Quali rischi corre chi coltiva il tabacco in Italia? Si può vendere? La coltivazione artigianale è semplice? Quali tipi di autorizzazioni servono? Tutto quello che c’è da sapere sulla coltivazione legale e illegale del tabacco.
L’Italia è il principale produttore europeo di tabacco nell’Unione europea con una quota del 27% e volumi complessivi intorno a 50.000 ton; anche se la tabacchicoltura è diffusa oggi in 9 regioni, dal nord al sud della penisola, il 97% del tabacco viene coltivato in sole 4 regioni: la Campania, l’Umbria, il Veneto e la Toscana.
In Italia vengono coltivate tutte le varietà di tabacco, a eccezione dei tabacchi Orientali, prodotti solo in Grecia e Bulgaria. Si tratta di un mercato che, solo in Italia, vale circa 20 miliardi l’anno. Una filiera importante, che dà lavoro a oltre 25mila addetti nelle fasi di coltivazione e trasformazione primaria.
Il suo uso va molto al di là del fumo di sigaretta. Il tabacco è sempre più utilizzato nella medicina, nella cosmesi, nel biocarburante, nell’industria della carta, nel settore dei tessuti e nella chimica.
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Le leggi sul tabacco in Italia si sono stratificate nel tempo, partendo dal 1929 e poi subendo modifiche nel 1948, nel 1972 e ancora nel 1986. Ma cerchiamo di capire, sulla base della normativa, le direttive fondamentali per poter coltivare tabacco in Italia legalmente.
È legale coltivare tabacco in Italia?
Tabacco e monopolio dello stato
Con il dl del 30 novembre 1970, n. 870, la produzione di tabacco, intesa come la semina e la coltivazione della pianta, non è più sottoposta a Monopolio di Stato e non è necessaria alcuna comunicazione alle autorità. Tuttavia, in caso di detenzione di meccanismi e utensili preordinati alla lavorazione del tabacco è obbligatoria l’autorizzazione dell’Amministrazione dei Monopoli.
La coltivazione in casa del tabacco
Se da un lato la produzione industriale non conosce limiti in termini di quantità produttiva, dall’altro la coltivazione in casa può avvenire senza nessuna autorizzazione fino a un massimo di mille foglie di tabacco.
Non esiste un limite fissato in numero di piante, tuttavia ogni pianta delle varietà maggiormente diffuse produce 20-50 foglie di media. Quindi è possibile stabilire un limite medio di almeno una trentina di piante. Da sottolineare che se il raccolto eccede le mille foglie non si va incontro a sanzioni, ma si ha l’obbligo di donare (senza corrispettivo di denaro) le foglie eccedenti il limite ai consorzi autorizzati per la coltivazione di tabacco.
Tabacco: vendita e trasporto
Per il tabacco prodotto in casa non c’è alcuna possibilità di venderlo lavorato senza autorizzazione o certificazione da parte dei monopoli perché questa attività è considerata illegale e soggetta all’accusa di contrabbando.
Tuttavia, considerando che il tabacco non ha uno status analogo a quello delle droghe illegali, può essere trasportato, formalmente anche oltre frontiera, fumato e donato a terzi senza ricevere alcun corrispettivo in denaro.
Le modalità di coltivazione del tabacco
La coltivazione del tabacco è soggetta a tecniche colturali diverse e alla creazione di varietà adatte ai più svariati ambienti. Le aziende agricole che intendono coltivare tabacco devono considerare che a ogni varietà di tabacco corrisponde un tipo di coltivazione differente. Infatti, per quanto riguarda il tabacco cosiddetto “scuro" sono preferibili terreni profondi e freschi, ricchi di sostanza organica, mentre i tipi “chiari” necessitano di terreni sciolti e leggeri, di non grande fertilità.
Essendo una pianta di origine sub-tropicale, il tabacco preferisce le giornate brevi per vegetare. Per quanto riguarda la temperatura, la germinazione necessita di almeno 15 °C e circa 25-30 °C per accrescimento e fioritura. Per tale motivo, in Italia è importante coltivare il tabacco solo nel periodo primavera-estate.
Una volta raccolto il tabacco, lo stesso viene sottoposto a lavorazione per dare risalto alle proprietà organolettiche e volta a ottenere i prodotti commerciali fruibili sul mercato: tabacco da fiuto, da masticare, da fumo.
Il procedimento industriale di lavorazione delle foglie consiste in quattro fasi principali: la fase di cura, la cernita, la fermentazione, la manifattura dei prodotti con la conseguente la stagionatura degli stessi.
Insomma la coltivazione di tabacco è una pratica molto più difficile di quanto si potrebbe pensare ma potrebbe avere senso perché si risparmia e soprattutto si evitano gli agenti nocivi e gli additivi della produzione industriale.
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