FaceApp: allarme sicurezza? Dove finiscono foto e dati personali

Matteo Novelli

16 Giugno 2020 - 15:57

Dove finiscono i dati personali con FaceApp: l’app è tornata di moda grazie al filtro per diventare uomo o donna, ma è sicuro permettere l’accesso alle nostre foto?

FaceApp: allarme sicurezza? Dove finiscono foto e dati personali

FaceApp è tornata e con essa i dubbi sulla privacy e l’uso delle foto e dei dati personali condivisi dagli utenti. Dove finiscono e come vengono utilizzati dall’app?

Il filtro per diventare uomo o donna di FaceApp ha riportato in auge l’applicazione di fotoritocco, ma quanto è sicuro utilizzare, e concedere l’accesso, alla popolare app sviluppata dalla russa Wireless Lab OOO. In molti stanno utilizzando l’applicazione per ottenere un ritratto di sé stessi in versione femminile o maschile, ma la FaceApp Challenge potrebbe costare molto agli utenti in termini di privacy e tutela dei propri dati personali: un dettaglio da non sottovalutare, che potrebbe confluire in un vero e proprio furto d’identità.

FaceApp è sicuro?

“Vuoi consentire a FaceApp di accedere alla tua galleria immagini”? Un messaggio semplice e all’apparenza innocuo (comune a tantissime app, da WhatsApp a Instagram). Ovviamente non è il caso di allarmarsi, o quasi: inizialmente c’erano diversi dettagli sulla privacy policy di FaceApp non del tutto chiari, elementi tali che una volta analizzati gettavano qualche ombra sull’utilizzo dei nostri dati da parte dell’app (una volta ricevuto il semaforo verde da parte dell’utente di turno).

Utilizzare FaceApp è sicuro, o ci dobbiamo preoccupare? I termini e condizioni aggiornati al 2020 escludono questa possibilità, anche se come riportato le foto vengono comunque caricate su una piattaforma cloud che elabora le immagini condivise dagli utenti.

Queste restano in archivio per un tempo massimo di 48 ore, sono protette da una chiave crittografata univoca e vengono successivamente cancellate. L’app impara e migliora i propri effetti grazie agli utenti: le immagini, come sottolineato, vengono utilizzate esclusivamente per migliorare l’applicazione.

FaceApp: privacy a rischio? Cosa succede alle tue foto

Invecchiare o cambiare sesso con FaceApp potrebbe nascondere dei risvolti decisamente inaspettati. Tra i primi a chiedersi dove finiscono e come vengono utilizzati i dati degli utenti in mano all’app è stato l’esperto di sicurezza informatica Joshua Nozzi che con un post su Twitter ha messo in guardia gli utenti.

Nel tweet lo sviluppatore americano spiegava come FaceApp non consentiva l’utilizzo delle foto memorizzate sullo smartphone solo quando quest’ultimo è offline (ovvero privo di connessione 4G, Wi-Fi). Non appena il dispositivo risulta connesso alla rete l’app carica le immagini lentamente e a gruppi: un modus operandi che potrebbe nascondere una rete di server, cosa che ha indotto Nozzi a pensare che l’app carichi tutte le foto degli utenti anche quando quest’ultima non viene né aperta né utilizzata.

Un sospetto che divide gli esperti ma che ha lanciato un sassolino importante all’interno di un lago chiamato “Privacy su FaceApp”. È TechCrunch a scavare sulla questione, rivelando le sibilline normative sulla privacy dell’app.

FaceApp: quali sono i rischi

La popolare rivista online statunitense ipotizzava che le foto inserite su FaceApp per essere modificate, tra invecchiamento e ringiovanimento, venivano in realtà caricate su un server cloud prima dell’applicazione dell’effetto. Ne consegue che le modifiche dei filtri di FaceApp avvengano in una sede separata, probabilmente a seguito del caricamento degli scatti su un server esterno (cosa che potrebbe accadere nel tempo di attesa per l’elaborazione del filtro scelto).

Alcuni utenti hanno infatti notato come l’app non funzioni senza connessione a internet: se si sceglie di modificare il proprio scatto in modalità aereo l’azione risulta impossibile, segnale che l’editing dell’immagine avviene su una piattaforma esterna all’app (che necessità di internet per fornire all’utente il risultato finale).

L’applicazione restava vaga anche sulla locazione fisica delle foto e sulla propria sede, che stando a quanto dichiarato dovrebbe trovarsi negli Stati Uniti. Questo implicherebbe l’affiliazione dell’app russa all’accordo GDPR in merito alla privacy degli utenti tra USA e UE, ma all’interno dell’applicazione non c’è traccia della normativa entrata in vigore a maggio 2018 (l’avviso sulla privacy presente all’app risale al 2017, ben tre anni fa).

I rischi derivati dall’uso di FaceApp erano, di conseguenza, molteplici: l’ipotesi più accurata vede le foto degli utenti confluire in enormi sistema d’archiviazione rivolto al riconoscimento facciale da parte di IA (intelligenze artificiali).

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