La didattica a distanza funziona davvero? La lezione virtuale è una necessità ai tempi del coronavirus e ce lo hanno spiegato un’insegnante del Sud e un’alunna del Nord del Paese, da zone rosse vecchie e nuove.
Didattica a distanza: funziona davvero? Cerchiamo di scoprire come si fa lezione virtuale ai tempi del coronavirus dal momento che l’emergenza lo impone.
Gli ultimi sviluppi sulla situazione del contagio in Italia hanno posto un problema serio per le scuole e il governo, con la ministra dell’Istruzione Azzolina, ha inizialmente deciso di chiudere tutte le scuole d’Italia fino al 15 marzo.
A quel punto tutti gli Istituti d’Italia si sono mossi, invitati anche dal Miur, per attivare la didattica a distanza. Molti docenti hanno iniziato a seguire dei webinar di formazione necessari per mettere in pratica le nuove procedure di lezione virtuale. Con il nuovo decreto del 9 marzo e l’Italia trasformata in un’unica grande zona rossa, la chiusura delle scuole si protrae al momento fino al 3 aprile 2020.
In questa situazione a tratti surreale i docenti cercano al meglio di continuare a seguire i ragazzi attraverso le lezioni virtuali anche e soprattutto coloro che dovranno sostenere la Maturità 2020.
A spiegarci la didattica a distanza è stata una docente di Matematica e Fisica dell’ISIS Majorana-Fascitelli (Scientifico e Classico) di Isernia, in Molise.
Inoltre abbiamo raccolto, dall’altra parte del Paese, in Veneto, la testimonianza di una giovane studentessa alle prese con il quinto anno di scuole superiori che ci ha parlato delle lezioni virtuali, verifiche e compiti tramite il web. Vediamo quindi come funziona la didattica a distanza attraverso il punto di vista di un’insegnante e di un’alunna a Nord e Sud del Paese.
Didattica a distanza e come funziona per il docente
Della didattica a distanza e di come funziona ce ne ha parlato un’insegnante di Matematica e Fisica dell’ISIS Majorana- Fascitelli di Isernia, la professoressa Martina Litterio. La docente è molto giovane, ha 28 anni e per lei l’uso delle piattaforme tecnologiche è decisamente più agevole rispetto, forse, ai professori della vecchia guardia.
Tuttavia ci ha spiegato di come sia una necessità la lezione virtuale e che tutti i docenti dell’istituto la stanno attuando perché i ragazzi, specialmente quelli che sono al quinto anno e che dovranno sostenere la Maturità 2020, non possono fermarsi.
I docenti, che hanno partecipato al webinar preliminare di formazione, utilizzano una piattaforma e-learnig con il dominio della scuola. La piattaforma è quindi una scuola virtuale.
Ogni professore, come ci spiega la professoressa Litterio, ha un proprio profilo cui sono associate le sole classi di riferimento e i corsi previsti, nel suo caso Matematica e Fisica, per ciascuna classe.
Ogni corso ha quindi una propria cartella aprendo la quale è possibile, per gli alunni, accedere al materiale del corso messo a disposizione dall’insegnante. Nel singolo corso si possono caricare più lezioni, quindi più argomenti.
In una lezione oltre al materiale teorico, alle spiegazioni, si possono caricare anche delle video-lezioni registrate dall’insegnante.
Non solo, per ogni lezione, come ci fa vedere la professoressa Litterio, è possibile inserire anche una sessione di consegna degli esercizi. Nel caso in esempio di Matematica è possibile caricare gli esercizi e gli alunni possono inserirli, una volta risolti, sulla piattaforma e-learning per ricevere in un secondo momento la correzione e relativa valutazione dell’insegnante. Lo studente può anche caricare una foto degli esercizi.
Nella sezione valutazione il docente può inserire oltre al voto anche commenti e suggerimenti. I ragazzi rispondono molto bene e partecipano con entusiasmo.
La professoressa ci spiega anche che in alternativa alle video-lezioni, la didattica a distanza si può comporre anche di lezioni live visibili in quella che nella loro piattaforma e-learning si chiama «meeting-room».
La «meeting room» è relativa alla classe, il professore prenota la sua lezione nell’orario stabilito e i ragazzi sanno quando collegarsi per la sessione virtuale.
