I club di Serie A rimangono divisi sulle offerte sui diritti televisivi, con l’asta che rischia di essere annullata il prossimo 29 marzo in caso di mancato accordo. Intanto DAZN ha accusato Sky di concorrenza sleale.
Prosegue lo scontro tra le 20 squadre di Serie A sulla partita dei diritti TV che vede contrapposte Sky e DAZN, con quest’ultimi che sarebbero spalleggiati da TIM.
Dopo l’ennesima fumata nera nell’assemblea della Lega Calcio dello scorso martedì, il 26 marzo avrà luogo uno degli ultimi incontri prima dell’annullamento dell’asta previsto il 29.
In caso non si arrivasse al voto favorevole di almeno 14 club del campionato italiano entro tale data, la Lega dovrebbe procedere a un nuovo processo di vendita che potrebbe portare a guadagni minori per la trasmissione dei match della Serie A.
Un grosso rischio per le proprietà, dato che la crisi economica legata alla pandemia da Covid-19 ha avuto, e continua ad avere, gravi ripercussioni per il mondo del calcio a causa delle mancate entrate derivanti, ad esempio, dagli stadi chiusi.
Ma cosa sta succedendo sui diritti TV e perché i club italiani non sembrano riuscire a trovare un accordo?
Diritti TV: perché i club della Serie A sono divisi
Innanzitutto è necessario partire dalle offerte presentate dalle due piattaforme in gara. DAZN, in alleanza con TIM, ha presentato la proposta più ricca, con un esborso di circa 840 milioni di euro a stagione, per una somma globale per il 2021-2024 pari a 2,5 miliardi di euro.
Sky, invece, che da 18 anni trasmette le partite italiane, si è limitata a mettere sul piatto 750 milioni di euro, per un totale previsto per il prossimo triennio di 2,25 miliardi di euro, 250 milioni di euro complessivi in meno rispetto al servizio di streaming.
Tra i partecipanti, 11 società, tra cui Juventus, Milan e Inter, si sono schierate a favore del gruppo DAZN, mentre le restanti, tra cui anche la Roma, si sono astenute, mantenendo diverse riserve sulla qualità del servizio.
Scontro totale tra Sky e DAZN
Infatti, la preoccupazione espressa dal presidente della Sampdoria Massimo Ferrero (tra gli astenuti), è legata alla trasmissione in streaming online prevista da DAZN.
Vista la situazione non ottimale di fibra e banda larga in Italia, il patron blucerchiato ha rivelato di temere una perdita di ascolti da parte dei telespettatori abituati a seguire il campionato via satellite o digitale terrestre.
Nel frattempo, si è bloccata la valutazione dell’entrata nella media company della Serie A di Cvc. La cordata dei due fondi di private equity Capital Partners e Advert International ha offerto 1,6 miliardi di euro per acquisire il 10% di quella che dovrebbe essere, in futuro, la società in grado di gestire i diritti commerciali del massimo campionato di calcio del Paese.
Infine, nelle ultime ore DAZN ha accusato Sky di concorrenza sleale, poiché l’azienda fondata da Rupert Murdoch avrebbe mandato una lettera ai presidenti confermando la stessa offerta in caso non si arrivasse a una soluzione entro il 29 marzo, a differenza dei dirigenti di DAZN, i quali hanno avvertito che la loro proposta non verrà ripresentata.
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