Per la prima volta orfano dei rappresentanti della Gran Bretagna, il nuovo Parlamento Europeo che verrà disegnato nelle elezioni del 26 maggio prossimo vedrà l’avanzata decisiva delle forze antieuropeiste
A grandi falcate ci avviciniamo alla data delle prossime elezioni europee. Scampato il pericolo di downgrade da parte dell’agenzia Fitch, l’Italia e i mercati guardano già con timore alla prossima tornata elettorale nella quale verranno eletti gli europarlamentari che siederanno nel Parlamento Europeo per i prossimi 5 anni.
Ad oggi espressione di una maggioranza conservatrice di centro-destra, presto il controllo dell’Europarlamento potrebbe passare ad una nuova maggioranza di partiti euroscettici, nazionalisti e populisti e il “grande vincitore” di questo cambio di passo potrebbe essere l’italiano Matteo Salvini.
È la previsione di Amundi, che nel corso di una conference call con gli analisti ha individuato nel vice-premier italiano il probabile leader in grado di riunire a sé tutte le forze populiste europee, dal polacco Law and Justice Party guidato da Jarosław Kaczyński, il Rassemblement National di Marine Le Pen, lo spagnolo Vox Party di Santiago Abascal e l’olandese Forum for Democracy di Thierry Baudet, fino al Movimento 5 Stelle del leader Di Maio.
“La Lega di Salvini è in procinto di dominare in Italia vincendo il 32% dei voti e 27 seggi. Con questi numeri la Lega diverrebbe il secondo partito più grande nella camera dopo la tedesca Christian Democratic Union di centrodestra”, hanno spiegato gli economisti di Amundi.
Secondo le proiezioni dell’asset manager di matrice francese le forze populiste riusciranno ad assicurarsi più del 20% dei seggi disponibili: “i gruppi euroscettici vinceranno 153 seggi - lo stesso numero di adesso, sebbene il numero complessivo di seggi sia ridotto da 751 a 705 per tener conto dell’uscita prevista del Regno Unito dall’UE”. Ma quale partito o coalizione ne farà maggiormente le spese?
Il Parlamento europeo oggi
L’immagine mostra l’attuale composizione del Parlamento Europeo così come scaturita dalle ultime elezioni del 2014.
Su 751 seggi, la maggioranza è saldamente in mano ai conservatori di centrodestra riunite sotto l’ala del Partito Popolare Europeo (PPE). L’attuale Presidente dell’Europarlamento è l’italiano Antonio Tajani (PPE) che è stato eletto dal Parlamento stesso nel gennaio 2017.
Amundi però ha fatto notare che nonostante la maggioranza dei seggi del PPE, “già nelle ultime elezioni i partiti di centro-sinistra e gli euroscettici hanno rosicchiato terreno rispetto al passato. Soprattutto questi ultimi, che già dal 2014 in aggregato si sono assicurati approssimativamente il 25% dei seggi totali”.
Il Parlamento europeo che verrà: le proiezioni di Amundi
Le prossime elezioni per l’Europarlamento che si terranno tra il 23 ed il 26 maggio promettono di scardinare ulteriormente il quadro dell’organo legislativo paneuropeo.
Dall’immagine si vede che le stime assegnano ai gruppi politici euroscettici circa 153 seggi, lo stesso numero di adesso, ma vedranno il loro peso aumentare in maniera proporzionale visto che il numero complessivo di seggi si ridurrà da 751 a 705 per tenere conto dell’uscita del Regno Unito dall’UE.
Il nuovo Parlamento europeo senza la Gran Bretagna
Per la prima volta senza la Gran Bretagna, la nuova composizione del Parlamento Europeo che sarà decretata con le elezioni del 23-26 maggio prossimo vedrà diminuire il numero di seggi da 751 a 705.
Con l’uscita del Regno Unito è stata presa la decisione di rimuovere 73 “seats” (Risoluzione preliminare del 7 febbraio 2019); 46 di essi saranno riassegnati a nuovi Paesi che aderiranno all’UE in futuro, mentre i restanti 27 saranno redistribuiti fra 14 Paesi Ue che attualmente sono “sottorappresentati”.
Nel dettaglio, i Paesi che “guadagneranno” il maggior numero di nuovi seggi in base alla riassegnazione dovuta alla Brexit sono Francia e Spagna (entrambe le nazioni avranno 5 seggi in più), seguite da Italia e Olanda (3 seggi in più ciascuna nazione).
La Germania non avrà alcun seggio aggiuntivo, ma rimane la nazione più rappresentata con 96 seggi. Seguono la Francia con 79 e l’Italia con 76. Fuori dal podio la Spagna con 59 e la Polonia con 52.
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