Di Maio denuncia che il Decreto Fiscale sia stato modificato da una “manina”: così non lo votiamo. Aumentano i dubbi dell’Europa e lo spread sale a 310 punti.
Lo psicodramma del “governo del cambiamento” è andato in onda nell’ovattato salotto di Porta a Porta. Con quello che è sembrato quasi un colpo di teatro, il vicepremier Luigi Di Maio ha mostrato il testo del Decreto Fiscale denunciando una modifica a sua insaputa da parte della solita misteriosa “manina”.
“Domani presenterò una denuncia alla Procura della Repubblica, noi questo testo non lo votiamo” è stato l’affondo di Di Maio, mentre il Quirinale fa sapere che da loro il testo del Decreto Fiscale non è ancora arrivato e la Lega si dichiara estranea alla vicenda “noi siamo seri”.
Una crisi di governo improvvisa proprio nel momento in cui il premier Conte è impegnato nel Consiglio Europeo e, sempre a Bruxelles, aumentano le voci di una bocciatura per la nostra legge di Bilancio. In questo scenario, dopo un incoraggiante calo lo spread è tornato a salire a quota 310 punti.
Di Maio e la “manina”
Da sempre in occasione della preparazione di una legge di Bilancio spuntano fuori le cosiddette “manine” pronte a inserire anche poche parole capaci di cambiare un articolo. Pure il governo gialloverde non sta facendo eccezione, visto il “caso Croce Rossa” già uscito fuori nei giorni scorsi.
Questa volta però non si tratterebbe di qualche milione di euro elargito sotto banco, ma di una modifica al Decreto Fiscale che trasformerebbe la Pace Fiscale da condono soft a maxi, con tanto di scudo fiscale per i capitali all’estero.
A Porta a Porta quindi è andato in onda un Luigi Di Maio furioso. “Al Quirinale è arrivato un testo manipolato, domani presento denuncia alla procura della Repubblica”. L’accusa del leader del Movimento 5 Stelle è quindi molto grave.
Chi potrebbe allora aver modificato il Decreto Fiscale? Di Maio non fa nomi ma parla di “strani giochini che stanno avvenendo in questo governo”. La Lega però si è tirata subito fuori da questa vicenda “noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati”.
Fatto sta che oltre a essere pronto a sporgere denuncia in Procura, Di Maio ha dichiarato che il Movimento 5 Stelle non può votare il Decreto così come è. Proprio mentre il governo si prepara ad affrontare la sua battaglia contro l’Europa, la maggioranza carioca sembra essere piombata nel caos.
Intanto lo spread torna a salire
Alzando l’asticella del deficit al 2,4% il governo Conte ha deciso di sfidare Bruxelles. Decisione politicamente legittima visto anche il granitico consenso di cui godono al momento Lega e Movimento 5 Stelle.
Ma se scegli di indossare l’elmetto e di trascinare l’intero paese in una delicata e pericolosa partita finanziaria, devi avere la compattezza e la forza per poter affrontare “nemici” di cotanto spessore.
Invece l’Italia manda al Consiglio Europeo un premier che è il mero portavoce dei suoi due viceministri, che dal canto loro fanno di tutto per agitare le acque. Quest’ultima vicenda della “manina” poi alimenta ulteriormente i già tanti dubbi che aleggiano sulla credibilità del governo.
Lo scopo dichiarato dall’esecutivo fin dalla presentazione del Def è quello di convincere le Istituzioni e i Mercati sulla bontà della legge di Bilancio nostrana. L’immagine che arriva all’esterno però è quella di una maggioranza dove regna il caos e tutti smentiscono tutti.
In questo scenario lo spread, dopo che era inizialmente sceso quando è stata presentata la Manovra, è tornato a salire toccando quota 310 punti. Se queste sono le premesse, senza una coesione da parte del governo l’Italia rischia di perdere questa partita con le conseguenze che potrebbero essere gravissime.
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