La lezione viene anche registrata per chi, per esempio, potrebbe avere una connessione non ottimale o altri impedimenti di carattere tecnologico. Con la registrazione lo studente può tranquillamente recuperare la lezione che resta salvata nella piattaforma.
La didattica a distanza, per quanto nuova per le scuole, sta prendendo la strada giusta. Gli insegnanti, ci spiega la professoressa Litterio, pian piano si stanno regolando, seguendo le disposizioni governative e ministeriali, anche per valutazioni e compiti.
Al momento, considerando che le scuole saranno chiuse per almeno quattro settimane, la didattica a distanza è quantomai necessaria e come abbiamo visto funziona, ponendo tuttavia il problema della connessione internet e di una potente copertura che spesso manca nei piccoli centri dell’Italia interna.
La didattica a distanza per gli alunni
Ma cosa significa la didattica a distanza per gli alunni? Sicuramente un appiglio dal momento che il coronavirus ha messo i ragazzi e i bambini della scuola italiana in una condizione di costante di incertezza.
A spiegarci come funziona la didattica a distanza per gli alunni è la giovanissima, ormai maggiorenne, Alessia alunna del quinto anno di un Istituto superiore del Veneto.
Loro, ci spiega la giovane, sono a casa da ben prima dell’emergenza coronavirus e del primo decreto della Presidenza del Consiglio che è stato emanato dopo i casi del lodigiano e di Vo’, dal momento che la loro scuola aveva previsto già la chiusura per le concomitanti vacanze di Carnevale.
Alessia, insieme ai suoi compagni, è fuori da scuola già da due settimane e mezzo. Gli spostamenti e gli incontri sono molto limitati e ognuno da casa propria cerca di seguire le lezioni e di non perdere tempo prezioso.
Alessia ci ha spiegato che i professori stanno utilizzando il registro elettronico, la piattaforma ClasseViva. Come ci illustra Alessia:
“ClasseViva è un portale al quale possono collegarsi studenti, insegnanti e genitori. Abbiamo queste “aule virtuali”, una sorta di chat cui partecipano i vari professori e dove caricano documenti o scrivono messaggi.”
La piattaforma serve anche per assegnare i compiti:
“Ci hanno assegnato compiti, esercizi e soprattutto fornito dei chiarimenti specie per i nuovi argomenti da studiare”.
Con il professore di Italiano e Storia poi, tramite il broadcast Mixlr i ragazzi fanno lezione online, vere e proprie lezioni virtuali di didattica a distanza. Il professore spiega e gli alunni prendono appunti. Alessia ci ha spiegato:
“Quando finiamo la lezione virtuale ci mettiamo d’accordo per le successive lezioni. Questa settimana abbiamo lezione giovedì e venerdì. La settimana prossima con lui faremo lezione tutti i giorni (di solito una nostra lezione dura dai 30 ai 60 minuti ma sono intense, spiega tante cose). Il professore può controllare chi partecipa perché la piattaforma permette di capire chi è online nel momento esatto in cui sta spiegando.”
E per le interrogazioni?
“Le faremo online, tramite la videochiamata di Whatsapp.”
Queste testimonianze ci dimostrano come, con strumenti più sofisticati o meno, la didattica a distanza sta funzionando. Certo ci vuole un po’ di tempo perché tutti riescano a organizzarsi e in tutta Italia, ma la volontà e la voglia di uscire da questa situazione è tantissima.
Abbiamo chiesto ad Alessia anche cosa ne sarà delle prove Invalsi, se i professori sono riusciti a dare indicazioni in merito, dal momento che si sarebbero dovute tenere, per le classi quinte delle superiori, in questo mese di marzo:
“La mia classe avrebbe dovuto sostenere le prove Invalsi il 2, 3 e 7 marzo ma non ci aggiornano ancora su quello che accadrà. Vogliamo avere anche delle novità sulla Maturità 2020, ma al momento tutto tace. Dobbiamo solo pazientare e attendere.”
Nel frattempo si studia con la didattica a distanza e si va avanti per non rimanere indietro e arrivare pronti agli esami di giugno quando l’emergenza coronavirus, si spera, sarà solo un lontano ricordo.
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