Alla ribalta delle cronache mondiali per esser stato uno dei protagonisti che hanno cavalcato con successo il tremendo crollo dei mercati azionari del 2007-2008, Steve Eisman gestirà un fondo long/short equity per Neuberger Berman. Ecco gli insegnamenti che il gestore ha tratto dalla grande crisi
La casa d’investimento Neuberger Berman ha scelto il celebre Steve Eisman come senior portfolio manager del nuovo fondo long/short equity Neuberger Berman Absolute Alpha (clicca qui per i dettagli tecnici del nuovo prodotto).
Chi è Steve Eisman?
Un nome che di primo impatto non suscita clamore, ma dietro al quale c’è un investitore di cui forse molti di noi conoscono le gesta. Vediamo perché.
Protagonista de «La grande scommessa»
Dipendente della Neuberger Berman dal settembre 2014, Steve Eisman è un affermato portfolio manager ma soprattutto è uno dei principali ispiratori del best seller di Michael Lewis «The Big Short», da cui poi l’omonimo film diretto da Adam McKay (in Italia «La Grande scommessa»).
Alla ribalta delle cronache mondiali per esser stato uno dei protagonisti che hanno cavalcato con successo il tremendo crollo dei mercati azionari del 2007-2008, Eisman ha saputo trarre parecchi insegnamenti da quell’esperienza. Vediamo quali.
Le cause dello scoppio della «bolla subprime»
Tutti ormai siamo consapevoli delle cause scatenanti della grande crisi finanziaria di quegli anni non ancora troppo lontani. Eisman, che quella crisi la vissuta in prima persona, tiene però a sottolineare una volta in più quali furono i quattro fattori decisivi a far crollare tutto il castello di Wall Street:
- leva finanziaria eccessiva,
- esplosione dei mutui sub-prime,
- elevata concentrazione di titoli cartolarizzati nei bilanci di organizzazioni sistemiche
- ingente ricorso a strumenti derivati.
Anche se gli stessi problemi non sono presenti oggi nel sistema, Eisman sostiene che queste abbiano rappresentato delle lezioni da tenere presente anche oggi.
«La prima lezione da ricordare è che i paradigmi possono durare a lungo, anche quando sono sbagliati. Wall Street ha creduto di sapere come gestire il proprio rischio e quindi ha aumentato continuamente la leva finanziaria. Ci è voluta una crisi per dimostrare che il paradigma era sbagliato», ha spiegato Eisman.
Problema di etica del mercato
Ricordiamo che alla base del crollo di Wall Street di quegli anni c’è stato anche un problema di etica.
«Le banche (gli originator) e i team dedicati alle operazioni di cartolarizzazione erano tutti retribuiti sulla base dei volumi di emissioni, non sulla loro qualità – spiega il gestore di Neuberger Berman -. Essi hanno continuato ad essere originati finché la qualità del credito non implose. Infine, la regolamentazione è importante e le modifiche alla regolamentazione stessa possono esserlo ancora di più».
Come mettiamo in pratica queste lezioni oggi? «Riteniamo che sia importante rivalutare le strutture retributive, con particolare attenzione al rendimento a lungo termine sul capitale rispetto al volume. È inoltre fondamentale comprendere i rischi sottostanti», ha chiosato Eisman.
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