Il caos dell’Afghanistan impone la questione dei profughi in fuga dai talebani. E l’Europa si sta già attrezzando: la Grecia ha eretto una barriera difensiva, mentre la Turchia ha alzato i toni.
Cosa farà l’Europa per i profughi afghani? Intanto, c’è un muro di protezione per difendersi dall’ondata di migranti prevista.
Questa è l’ultima novità che arriva dalla Grecia. Il Paese ha comunicato di aver completato una recinzione al confine con la Turchia per arginare una prevedibile migrazione degli afghani alla ricerca di asilo in Europa.
Intanto, la nazione ha parlato anche con Erdogan, il quale ha già alzato la voce contro la possibilità che il suo Paese diventi la porta aperta ai disperati che fuggono dai talebani.
Il presidente turco farà pressioni all’Europa?
Muro contro i profughi dall’Afghanistan: è in Grecia
La Grecia ha installato una recinzione di 40 km (25 miglia) e un sistema di sorveglianza al confine con la Turchia, preoccupata per l’ondata di migranti dall’Afghanistan.
“Non possiamo aspettare, passivamente, il possibile impatto”, ha detto il ministro della protezione dei cittadini greco Michalis Chrisochoidis durante una visita nella regione di Evros.
L’obiettivo annunciato è l’inviolabilità assoluta dei confini nazionali.
Gli eventi in Afghanistan stanno agitando l’Unione Europea, timorosa di una ripetizione della crisi dei rifugiati del 2015, quando quasi un milione di persone in fuga dalla guerra e dalla povertà in Medio Oriente e oltre è passato in Grecia dalla Turchia prima di viaggiare verso Nord.
La Grecia era in prima linea in quella crisi e ha affermato che le sue forze di frontiera sono in allerta per assicurarsi che non torni a essere la porta d’ingresso dell’Europa.
Così, da Atene è arrivata l’estensione della recinzione già esistente di 12,5 chilometri nella regione di Evros (confinante con la Turchia) e un sistema di monitoraggio elettronico automatizzato ad alta tecnologia è stato installato.
Gli arrivi di migranti in Grecia, via terra o via mare, sono complessivamente rallentati dal 2016, quando l’UE ha concordato un accordo con la Turchia per arginare i flussi in cambio di sostegno finanziario.
leggi anche
Come aiutare le persone in Afghanistan
Erdogan alza la voce: la Turchia non accoglie
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha mostrato subito una forte insofferenza nei confronti della possibile ondata via terra di afghani verso il suo Paese.
Il tono si è fatto aspro, respingendo l’idea che ancora la sua nazione possa accogliere come già sta facendo con siriani - e anche afghani - da anni. Il presidente turco ha ricordato all’Unione Europea di attenersi agli accordi passati su migranti e rifugiati e di aiutare, piuttosto, i Paesi vicini.
Riferendosi a un accordo del 2016 in base al quale i migranti irregolari che sbarcano nell’UE possono essere rimandati in Turchia in cambio di aiuti, Erdogan ha esortato i suoi vicini a rispettare sinceramente i loro impegni.
Ora che teme un aumento degli arrivi afghani, Bruxelles dovrebbe aiutare le nazioni vicine come l’Iran ad affrontare eventuali nuovi movimenti di massa di persone, ha affermato Erdogan: “una nuova ondata migratoria è inevitabile se non vengono prese le misure necessarie in Afghanistan e in Iran”, ha detto il presidente turco in un incontro con i rappresentanti greci.
La pressione è alta nei confronti di Erdogan, alle prese con una profonda crisi economica, l’insofferenza crescente della popolazione verso i migranti e le prossime elezioni del 2023.
Intanto, davanti al timore che decine di migliaia i profughi afghani ingrossino l’esodo verso l’Europa le forze di sicurezza turche rafforzano i controlli grazie a un muro e torri di osservazioni nell’area di Van, confinante con l’Iran.
Questo mentre si inanellano plinti da sette tonnellate alti 3 metri e piuttosto spessi. Il completamento dell’opera da diverse centinai di chilometri è previsto a fine anno.
Inoltre, Erdogan sta intensificando il dialogo con il Pakistan per cercare di risolvere la questione migranti alle porte dell’Afghanistan. In questo scenario, di nuovo, la Turchia è una pedina fondamentale per l’Europa e la gestione profughi: il presidente turco farà nuove richieste a Bruxelles?
© RIPRODUZIONE RISERVATA