Luigi Di Maio, assente al G20 in Giappone, da quando è alla Farnesina è stato impegnato più a fare il capo politico del Movimento 5 Stelle che il ministro, con l’Italia che al momento non ha una chiara linea in politica estera.
Fatta la foto di rito nella sua nuova stanza alla Farnesina, Luigi Di Maio per il momento non sta di certo mettendosi in evidenza per il suo grande attivismo nel fresco incarico di ministro degli Esteri.
Ha fatto notizia infatti l’assenza di Di Maio al G20 in Giappone dove la scorsa settimana era in programma un vertice tra i ministri degli Esteri. “Era un appuntamento nel quale non c’erano neanche il mio omologo americano, francese, inglese e l’Italia è stata rappresentata comunque dal viceministro alla Cooperazione e allo sviluppo Del Re” è stata la giustificazione del pentastellato.
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Invece che essere in Giappone il leader del Movimento 5 Stelle è stato impegnato in un tour in Sicilia, per rimarcare in una regione strategica per i grillini il suo ruolo di capo politico ultimamente messo in discussione da varie frange di dissidenti interni.
Il sentore è che al momento in cima alle preoccupazioni di Luigi Di Maio ci sia la volontà di riprendere in mano le redini del Movimento, trascurando però il suo ruolo alla Farnesina tanto che non si capisce bene quale sia la linea politica estera del nuovo governo giallorosso.
Di Maio: più capo politico che ministro?
Durante il primo governo Conte, una delle principali critiche rivolte a Luigi Di Maio era che avesse concentrato su di sé troppi incarichi: capo politico del Movimento 5 Stelle, vicepremier, ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico.
Nonostante la giovane età e le sue capacità politiche, difficilmente si riusciva a capire come il golden boy pentastellato potesse riuscire a svolgere con il massimo impegno quattro ruoli così delicati in contemporanea.
Con il ribaltone della scorsa estate e la nascita del governo Conte bis, Di Maio è stato in qualche modo depotenziato, dovendosi “accontentare” soltanto del pur sempre molto importante incarico di ministro degli Esteri.
Da quando è alla Farnesina il pentastellato però non sembrerebbe essersi buttato a capofitto nel suo nuovo incarico di titolare degli Esteri, tanto che diversi osservatori parlano del viceministro Emanuela Del Re come una sorta di ministro ombra che gestirebbe tutti i principali dossier.
L’assenza al G20 in Giappone, le poche missioni all’estero previste nei prossimi mesi e lo scarso peso politico avuto dal nostro Paese durante le recenti crisi internazionali, guerra tra Turchia e curdi in Siria in primis, fanno intendere come nei pensieri del ministro probabilmente al momento c’è altro rispetto che il lavoro da svolgere alla Farnesina.
Nelle prossime settimane infatti Luigi Di Maio sarà impegnato in un impegnativo tour sul territorio italiano, per tornare a tastare con mano l’umore degli attivisti pentastellati visti i tanti mal di pancia che si sono registrati ultimamente in seno ai 5 Stelle, nella speranza di poter così consolidare la propria leadership.
Un modo questo per rinsaldare i rapporti con la base e riaccendere l’entusiasmo degli attivisti, in un momento difficile per il Movimento che alle prossime elezioni regionali rischia di ottenere una nuova pesante battuta d’arresto.
In sostanza l’impegno immediato di Di Maio sarebbe quello di svolgere al meglio il suo ruolo di capo politico, rischiando però di trascurare i delicati affari di politica estera che sarebbero invece di sua competenza.
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