Alessandro Di Battista con un lungo articolo attacca Mario Draghi “per arrivare al Quirinale è disposto persino a guidare un governo di unità nazionale, per gli interessi degli ultimi ancora una volta non ci sarà niente di buono”.
Torna a farsi sentire Alessandro Di Battista e lo fa con un articolo su Tpi dove punta il dito contro Mario Draghi, l’ex governatore di recente tornato a essere corteggiato dalla politica dopo il suo intervento al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini.
Se le parole di Draghi hanno suscitato una sorta di consenso trasversale dal centrosinistra al centrodestra, rinvigorendo le tesi di chi lo vorrebbe premier al posto di Conte, Di Battista invece è andato come suo solito in una direzione diametralmente contraria.
“Quando parla Draghi tutti si mettono sull’attenti, agli ordini, con la lingua di fuori e si trasformano in tanti piccoli suoi derivati - ha ironizzato l’ex deputato 5 Stelle - Draghi è come il TAV, le grandi opere inutili, l’asservimento a Washington o il finanziamento pubblico a Radio Radicale: riesce a mettere d’accordo Renzi e Salvini”.
Nel lungo articolo Dibba ha così fatto una sua personale biografia di Draghi, elencando i incarichi e azioni di quando era al vertice di Bankitalia “la storia è la memoria di un popolo, e senza una memoria, l’uomo è ridotto al rango di animale inferiore”, citando niente di meno che Malcom X.
Di Battista: Draghi vuole il Quirinale
Nel suo articolo Alessandro Di Battista ricorda come Mario Draghi “appena uscito dal Tesoro, nel 2002, venne nominato Vicepresidente per l’Europa di Goldman Sachs, una delle banche d’affari più grandi al mondo”.
“Il divino Draghi - ha attaccato il grillino - ha diretto l’acquisizione da parte della Repubblica italiana di titoli speculativi che hanno, nella stragrande maggioranza dei casi, arricchito le banche private ed impoverito le casse dello Stato”.
Un acquisto di derivati dove “perdura un sostanziale segreto di Stato come per la strage di Ustica”, visto che secondo l’ex deputato “la verità farebbe male” a quei tecnici strapagati “che inorridiscono quando il popoluccio si interessa di questioni che vanno oltre il calcio mercato, che tuttavia sono stati capaci di farci perdere miliardi di euro e che adesso sognano persino di sedersi al Quirinale, supportati da una classe politica che non può far altro che restare in silenzio avendo la bocca tappata dalle mani ossute di centinaia di scheletri negli armadi”.
Per Alessandro Di Battista infatti Mario Draghi “vuole fare il Presidente della Repubblica e per arrivare al Quirinale è disposto persino a guidare un governo di unità nazionale (Dio ce ne scampi) se gli venisse richiesto”.
“Il sistema mediatico è con lui. Gran parte del sistema politico è con lui. Dalla sua ci sono le banche, le istituzioni europee, i grandi gruppi di potere, il clero più influente” ha poi continuato Dibba, avvertendo poi però che “quando l’establishment glorifica qualcuno il Popolo dovrebbe temerlo”.
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