Banco BPM, il CEO Castagna: con UniCredit il grande rischio per l’Italia è questo

Laura Naka Antonelli

4 Marzo 2025 - 11:29

Banco BPM, ecco cosa rischia l’Italia con successo OPS UniCredit. Azioni UCG sotto forte pressione dopo la notizia della prima riunione del comitato golden power.

Banco BPM, il CEO Castagna: con UniCredit il grande rischio per l’Italia è questo

Azioni Banco BPM e UniCredit sotto pressione nella sessione di oggi, in una seduta che vede il Ftse MIB di Piazza Affari cadere subito giù, dopo i forti cali che si sono abbattuti ieri a Wall Street, sulla scia della guerra dei dazi che il Presidente americano Donald Trump sta portando avanti in modo imperterrito.

Detto questo, arrivano novità sul dossier UniCredit-Banco BPM, per mezzo di dichiarazioni che il CEO di Piazza Meda Giuseppe Castagna ha rilasciato nel corso di una intervista pubblicata sul quotidiano Il Sole 24 Ore.

Azioni Banco BPM e UniCredit sotto pressione, Piazza Affari paga i dazi di Trump

Oggi market mover dei mercati finanziari è l’entrata in vigore delle tariffe di Trump sui prodotti che gli Stati Uniti importano dalla Cina, dal Canada e dal Messico.

Nello specifico, i prodotti importati dal Canada e dal Messico faranno fronte a tariffe del 25% (non i prodotti energetici importati dal Canada, sottoposti invece a dazi del 10%), mentre contro la Cina i dazi che colpiranno le esportazioni del Paese sono stati raddoppiati dall’America di Trump al 20%.

La reazione di Pechino non è tardata ad arrivare, con la Cina che ha annunciato che risponderà allo schiaffo di Trump imponendo dazi del 15% su alcuni prodotti agricoli che importa dagli USA.

Nella guerra commerciale in atto, sull’azionario il sentiment è negativo, e a salire, a fronte di una Europa pronta a riarmarsi, rimangono i titoli del settore difesa, in primis Leonardo; non certo le banche, a dispetto delle varie partite di risiko aperte, che forse si stanno trascinando anche da troppo tempo.

UniCredit, azioni sotto pressione a Piazza Affari, parte iter comitato golden power

Ma torniamo al dossier UniCredit-Banco BPM. Oggi le azioni di Banco BPM tornano osservate speciali dopo l’intervista che il CEO della banca, Giuseppe Castagna, ha rilasciato a Il Sole 24 Ore, pubblicata nella giornata di oggi.

Forte il dietrofront delle azioni UniCredit, che perdono più del 3%, sulla scia della notizia relativa all’iter che è stato avviato nella giornata di ieri dal Comitato tecnico di Palazzo Chigi, che ha avviato la procedura del golden power.

Nella giornata di ieri, hanno riportato le agenzie di stampa, si è svolta di fatto la prima riunione del gruppo di coordinamento Golden power sul dossier che vede protagoniste le due banche italiane: dossier fin da subito osteggiato dal governo Meloni. Fonti vicine alle banche hanno riportato che alla riunione hanno presenziato i tecnici del comitato, come da prassi, mentre si è appreso che sempre ieri il CEO di UniCredit Andrea Orcel è stato a Palazzo Chigi, dove avrebbe incontrato Gaetano Caputi, capo di gabinetto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Banco BPM, Castagna: niente barricate, ma andiamo avanti per la nostra strada. Che si chiama Anima

Intanto, dopo i botta e risposta continui con il numero uno di UniCredit, il numero uno di Banco BPM Giuseppe Castagna ha tenuto a precisare nell’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore che BAMI non ha alcuna intenzione di “fare barricate”. Detto questo, “andiamo avanti per la nostra strada”.

E la strada porta il nome di Anima Holding, la società del risparmio gestito già controllata dal Banco, diventata target ufficiale con l’OPA presentata dalla casa madre agli inizi di novembre del 2024: OPA che ora ha più possibilità di successo, visto che la scorsa settimana gli azionisti di BPM hanno votato a favore del piano del gruppo di alzare la posta sulla SGR.

