Nel 2020 sempre più utenti hanno scelto gli e-commerce come alternativa per il loro acquisti. Ecco come aumentare le vendite sugli shop online con Google Analytics e l’advertising digitale.
Come si possono aumentare le vendite sul proprio e-commerce grazie a Google Analytics e l’advertising digitale? Con la pandemia i comportamenti dei consumatori hanno subito un cambiamento, segnando una vera e propria accelerazione. In virtù di queste nuove esigenze, molti brand si sono dovuti riadattare alle nuove richieste, che online trovano la loro massima espressione.
Non è una novità che il 2020 sia stato l’anno del boom degli e-commerce, come dimostra anche la crescita del settore che ha segnato un +26% registrato rispetto all’anno precedente, con un 56% sugli acquisti effettuati tramite smartphone. In questo contesto, con l’approdo di molti brand online, il 2021 potrebbe essere l’anno in cui affinare le strategie di vendita per incrementare ulteriormente le vendite online. Ecco dunque alcune semplici regole per impostare azioni di marketing efficaci.
E-commerce, come aumentare le vendite
Per stare al passo con il mercato potrebbe rendersi necessario l’aiuto di professionisti del settore come t.bd, la Digital Service Agency di Diennea, che continua la sua evoluzione forte di un’esperienza che le ha permesso di specializzarsi in differenti ambiti e verticalità e grazie alla quale è in grado di impostare delle attività di marketing efficaci, ponendosi come partner strategico per supportare le vendite sul e-commerce con una strategia strutturata che include:
- pianificazione del piano di marketing completo;
- implementazione e gestione di campagne con obiettivo acquisto;
- definizione di KPI e impostazione del modello di monitoraggio e relative Dashboard.
Come pianificare le attività di marketing per l’e-commerce?
Ma come si fa a pianificare delle attività di marketing efficaci per il proprio e-commerce? Prima di mettere le mani in pasta è assolutamente fondamentale definire con cura gli obiettivi che si intendono raggiungere. I traguardi prefissati dovranno essere raggiungibili, concreti, definiti nel tempo e misurabili.
Il secondo aspetto da tenere in considerazione è il tone of voice, che deve essere in linea con la brand identity, impostando anche delle regole utili per il mantenimento della coerenza nel corso del tempo, e il topic, ossia bisogna capire come, cosa e su quali canali comunicare con il proprio target.
Un altro aspetto fondamentale riguarda proprio la definizione del target, ossia il pubblico a cui sono destinate le campagne. La scelta deve essere effettuata tenendo in considerazione quali possono essere le persone più affini all’offerta, evitando di rivolgersi ad una platea troppo eterogenea. Più il pubblico sarà definito, maggiore sarà la probabilità di raggiungere i propri obiettivi, ottenendo dei migliori tassi di conversione.
Una volta definito quali saranno le persone a cui sono destinate le campagne è necessario entrare in contatto con loro, sfruttando la potenzialità di una comunicazione multicanale e quindi scegliendo i canali in linea con gli obiettivi da raggiungere (SEO, SEA, Display Advertising, Social Media Marketing, DEM).
A questo punto è necessario analizzare i risultati di tutte le attività per capire quali stanno funzionando meglio e quali invece no. Questo potrebbe sembrare uno dei passaggi più difficili, trovandosi davanti un enorme quantità di dati, proprio per questo motivo è una buona regola individuare a priori i KPI da monitorare e classificarli per obiettivi (economici, finanziari, d’acquisto, attività di marketing, social e traffico). Vediamo come si possono monitorare le attività di marketing con Google Analytic e con l’Advertising sui canali social.
Google Analytics: come usarlo al meglio
Google Analytics è senza dubbio il miglior strumento per studiare il comportamento degli utenti sui siti e per capire attraverso quali azioni di marketing siano approdati. Inoltre grazie all’integrazione con Google Ads gli utenti possono analizzare le campagne, monitorando la qualità della pagina e se la visita si conclude in un acquisto. Ma come si può fare tutto questo?
