Inviata da Palazzo Chigi al Consiglio di Stato la bozza del Dpcm sul Golden Power
Consterà di 21 pagine per 15 articoli il Dpcm sul Golden Power. La bozza è stata intercettata da agenzie di stampa sulla via per il Consiglio di Stato, dal quale il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aspetta ora un parere. L’arrivo della nuova normativa era stata anticipata esattamente un mese fa.
Nel decreto liquidità, diventato legge proprio oggi, giovedì 6 Giugno, è stato previsto il rafforzamento del Golden Power, reso necessario dalla crisi di coronavirus che aveva messo le aziende italiane a rischio scalate estere.
C’è la bozza del Dpcm sul Golden Power
Il Dpcm sul Golden Power è stato adottato su iniziativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero dello Sviluppo economico e del Ministero dei Trasporti. Ma all’iniziativa hanno partecipato anche i ministri dell’Interno, della Difesa, degli Esteri e della Giustizia, ha scritto l’agenzia di stampa Adnkronos che ha potuto vedere in anticipo la bozza del Dpcm.
Il Decreto della Presidenza del Consiglio che rinnoverà la disciplina del Golden Power è stato descritto come “lo scudo che lo Stato mette su beni e infrastrutture strategiche contro il rischio di scorrerie estere”.
La pandemia di COVID-19 e i recenti sviluppi geopolitici hanno rimesso in discussione quali sono i settori strategici per l’Italia.
Secondo quanto rivela la bozza il Dpcm sul Golden Power regola i settori “dell’energia, dell’acqua, della salute, di accesso e controllo di dati e informazioni sensibili, del settore finanziario, compreso quello creditizio e assicurativo, intelligenza artificiale e robotica, infrastrutture e tecnologie aerospaziali non militari, approvvigionamento di fattori produttivi nel settore agroalimentare”.
Bozza Dpcm su Golden Power, insorge la Lega
Sulla bozza del Dpcm sul Golden Power, inviata in mattinata al Consiglio di Stato, è però già scoppiato un caso. Secondo la Lega, che si è espressa con una nota della presidente della Commissione Attività produttive della Camera Barbara Saltamartini, la bozza “è stata scritta in evidente violazione della Costituzione”. Palazzo Chigi non avrebbe infatti tenuto conto “della norma primaria votata dal Parlamento” che “recepiva l’emendamento della Lega sul settore siderurgico ed agroalimentare”.
Il Carroccio avrebbe voluto, infatti, che il Dpcm sul Golden Power prevedesse “come strategici i livelli produttivi ed occupazionali del settore siderurgico e di quello alimentare”, ma “una manina ha ritenuto invece di trattare” i due settori “in maniera diversa”.
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