Dipendenti pubblici, addio alle impronte digitali contro i “furbetti del cartellino”

Isabella Policarpio

3 Ottobre 2019 - 12:25

Addio alle impronte digitali per i dipendenti pubblici; il Garante della privacy ha bocciato il provvedimento del vecchio Governo. Il Ministro Dadone pensa a nuove misure contro i furbetti del cartellino.

Dipendenti pubblici, addio alle impronte digitali contro i “furbetti del cartellino”

Le impronte digitali contro i “furbetti del cartellino” nella Pubblica Amministrazione sono illegittime poiché non rispettano le norme sulla riservatezza dei dati personali. Lo ha stabilito il Garante della privacy, decisione che boccia definitivamente il provvedimento voluto dall’ex Ministro Bongiono.

Il controllo biometrico dei dipendenti pubblici inoltre è stato ritenuto una misura eccessiva e inidonea ad assicurare l’efficienza del lavoro svolto e il rispetto dei lavoratori.

Ma il problema dell’assenteismo resta e il nuovo Governo di coalizione Pd-M5S dovrà trovare altre soluzioni per contrastare il fenomeno e garantire il buon funzionamento della PA. La Dadone propone l’incremento della videosorveglianza ma secondo l’x Ministro Bongiorno si tratterebbe di una misura blanda e inidonea. Tuttavia la posizione del GdP sembra essere definitiva.

Impronte digitali per i dipendenti pubblici, l’altolà del Garante della privacy

Le impronte digitali per il controllo dei dipendenti pubblici saranno eliminate; il Garante della privacy ha bocciato il provvedimento contro i “furbetti del cartellino” introdotto dal decreto Concretezza voluto dalla ex Ministra Bongiorno.

Secondo il GdP, questa misura sarebbe impossibile da attuare in concreto a tutti i dipendenti pubblici e violerebbe la disciplina della conservazione dei dati personali, poiché la trasformazione delle impronte in un codice alfanumerico non sarebbe sufficiente a garantire la riservatezza delle informazioni.

Per questa ragione, il Ministero della Pubblica Amministrazione ha deciso di accantonare il rilevamento biometrico voluto dal Governo Lega-M5S e sta valutando nuove misure da mettere in pratica.

Fabiana Dadone, nuovo Ministro della Pubblica Amministrazione, ha appoggiato la posizione del Garante della privacy definendo la raccolta delle impronte digitali “un uso criminale della tecnologia” offensiva nei confronti dei dipendenti pubblici, trattati alla stregua dei criminali.

Invece che le misure repressive, il Ministro Dadone vorrebbe implementare la formazione del personale impiegato, bloccare il turnover e valorizzare le competenze produttive dei comparti amministrativi più efficienti.

Per contrastare l’assenteismo dei c.d. “furbetti del cartellino” come soluzione la Dadone propone un sistema di videosorveglianza capillare in tutti gli uffici e luoghi pubblici.

Addio alle impronte digitali, la reazione dell’ex Ministro Bongiono

L’altolà del Garante della privacy e le dichiarazioni della neo Ministra alla Pubblica Amministrazione hanno suscitato la reazione dell’avvocato Giulia Bongiorno, artefice del decreto Concretezza con il quale era stato introdotto il rilevamento delle impronte digitali per i dipendenti pubblici.

Secondo la Bongiono quello della privacy sarebbe un alibi che nasconde la volontà di non affrontare il problema dell’assenteismo con il pugno di ferro, come meriterebbe. L’ex Ministra ha aggiunto che i modi per tutelare la riservatezza esistono ma che - a suo dire - al nuovo Esecutivo manca la volontà di trovare una soluzione.

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