Clima di grande incertezza per le elezioni amministrative a Roma: parte del Movimento 5 Stelle spera in un passo indietro di Virginia Raggi per stringere un accordo con il PD, con i dem che vorrebbero evitare di dover appoggiare Carlo Calenda mentre nel centrodestra una fumata bianca sul candidato appare essere ancora lontana.
Le elezioni amministrative a Roma al momento sono una autentica incognita. Non solo per la sciarada della data, in bilico a causa del Covid, ma anche per il sostanziale caos intorno ai possibili candidati.
In teoria le urne a Roma si dovrebbero aprire nella tarda primavera di questo 2021, a patto che la situazione sanitaria nel Paese migliori: non è da escludere un rinvio di questa importante tornata delle amministrative a fine estate, così come è avvenuto lo scorso anno.
Il prossimo 11 aprile sono in programma le elezioni regionali in Calabria, già slittate dalla iniziale data del 14 febbraio. Se dovessero svolgersi regolarmente, allora a Roma così come Milano, Napoli, Torino, Bologna e le altre città interessate, le urne si apriranno probabilmente a giugno, magari insieme alle politiche in caso di un aggravarsi della crisi di governo, altrimenti tutto sarà rimandato a inizio autunno.
Il rinvio potrebbe così consentire ai partiti di avere più tempo a disposizione per organizzarsi: in vista di questa elezioni a Roma infatti al momento le certezze appaiono essere molte poche anche per quanto riguarda i candidati, con pure la presenza della sindaca Virginia Raggi che adesso non appare essere più così scontata.
Elezioni Roma: la Raggi in bilico?
Assolta anche in appello nella vicenda riguardante la nomina di Renato Marra, per Virginia Raggi incassata in precedenza pure la modifica al regolamento pentastellato la strada per una nuova candidatura sembrerebbe essere in discesa.
Ad alimentare scenari alternativi ci hanno pensato però, con un post su Facebook, cinque consigliere comunali del Movimento 5 Stelle: “Serve un candidato Sindaco capace di unire, una figura terza rispetto alle varie forze politiche in campo e di alto profilo istituzionale, in grado di incarnare al meglio il ruolo di guida in una consigliatura costituente, replicando lo schema del livello nazionale su Roma”.
In sostanza quello che vorrebbero Marco Terranova, Enrico Stefano, Donatella Iorio, Angelo Sturni e Alessandra Agnello, sarebbe un passo indietro di Virginia Raggi così da creare i presupposti per una alleanza elettorale giallorossa anche a Roma.
Il Partito Democratico infatti potrebbe scegliere di scendere a patti con il Movimento 5 Stelle solo in caso di un candidato terzo, visto che appoggiare la Raggi significherebbe fare abiura a cinque anni di opposizione.
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Calenda c’è, centrodestra in alto mare
Spettatore interessato di questa vicenda è Carlo Calenda, in sostanza al momento insieme a Vittorio Sgarbi l’unico candidato ufficiale di peso e che da tempo è in piena campagna elettorale con un autentico tour nei vari quartieri della capitale.
Il leader di Azione spera in una convergenza del PD sulla sua candidatura: i dem dopo lo strappo dell’ex ministro non sono entusiasti di questa prospettiva, ma obtorto collo potrebbe dare il disco verde solo in caso di mancanza di una valida alternativa.
Tutta da decifrare anche la questione nel centrodestra, dove l’ipotesi Guido Bertolaso sembrerebbe essere destinata a finire lungo un binario morto. Ci sarebbe infatti un veto da parte di Giorgia Meloni, che non avrebbe dimenticato una uscita considerata poco felice da parte dell’ex numero uno della Protezione Civile poco prima delle elezioni amministrative a Roma del 2016.
Il sentore è che fino a quando non si chiarirà il quadro politico a livello nazionale, con il governo Conte sempre più in bilico e le elezioni anticipate che ormai non sarebbero più un tabù, nessuno dei tanti nodi riguardanti Roma verrà sciolto.
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