi ha subito un danno in seguito ad un intervento chirurgico o una diagnosi sbagliata, può denunciare il fatto alle autorità competenti, le quali daranno inizio all’iter investigativo per accertare che la lesione sia stata concretamente causata dall’erronea valutazione del medico e in caso ottenere un risarcimento per malasanità.
Prima di procedere alla denuncia, specifichiamo che si tratta di una procedura da avviare solo in caso di gravi mancanze da parte del medico o della struttura sanitaria e che, seppur essendo un diritto imprescindibile, abusarne sarebbe un elemento che può andare alla lunga a incidere sul fondamentale rapporto di fiducia tra medico e paziente nella sanità generale.
Infatti, dimostrare il nesso causale tra il danno subito e l’errore del medico non è cosa da poco: basti pensare che quasi il 90% delle denunce contro i medici o le strutture sanitarie finiscono per essere archiviate, per mancata colpevolezza o insussistenza delle prove. Ricordiamo, inoltre, che chi denuncia può a sua volta essere esposto al rischio di una controquerela per calunnia o per diffamazione.
Tuttavia, se si è davvero decisi ad adire le vie legali, in questo articolo forniremo tutte le informazioni necessarie per denunciare l’episodio di malasanità e chiedere il risarcimento del danno in sede civile. Per farlo, come vedremo, occorre rispettare modi e tempistiche stabilite dalla legge.
Denuncia per malasanità: come fare e chi rivolgersi
Dietro la volontà di denunciare un episodio di malasanità possono esserci diverse ragioni: l’errore del medico chirurgo, la negligenza della struttura sanitaria o un errore diagnostico. In ogni caso, prima di rivolgersi alla Polizia di Stato o ai Carabinieri bisogna essere certi di possedere delle prove che possano dimostrare la gravità e l’evidenza dell’errore.
Per quanto riguarda la tempistica da rispettare, occorre fare un’importante distinzione: in caso di morte del paziente (e, quindi, di presunto omicidio colposo) la denuncia non è soggetta a limiti di tempo, invece per i casi meno gravi, la denuncia va presentata entro 3 mesi dal verificarsi del danno.
In entrambe le ipotesi, la denuncia del medico o della struttura sanitaria può essere fatta sia in forma scritta che orale, e si dovrà indicare:
- nome e cognome del medico e della struttura sanitaria;
- generalità della vittima/denunciate;
- descrizione del fatto;
- allegare prove come lastre, certificati medici, fotografie e testimonianze, quando possibile.
Dopo la denuncia, le forze dell’ordine daranno inizio all’iter investigativo per verificare se si è trattato o meno di un caso di malasanità. Solo il giudizio degli esperti potrà stabilire se il danno subito o la morte del parente sono la diretta conseguenza di un caso di malasanità o se si è trattato di semplice fatalità.
Come si prova il caso di malasanità?
Denunciare un medico o l’intera struttura sanitaria non è cosa da poco in quanto si va ad infrangere il rapporto di fiducia tra medico curante e paziente. Inoltre, dimostrare il nesso causale tra la valutazione medica e il danno subito può rivelarsi veramente arduo.
Per provare il fatto occorre avere a disposizione delle prove idonee a dimostrare la presenza di un palese ed evidente errore di valutazione da parte del medico o un comportamento negligente e contrario al regolamento deontologico. Per esempio il paziente potrà utilizzare:
- cartelle cliniche;
- lastre;
- risultati di analisi e terapie mediche;
- fatture delle spese mediche effettuate;
- il supporto di altri medici;
- ogni altro tipo di documento idoneo a dimostrare l’inadeguatezza delle cure a cui si è stati sottoposti.
Una volta fornite le prove, le autorità competenti, coadiuvati da tecnici ed esperti, procederanno alla valutazione del rapporto di causa - effetto tra il supposto caso di malasanità e il danno subito dal paziente.
Quando e come si può chiedere il risarcimento danni?
Qualora la denuncia avesse esito positivo, ovvero il caso di malasanità venisse riconosciuto in sede giudiziaria, il danneggiato può fare domanda di risarcimento in sede civile.
La domanda è soggetta a precisi tempi di prescrizione, che variano in base a:
- se viene accertata la responsabilità contrattuale della struttura sanitaria, la domanda va presentata entro 10 anni;
- se viene accertata la responsabilità del medico scelto dal paziente, la domanda va presentata sempre entro 10 anni;
- se viene accertata la responsabilità del medico non scelto direttamente dal paziente, la domanda va presentata entro 5 anni.
La prescrizione si interrompe se la struttura sanitaria viene messa in mora con una diffida di pagamento.
La controquerela per calunnia e diffamazione
Come si è già ribadito, il più delle volte le denunce per malasanità non vanno a buon fine. Anzi, non di rado il medico o la struttura sanitaria accusati decidono di procedere con una controquerela.
Si tratta di un rischio che bisogna mettere in conto: il paziente può essere a sua volta accusato di calunnia e diffamazione, reati che sono puniti dalla legge rispettivamente con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa fino a 2.065 euro e 2 anni di carcere.
Denunce per malasanità: quando un diritto si trasforma in un abuso
Quello delle denunce nei confronti di medici e strutture sanitarie, purtroppo, molto spesso sembra essere un vero e proprio abuso di diritto, dato che circa il 90% di esse viene archiviato. Naturalmente, denunciare un episodio di palese negligenza o un errore diagnostico grave è un diritto imprescindibile di ogni cittadino, ma da usare con cautela.
Infatti, il rischio maggiore è quello di ledere in maniera irrimediabile il rapporto di fiducia tra il medico curante e il paziente, e, ancor di più, tra i cittadini ed il Sistema Nazionale Sanitario.
Bisogna ricordare, infatti, che i medici, come tutti gli altri gli operatori sanitari, svolgono un lavoro delicatissimo, per l’espletamento del quale sono necessarie la stima e l’affidamento totale da parte dei pazienti e dei loro familiari.
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