Quello che Banco BPM doveva fare lo ha fatto, ha sottolineato Castagna e “ora tocca a UniCredit dire che cosa intende fare, se rilanciare o far cadere un’offerta che, tra le altre cose, inciderebbe anche sull’erogazione del credito alle PMI”. È questo il rischio che l’amministratore delegato ha individuato, per l’Italia tutta, non nascondendo contestualmente la soddisfazione per il voto a favore della decisione di alzare il prezzo dell’OPA su Anima arrivato dal principale azionista di BPM, ovvero dai francesi di Crédit Agricole: “Siamo contenti se anche il Crédit Agricole, che ha portato in assemblea il suo 9,9%, ci ha dato fiducia”.

La strigliata all’offerta di UniCredit è stata nel frattempo di nuovo rimarcata e protagonista, tra le altre, è stata ovviamente l’eterna questione del prezzo dell’OPS: più che giusto, secondo Orcel, niente affatto, secondo BAMI.

Castagna ha parlato di “condizioni inusuali” dell’OPS ricevuta e di uno “ sconto persistente ”, di assenza di “una reale offerta sulla quale ragionare”.

Ribadite tutte quelle incognite che Piazza Gae Aulenti non ha ancora chiarito, come l’esposizione verso la Russia, ma anche i reali passi che Orcel intende fare in Germania, dove punta a conquistare il secondo gruppo bancario del Paese Commerzbank, come dimostrano i continui blitz con cui ha conquistato nuove fette della banca teutonica, dai cui esponenti sono arrivate tra l’altro negli ultimi giorni minacce senza precedenti contro il Ronaldo dei banchieri.

E che dire delle “sue intenzioni su Generali”, ha detto ancora Castagna riferendosi a UniCredit, dopo la grande mossa che ha visto Orcel entrare a gamba tesa anche nel capitale del campione assicurativo che il governo Meloni vuole tanto blindare?

Detto questo, il manager ha presentato anche e soprattutto il grande rischio che riguarda il credito e che una eventuale banca che nascesse da una operazione di M&A tra UniCredit e Banco BPM presenterebbe.

Il grande rischio di nozze con UniCredit per Castagna: a pagare sarebbero le PMI italiane

Di fatto, con UniCredit, parole del CEO di Banco BPM Giuseppe Castagna, che “destina soltanto il 38% delle risorse ai finanziamenti in Italia”, a fronte di BAMI, che eroga invece prestiti “al 100% alle aziende italiane”, il rischio di eventuali nozze sarebbe rappresentato da una stretta al credito che penalizzerebbe le aziende italiane, in particolare le PMI, ergo piccole e medie imprese.

E non si tratta di un rischio da poco, tanto che Banco BPM potrebbe giocare proprio questa carta per convincere il governo Meloni ad attivare il golden power e a ostacolare le nozze tanto volute da Orcel, l’amministratore delegato di UniCredit accerchiato, come sempre, da tutti.

Non da Piazza Affari, tuttavia, che fino a ieri ha continuato a fare fiducia alle azioni UCG, al punto da portarle a scattare a nuovi valori massimi, ben oltre la soglia di 50 euro, record agguantato qualche sessione fa, di pari passo con un indice Ftse Mib di Piazza Affari che è volato ai valori record in 18 anni, ovvero dal 2007.

Il governo Meloni ha subito bocciato dal canto suo, invece, le mire di acquisizione del Banco BPM da parte di UniCredit, arrivando a definire la banca italiana perfino una “banca straniera”, così come ha etichettato subito Piazza Gae Aulenti il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini: l’esecutivo italiano, d’altronde, aveva sponsorizzato soprattutto una operazione di M&A, piuttosto, tra MPS-Banca Monte dei Paschi di Siena e il Banco.

Detto questo, la questione potrebbe essere ormai superata, visto che MPS, da banca fin dal passato a corto di pretendenti ora è diventata ufficialmente predatrice, ed è impegnata con l’OPS su Mediobanca. Ma anche in questa partita, secondo i desiderata di Meloni, UniCredit potrebbe essere di troppo, visto che eventuali nozze tra MPS e Mediobanca, che hanno già ricevuto la benedizione di Palazzo Chigi, servirebbero a fare in modo che il governo Meloni abbia più voce in capitolo nel gruppo di cui Mediobanca è attuale maggiore azionista, ovvero, per l’appunto, in Generali Assicurazioni: e il punto è che UniCredit di Orcel si è mossa anche qui.

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