Il nuovo allarme del Fondo Monetario Internazionale: nonostante le riaperture, la situazione è più drammatica del previsto
Il FMI ha suonato un nuovo campanello d’allarme riguardante le sorti dell’economia globale.
Mentre molti osservatori si sono progressivamente dimostrati più ottimisti, grazie al progressivo allentamento delle misure restrittive e alla ripartenza di molte economie, l’ultima analisi del fondo non ha lasciato ben sperare.
Le previsioni formulate dal FMI nel mese di aprile, dunque in piena emergenza coronavirus, potrebbero addirittura essere riviste al ribasso.
Allarme FMI: cosa accadrà davvero
L’economia globale si contrarrà molto di più di quanto inizialmente stimato. A dirlo il chief economist del Fondo Monetario Internazionale, Gita Gopinath.
Nel mese di aprile, quando la maggior parte dei Paesi europei è finita in lockdown, il FMI ha previsto una crisi finanziaria peggiore di quella osservata durante la Grande Depressione degli anni ’30 e ha stimato una flessione del 3% per il 2020.
Oggi, nonostante molti Stati del globo abbiano allentato le misure restrittive, quelle stesse previsioni potrebbero essere peggiorate dal fondo, secondo cui il crollo economico si rivelerà più drammatico del previsto.
“Per la prima volta dalla Grande Depressione, sia le economie avanzate che quelle emergenti chiuderanno l’anno in recessione. L’aggiornamento del World Economic Outlook di giugno mostrerà probabilmente tassi di crescita negativi ancora peggiori rispetto a quelli inizialmente stimati”.
La crisi, si legge ancora nel post sul blog pubblicato dal chief economist, sarà qualcosa che il mondo non ha mai visto prima.
A quando il recupero?
La crisi attuale, ha fatto notare Gopinath, si è rivelata profonda ma soprattutto differente rispetto a quelle del passato. Il settore dei servizi è stato molto più colpito rispetto a quello manifatturiero (in genere messo a tappeto dalla mancanza di investimenti).
Per questo motivo, al contrario delle passate recessioni, questa potrebbe essere seguita da un rapido recupero determinato dalla ripresa dei consumi.
Quelle del FMI però, sono soltanto delle ipotesi visto che la crisi potrebbe determinare una contrazione della spesa e una maggiore propensione al risparmio.
Le sfide per l’Italia
Il Fondo Monetario Internazionale è tornato anche a parlare di Italia, ma non nel post del chief economist. Le ultime considerazioni sul Belpaese sono state formulate dal direttore Kristalina Georgieva, che durante gli Stati generali ha messo in luce le 5 sfide principali per la Penisola:
- riduzione della burocrazia nella PA;
- ampliare l’efficienza negli investimenti;
- riforma fiscale;
- allentare regole per migliorare la concorrenza;
- ridurre disparità regionali.
Queste sfide, ha continuato la numero uno del FMI, sono note e quello attuale dovrebbe essere considerato come un momento cruciale per affrontarle.
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