Per prima cosa è necessario tracciare la provenienza del contatto, inserendo dei tag interni per monitorare le attività di marketing realizzate su diversi canali, tra questi troviamo:
- Il “mezzo” che indica il meccanismo o canale utilizzato per attirare l’attenzione dell’utente. In questo caso di potrebbero includere le “email”, per delle campagne email oppure i “cpc” per quanto riguarda gli annunci della rete di ricerca a pagamento o "social” per un social network;
- La “sorgente” indica la provenienza dell’utente, come una pagina web specifica o un link in un’email. Esempio “Google”, “Bing”, “Yahoo” o “newsletter”;
- La “campagna” per indicare il nome della campagna di marketing;
- Il “contenuto” per inserire un ulteriore dettaglio. Ad esempio nelle email si può indicare il tipo di contenuto cliccato;
- Il “termine”, utilizzato per identificare la parola chiave per le campagne di ricerca a pagamento.
Una volta conclusa questa l’analisi della provenienza del contatto è necessario tracciare il comportamento dell’utente per vedere come si muove all’interno del sito web. Per avere queste informazioni si dovranno utilizzare altri due tag: gli obiettivi e gli eventi.
Per rendere più appetibile il percorso di conversione dell’utente, e dunque per aumentare la possibilità che effettui un acquisto, e buona pratica adottare alcune best practice, tra queste:
- assicurarsi che il caricamento delle pagine del sito non richieda più di 3 secondi;
- far sentire i clienti al sicuro con email di conferma d’ordine, garantire il reso nel caso in cui i prodotti non soddisfino gli utenti, rispettare i tempi;
- rendere evidenti i contatti, che i clienti possono usare nel caso in cui necessitino di assistenza;
- rendere la procedura di checkout semplice e chiara, permettendo di acquistare anche a chi non è registrato;
- incentivare gli acquisti e fidelizzare il cliente con sconti o spedizioni gratuite;
- Inserire più metodi di pagamento;
- prevedere una strategia di ricontattato per gli utenti che abbandonano il carrello.
Advertising sui canali social
Per potenziare le attività di e-commerce è possibili avvalersi anche dell’aiuto dei social network. Vediamo come poter sfruttare al massimo Facebook e Instagram.
Su Facebook è possibile caricare direttamente il catalogo dei prodotti presenti sull’e-commerce e popolare gli Shops sui propri profili. Gli utenti del social potranno quindi consultare in modo semplice e veloce tutti i prodotti presenti nello Shop. Grazie al catalogo le informazioni sui prodotti, compreso il prezzo, vengono importati dentro le piattaforme e a livello di campagne sponsorizzate sarà semplice monitorare il ritorno sull’investimento (ROAS). In questo periodo storico, a causa delle varie restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, gli Shops diventano ancora più strategici in quanto permettono ai consumatori di vivere la stessa esperienza di quando si guarda una vetrina.
All’interno delle varie pagine dell’e-commerce è importante inserire correttamente i vari tag che permettano agli utenti di selezionare varie azioni, come ad esempio la visualizzazione di specifiche pagine di prodotto, l’aggiunta al carrello, l’acquisto o il completamento della registrazione.
Infine, grazie alla corretta installazione dei tracciamenti, sarà poi facile nella sezione Pubblico del Business Manager creare dei pubblici specifici in base a delle precise azioni. A tal proposito è consigliabile creare delle audience a partire dalle singole azioni degli utenti (es audience simili), anziché per interessi, dal momento che solitamente risultano migliori in termini di performance.
Per valutare la valutare la performance di Facebook si dovranno monitorare quante conversioni porta la piattaforma rispetto ad altri canali, in base all’utilizzo degli UTM di Google Analytics, oltre che ad altre specifiche metriche come il ROAS, che permette di valutare il ritorno sull’investimento sul canale specifico.
In collaborazione con t.bd by Diennea
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