Unicredit-Commerzbank, la frase shock. In Germania si parla di “lotta nel fango” contro Orcel

Laura Naka Antonelli

28 Febbraio 2025 - 21:35

Non solo un semplice nein a UniCredit. Dal presidente del comitato aziendale della tedesca Commerzbank è arrivata una vera e propria dichiarazione di guerra contro Orcel.

Unicredit-Commerzbank, la frase shock. In Germania si parla di “lotta nel fango” contro Orcel

Non solo dichiarazioni al vetriolo: quelle che sono arrivate oggi dalla Germania contro UniCredit sanno di vera e propria minaccia. A lanciarle il presidente del comitato aziendale di Commerzbank, Sascha Uebel che, in una intervista rilasciata all’agenzia di stampa tedesca DPA, ha affermato di essere disposto a trascinare il CEO di Piazza Gae Aulenti Andrea Orcel addirittura nel fango, pur di impedirgli di prendere il controllo della seconda banca tedesca.

Da Commerzbank dichiarazione di guerra contro UniCredit, “daremo filo da torcere a Orcel”

Stiamo rendendo il percorso che Orcel dovrà intraprendere nella battaglia contro di noi il più fangoso e profondo possibile ”. Parole riportate dall’agenzia La Presse non solo taglienti, ma decisamente aggressive.

Uebel ha aggiunto che la sua intenzione è quella di creare “ quanti più problemi possibili ” al numero uno di UniCredit, aggiungendo che, nel caso in cui il takeover di Commerzbank da parte di Piazza Gae Aulenti dovesse realizzarsi, l’istituto tedesco darà “filo da torcere” al CEO italiano.

Non che la strada di UniCredit per conquistare Commerzbank sia stata mai in discesa; ma le dichiarazioni di Uebel confermano tutta la rabbia di una parte della Germania esplosa subito nei confronti di UniCredit, additata fin da subito come la banca straniera che si è permessa di puntare alla conquista del gioiello teutonico: gioiello tra l’altro, fino a poco prima della sua entrata a gamba tesa nel capitale e dei blitz successivi, anche di Stato.

Il grande autogol della Germania, che ha fatto entrare Orcel dalla porta principale

Ironia della sorte, proprio Berlino ha aperto la porta a Orcel quando, nel mese di settembre, ha deciso di fare praticamente cassa, vendendo sul mercato parte delle azioni detenute in Commerzbank.

Il grande blitz di Orcel, di fatto, è stato agevolato dalla scelta del governo tedesco - (in quei mesi al timone della Germania c’era ancora il governo Scholz, poi miseramente collassato) - di smobilizzare una fetta della sua partecipazione.

Era l’11 settembre 2024 quando a sorpresa UniCredit comunicava al mercato di avere acquisito una partecipazione azionaria pari a circa il 9% del capitale sociale di Commerzbank, di cui una quota pari al 4,49%, rilevata proprio “ nell’ambito di un’offerta di accelerated book building condotta per conto della Repubblica Federale di Germania, in linea con l’intenzione di quest’ultima di ridurre la propria partecipazione in Commerzbank AG”.

Il resto era stato invece acquistato “mediante operazioni sul mercato”. Un vero e proprio shock per la Germania, in mano al governo Scholz e, soprattutto, per i politici tedeschi più sovranisti, che si sarebbe poi confermato soltanto l’inizio, di fatto soltanto il primo capitolo, del piano firmato da Orcel volto a dar vita a una banca che riflettesse finalmente lo spirito europeista suo e di UniCredit.

Il secondo capitolo si sarebbe aperto dopo pochi giorni, il 23 settembre 2024, quando Orcel avrebbe fatto ulteriormente infuriare il governo di Berlino.

Le continue manovre in Commerzbank di UniCredit e quell’OPS su BPM che l’ha resa straniera anche in Patria

Non sarebbe finita lì: a fronte di un governo Scholz agonizzante, Piazza Gae Aulenti avrebbe annunciato verso la fine di dicembre di essere salita ulteriormente nel capitale della seconda banca tedesca, portando la sua partecipazione al 28%. Tutto mentre, nel frattempo, dopo aver sostenuto la missione del Ronaldo dei banchieri in Germania, l’Italia di Meloni si ritrovava di colpo di fronte a una banca, UniCredit, che aveva finito con il mettere nel mirino anche Banco BPM, lanciando alla fine di novembre 2024 un’OPS, offerta pubblica di scambio, su quella che, nei piani del governo italiano, era stata identificata piuttosto alla stregua di possibile cavaliere bianco perfetto per convolare a nozze con MPS, e per creare finalmente quel terzo polo bancario in Italia voluto in primis dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

UniCredit diventava così il nemico da combattere anche in Italia, colpevole in questo caso di avere strappato a MPS un potenziale valido pretendente e definita dal vicepremier, leader della Lega e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini addirittura “banca straniera”.

Di tempo, da quella stessa OPS lanciata da UniCredit su Banco BPM, ne è passato un bel po’, a fronte di nuovi colpi di scena: in primis l’OPS con cui MPS-Banca Monte dei Paschi di Siena si è svestita ufficialmente dei panni indossati per molti anni di potenziale preda per diventare di colpo predatrice di Mediobanca, prima azionista di Assicurazioni Generali. Generali campione assicurativo e forziere dei risparmi italiani e dei BTP, messa nel mirino anche da UniCredit con un blitz improvviso.

Nein continui a manovre UniCredit in Commerzbank, mentre si attende il verdetto della BCE

Ma mentre in Italia di colpo è cambiato tutto - non il no di Banco BPM all’OPS di UniCredit, considerata a sconto - nella Germania stravolta dalla crisi politica, non è cambiato sicuramente l’atteggiamento nei confronti di Piazza Gae Aulenti.

Quel nein proferito a gran voce dai tedeschi allo scenario di una Commerzbank finire nelle grinfie di una banca straniera, ovvero di UniCredit, (per di più banca italiana) è stato più volte rimarcato; e a dire nein sarebbe ora, a quanto pare, lo stesso neo cancelliere tedesco Frederich Merz dopo che, secondo alcune indiscrezioni, la stessa CEO della seconda banca tedesca Bettina Orlopp si sarebbe rifiutata, a quanto pare, addirittura di incontrare Orcel.

Stato VS mercato, insomma, anche in Germania e non solo in Italia. Con il piccolo particolare che, ad avere l’ultima parola, sarà, in ogni caso, la BCE, a patto che non cada anch’essa nella rete delle complicate dinamiche della politica. Nel frattempo, indiscussa protagonista del panorama bancario italiano, è stata oggi Banco BPM, che è riuscita ad aggiungere un tassello al puzzle dell’OPA su Anima che intende completare il prima possibile. Blindata dai soci, ora BAMI ha motivi in più per credere, o sperare, che alla fine Andrea Orcel alzi finalmente la posta.

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